L’ingresso di Audi e Cadillac in Formula 1 a partire dal 2026 rappresenta un punto di svolta per il motorsport, con due giganti automobilistici che entrano in scena in un momento di profonda trasformazione tecnica. Il nuovo regolamento della F1, con power unit più elettrificate, carburanti sostenibili al 100% e l’introduzione dell’aerodinamica attiva, offre un terreno fertile per marchi che vogliono dimostrare eccellenza tecnologica e attrarre un pubblico globale. I due colossi dell’automobile, pur condividendo l’ambizione di sfruttare la massima serie come piattaforma per innovazione e marketing, adottano strategie, strutture e filosofie profondamente diverse.
Audi: una strategia europea consolidata
Audi, parte del gruppo Volkswagen, ha scelto un ingresso metodico e strutturato, puntando sull’acquisizione completa del team Sauber nel 2024. Questa mossa permette di trasformare una squadra con una lunga storia in Formula Uno in un team di fabbrica al 100%, con pieno controllo su progettazione, produzione e operazioni.
La base operativa si articola su più fronti. Lo stabilimento di Hinwil, in Svizzera, ereditato da Sauber, si concentra sullo sviluppo del telaio e sulla produzione della vettura. Il centro di Neuburg, in Germania, è dedicato alla power unit, con un focus sull’elettrificazione che riflette il know-how acquisito nelle auto stradali ibride ed elettriche. Inoltre, una base a Bicester, nel Regno Unito, nel cuore della “Motorsport Valley”, consente di accedere a talenti e tecnologie di punta.
Per la formazione piloti, il team tedesco ha optato per un mix bilanciato. Nico Hülkenberg, con oltre 200 Gran Premi, porta esperienza, capacità di sviluppo tecnico e affidabilità, grazie al suo passato in team come Williams, Force India e Haas. Accanto a lui, Gabriel Bortoleto, 20enne brasiliano campione della Formula 2, è una scommessa sul futuro.

Filosofia e obiettivi di Audi
La scelta di non ingaggiare un pilota di primissimo piano, come Carlos Sainz (considerato inizialmente), sottolinea l’approccio a lungo termine che preferisce costruire un progetto solido senza pressioni immediate per vittorie. L’obiettivo è sfruttare l’esperienza di Sauber, presente in F1 dal 1993, per colmare gradualmente il gap con i top team come Red Bull, McLaren, Mercedes e Ferrari.
Sul piano tecnico, sta investendo massicciamente nella power unit, con test su banchi dinamici a Neuburg che, secondo fonti aggiornate al 2025, procedono senza intoppi. La partnership con British Petroleum per carburanti sostenibili al 100% allinea il progetto agli obiettivi ecologici della F1, mentre l’accordo con Revolut come title sponsor garantisce risorse finanziarie e visibilità globale.
Il background della franchigia tedesca nel motorsport, con 13 titoli WRC nei rally e successi a Le Mans, conferisce credibilità al progetto. Tuttavia, la F1 è un territorio nuovo, e il successo dipenderà dalla capacità di integrare l’esperienza automobilistica con le complessità della serie, sfruttando la struttura di Sauber come trampolino di lancio.

Cadillac: un progetto americano audace
Cadillac, marchio di lusso di General Motors, entra in Formula 1 come il primo team di fabbrica americano dal 2016 (quando Haas debuttò con motori Ferrari). Il suo percorso è stato complesso: inizialmente proposto come Andretti Global, il progetto è stato respinto dalla FOM nel gennaio 2024 per dubbi sulla competitività e il valore aggiunto.
La perseveranza di GM, con il supporto di TWG Motorsports e del presidente Dan Towriss, ha portato a un’approvazione definitiva a marzo 2025. Il marchio americano sarà l’undicesima squadra sulla griglia, con un piano che enfatizza l’impegno diretto di GM come costruttore, distinguendosi dal modello “customer” di Haas.
La squadra avrà una struttura tripartita: la produzione della vettura avverrà a Fishers, Indiana, il centro motori sarà a Charlotte, North Carolina, e una base vicino a Silverstone, Regno Unito, garantirà accesso al know-how europeo per le operazioni di gara. Questo approccio bilancia l’identità americana con la necessità di competere in un’arena dominata dall’Europa.

