Audi – F1: il progetto si è ingolfato?

Il rifiuto (possibile) di Carlos Sainz alla proposta di ingaggio fatta da Audi potrebbe rivelare delle debolezze nel programma F1. Mattia Binotto è chiamato alla rapida ristrutturazione di un team che non sta arrivando in gran forma alle soglie della nuova era tecnica

Si può valutare la validità di un progetto tecnico sportivo in base al rifiuto di un pilota? Chiaramente no, ma il fatto che Carlos Sainz abbia preferito la Williams e non l’Audi è un segnale che lascia qualche perplessità sullo stato di avanzamento del programma della casa dei Quattro Anelli.

Non è un mistero che lo spagnolo della Ferrari sia stato a lungo cercato dai vertici della casa di Ingolstadt, che a un certo punto sembrava avere in pugno il pilota. Si ricordi, infatti, che nell’autunno del 2023 il madrileno aveva firmato un precontratto non vincolante con Audi. Chiaramente Carlos attendeva che il mercato si sviluppasse e per questo aveva voluto che l’intesa con scadenza non lo legasse legalmente alla Sauber.

Sainz – egli stesso non ne ha fatto mistero – puntava a sedili importanti: Red Bull in prima battuta e Mercedes come opzione B. Quando fu ufficiale l’arrivo di Lewis Hamilton in Ferrari, l’opzione Williams non era minimamente contemplata dallo spagnolo che metteva in cima alle sue idee le due suddette scuderie e, come “ruota di scorta”, l’opzione Audi.

È netta la sensazione che Carlos abbia giocato non proprio benissimo le sue carte e si sia trovato con scelte di minor lustro tra le mani: Alpine, per un certo periodo Aston Martin (che in chiave futura è tutt’altro che una soluzione debole) e, appunto, la Williams. Se James Vowles è riuscito a portare argomenti più convincenti per ingaggiare il ferrarista significa che quest’ultimo ha trovato il progetto Williams più accattivante.

Carlos Sainz
Carlos Sainz festeggia la vittoria del GP d’Australia 2024

Il rifiuto di Sainz svela la debolezza dell’Audi?

È vero che la scuderia di Grove probabilmente ha concesso una via d’uscita legale che permetterebbe a Sainz di liberarsi a fine 2025 – opzione che Audi non garantiva – ma non può essere solo questo l’elemento che ha convinto un pilota così esperto.

Molti osservatori ritengono che Mercedes sia molto avanti nella definizione delle Power Unit 2026. Questo fattore probabilmente ha inciso molto nella scelta definitiva di Carlos Sainz, che oltre a poter contare su un propulsore efficace, ha appositamente valutato i progetti di ristrutturazione del team principal ex Mercedes.

Audi, a poco più di un anno dal debutto in Formula 1, sembra ancora essere avvolta in una nebulosa caotica. I recenti avvicendamenti al vertice lasciano qualche perplessità operativa. Mattia Binotto, reduce dall’esperienza in Ferrari, è stato chiamato come grande coordinatore e ristrutturatore che nei fatti ha il compito di riorganizzare una scuderia che evidentemente è ancora in alto mare da un punto di vista strutturale.

Audi: Mattia Binotto chiamato agli straordinari

Ricordiamo che Sainz è stato un pupillo di Binotto, che lo ha voluto in Ferrari strappandolo alla McLaren. Il fatto che questa coppia non si sia riformata, nonostante le grandi possibilità che potesse accadere, è un altro segnale che non depone a favore del progetto Audi.

Ovviamente non possiamo considerare il programma abortito o in via di implosione. Ricordiamo sempre che la casa tedesca ha avuto la forza di far riscrivere le regole motoristiche per scendere poi in campo. Quindi è chiaro che Volkswagen, il gruppo che nei fatti controlla Audi, ha un certo peso politico che si è riverberato in scelte tecniche che per esempio il nascente reparto powertrains della Red Bull non ha accettato di buon grado. Ci riferiamo ovviamente all’aumentata quota di produzione di potenza da parte della componente elettrica.

Mattia Binotto, ex team principal Ferrari e attuale n°1 del programma Audi F1

La sensazione – ma solo di questo si tratta – è che Audi sia leggermente in ritardo rispetto ai programmi iniziali. Ma non per quanto riguarda la definizione del proprio propulsore (il riserbo in tal senso è massimo e nessuno ha elementi fattuali per poter stilare una classifica dei valori dei motoristi 2026), bensì per quanto attiene alla composizione di tutto l’ambito aziendale. Aspetto non meno importante in una Formula 1 che prevede meccanismi operativi efficaci e ben oleati.

Sarà solo il tempo a dire se il rifiuto di Carlos Sainz è un segnale di debolezza di Audi oppure se è quest’ultima ad aver mollato la pista che porta allo spagnolo puntando su altri piloti. Da questo punto di vista però va osservato come la scuderia elvetica si presenterà probabilmente alle soglie della nuova era regolamentare con una line-up che non comprende un top driver.

Audi F1: nel 2025 con una line-up piloti debole

Nico Hülkenberg è un driver di grande affidabilità, ma di certo non parliamo di un potenziale campione del mondo; l’altro sedile, attualmente, potrebbe essere affidato a conducenti sicuramente non di prima fascia. I nomi potenzialmente liberi in circolazione non sono esaltanti: si va dalle soluzioni casalinghe Zhou e Bottas, al redivivo Mick Schumacher, passando per Kevin Magnussen se vogliamo limitarci ai piloti attualmente senza un contratto. Poi ci sarebbero le piste che portano ai talenti della Formula 2, ma anche in quel caso non parleremo di professionisti fatti e finiti.

Probabilmente Audi-Sauber giocherà in difesa nel 2025 andando in continuità per poi, nel 2026, assaltare un driver di più alto profilo. In ogni caso, prima di quel campionato non riusciremo mai perfettamente a capire qual sia il livello del team.

Per ora possiamo limitarci a osservare che la Sauber, in questo 2024, non è stata in grado di segnare un solo punto. Unico team a restare incastrata a quota zero. Quindi il progetto parte da questa evidenza e recuperare in maniera repentina non sarà affatto facile dati tutti i vincoli regolamentari vigenti in Formula 1.


Crediti foto: Scuderia Ferrari, Audi

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