A poco meno di due settimane dall’evento, sul Circuit of the Americas, nei pressi di Austin, in Texas, fervono gli ultimi preparativi per il ritorno della F1 negli States.
Uno dei problemi principali dell’impianto disegnato dall’architetto tedesco e uomo di fiducia della FIA, Hermann Tilke, era legato ai famigerati “track limits”. Questi sono rappresentati dalle linee bianche ai bordi della pista: se un pilota oltrepassa queste linee con tutte e quattro le ruote, il giro in qualifica viene annullato; mentre in gara, dopo quattro infrazioni, vengono automaticamente assegnati 5 secondi di penalità.
È una sorta di “fuorigioco”, simile a quello che accade nel calcio, ma con una differenza sostanziale: i piloti non hanno una visuale chiara per verificare se le ruote della loro monoposto abbiano effettivamente oltrepassato la linea bianca.
Austin era una delle piste più critiche da questo punto di vista. Nel Gran Premio degli Stati Uniti del 2023 ci furono numerose polemiche per i giri veloci cancellati durante la Sprint Shootout, la “mini-qualifica” della Sprint Race, e anche durante la qualifica per la gara della domenica.

Per affrontare il problema, gli organizzatori, oltre ad aver riasfaltato il circuito, hanno apportato modifiche in alcuni punti dove è particolarmente facile superare i limiti della pista. In alcune sezioni del tracciato texano, i bordi asfaltati sono stati ridotti di 1,5 metri e sostituiti con tappeti d’erba, visibili all’interno delle curve 6, 13, 14 e 15.
Sono state inoltre installate telecamere nei punti più critici, per aiutare gli steward a valutare meglio eventuali infrazioni. All’uscita di curva 11 è stata aggiunta la cosiddetta “ghiaia finta”, ossia materiale incollato con resina, lo stesso tipo utilizzato sul circuito olandese di Zandvoort.
Austin è pronta a riaccogliere la F1, con la speranza che quest’anno si parli solo di ciò che accadrà in pista, e non delle infrazioni oltre i suoi limiti.