Pochi minuti fa, Autosport ha comunicato il nome ufficiale scelto dagli organizzatori del Gran Premio di Madrid, che ospiterà la Formula 1 per dieci edizioni, dal 2026 al 2035. Il nome in questione è “Madring”, un gioco di parole che combina le prime lettere della capitale spagnola con il termine “Ring”, che in tedesco può significare “circuito”.
Nelle lingue germaniche, la creazione di parole composte, nota come compounding, è una pratica comune: si combinano nomi, aggettivi, verbi o preposizioni per formare nuovi termini. Di solito, il significato del nome composto deriva dall’elemento principale (“Ring”) e da un modificatore che ne specifica il significato.
Questo metodo è tipico dei circuiti tedeschi e austriaci, che prendono il nome dalla località in cui si trovano, seguita dalla parola “Ring”. Esempi celebri sono l’Hockenheimring (tradotto in italiano come “Circuito di Hockenheim”) e il Nürburgring. Un’eccezione è rappresentata dal Red Bull Ring, che invece fa riferimento alla proprietà del circuito piuttosto che alla sua ubicazione.
La contraddizione del nome Madring
Il problema di “Madring” è che non ha alcun senso in Spagna, un Paese con radici culturali latine, molto diverse da quelle germaniche. Inoltre, alla pronuncia risulta sgradevole e poco naturale per gli interlocutori.
Probabilmente, gli organizzatori volevano evocare il prestigio dei circuiti tedeschi, ma hanno ottenuto l’effetto opposto: fan e appassionati hanno respinto il nome con scetticismo.
Esistevano alternative più coerenti e orecchiabili, come “Autodromo di Madrid”, “Autodromo Internazionale di Madrid” o semplicemente “Circuito di Madrid”. Se l’intento era dare un tocco internazionale, “Madrid Circuit” sarebbe stato più efficace.
Certo, non si giudica un libro dalla copertina, ma in questo caso gli organizzatori avrebbero potuto scegliere un nome più adatto e rappresentativo.