Motori e sviluppo tecnico di Cadillac
A differenza di Audi, Cadillac userà motori Ferrari fino al 2028, una scelta obbligata dai tempi stretti che potrebbe limitare la competitività iniziale, dato che i motori customer offrono meno flessibilità. Tuttavia, GM sta sviluppando una power unit propria per il 2029, sfruttando l’esperienza in IndyCar e IMSA.
La leadership tecnica è affidata a figure di spessore: Graeme Lowdon, ex team principal di Manor, guiderà le operazioni in pista, mentre Mario Andretti, campione del mondo 1978, siede nel board come superconsulente, offrendo un simbolo di eredità e appeal per il pubblico americano. Il coinvolgimento di Andretti porta anche esperienza da altre categorie come IndyCar e Formula E.
Il gigante americano ha scelto due veterani per il debutto: Sergio Pérez, 6 vittorie e 39 podi in F1, porta esperienza e un forte seguito in America Latina, mentre Valtteri Bottas, con 10 vittorie, 67 podi e 20 pole position, garantisce competenza tecnica. La decisione di non includere un pilota americano come Colton Herta privilegia la competitività immediata. Il figlio d’arte farà comunque parte del team, come pilota di riserva.
Il brand americano punta sul crescente interesse per la F1 negli Stati Uniti, dove il pubblico è triplicato grazie a eventi come il Gran Premio di Miami e a “Drive to Survive”. La narrativa di “pioniere americano” potrebbe attrarre sponsor e fan, soprattutto con tre gare negli USA: il già citato Miami, Austin e Las Vegas.

Il confronto tra Audi e Cadillac
Audi beneficia di un vantaggio infrastrutturale, ereditando una squadra con oltre 30 anni di esperienza in F1. La sua integrazione verticale con il telaio e propulsori prodotti sotto lo stesso tetto, ottimizza lo sviluppo e si allinea agli obiettivi di sostenibilità del gruppo Volkswagen. La Cadillac, partendo da zero, scommette sull’identità americana, ma il ritardo tecnologico iniziale con i motori Ferrari è una sfida.
Il team tedesco bilancia l’esperienza di Hülkenberg con la gioventù di Bortoleto, puntando su una crescita graduale. Il team americano con Pérez e Bottas, massimizza le possibilità di punti immediati, ma potrebbe mancare di talenti emergenti. La scuderia tedesca sembra più pronta per il 2026 grazie alla power unit proprietaria, mentre la franchigia americana potrebbe soffrire per la dipendenza dai motori clienti.
Cadillac ha un vantaggio unico nel mercato USA, con un potenziale enorme per sponsor e fan. La franchigia tedesca punta su un’immagine globale di eccellenza tecnologica, con un brand forte in Europa, Asia e America Latina. Entrambe sfruttano la F1 per promuovere l’elettrificazione, ma la scuderia a stelle e strisce deve costruire una cultura di squadra da zero.
La scuderia tedesca deve trasformare Sauber in un contendente per il podio, un processo che potrebbe richiedere anni. Il team americano deve superare l’ingresso tardivo e dimostrare che GM può competere con i giganti europei. L’arrivo dell’unità propulsiva GM nel 2028 sarà cruciale per il suo futuro.
Audi e Cadillac incarnano visioni opposte: il primo è l’ingegnere metodico, con una struttura pronta per risultati solidi; il secondo è l’outsider audace, che scommette sull’espansione della F1 negli USA. In pista, Audi ha un vantaggio iniziale, ma Cadillac potrebbe sorprendere con il supporto di GM. Entrambe arricchiscono una F1 più diversificata e sostenibile, rendendo il 2026 una stagione imperdibile.
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Crediti foto: Sauber, Stake F1 Team Kick Sauber, Cadillac