Aston Martin sta attraversando una delle fasi di trasformazione più profonde della sua storia in Formula 1. Il team di Lawrence Stroll ha avviato una ristrutturazione tecnica radicale, che secondo alcune fonti avrebbe già portato alla partenza di almeno sette membri chiave del dipartimento di progettazione. La decisione, confermata senza scendere nei dettagli da un portavoce della scuderia, rientra nella strategia di ottimizzazione delle risorse in vista del nuovo regolamento tecnico del 2026 e nella necessità di rientrare nei vincoli imposti dal budget cap FIA.
Aston Martin F1 – Via Blandin e Haga: una nuova linea di comando
Tra i nomi di spicco coinvolti nella riorganizzazione figura Eric Blandin, approdato a Silverstone nel 2022 dopo una lunga esperienza in Mercedes e in precedenza in Red Bull. In Aston Martin aveva ricoperto il ruolo di vice direttore tecnico, prima di assumere la responsabilità dell’aerodinamica, settore nevralgico per le prestazioni della AMR25. Accanto a lui, secondo quanto riportato dal giornalista Andrew Benson della BBC, lascia anche Akio Haga, ex capo del design e figura chiave nella definizione concettuale delle monoposto.
Interrogato sul tema, un portavoce della squadra britannica ha preferito non commentare i singoli casi, limitandosi a dichiarare che “Aston Martin sta effettuando una ristrutturazione tecnica che sarà annunciata ufficialmente a breve” e che il team “non discute questioni interne”. Dietro la diplomazia delle parole, si intravede un ridisegno profondo dell’organigramma tecnico, con nuovi equilibri e responsabilità.

Un ecosistema in evoluzione: da Andrew Green a Aston Martin Performance Technologies
Alcuni dei tecnici usciti dal reparto F1 potrebbero restare nel perimetro del gruppo, venendo integrati nella Aston Martin Performance Technologies (AMPT), la divisione dedicata alle applicazioni ingegneristiche e aerodinamiche in ambiti extra-Formula 1.
In questo reparto lavora già Andrew Green, ex direttore tecnico del team, trasferito all’AMPT prima dell’inizio della stagione 2023. La scelta riflette una strategia industriale più ampia, volta a valorizzare il know-how accumulato in F1 anche al di fuori delle piste, senza disperdere competenze e capitali umani di alto livello.
L’era Newey-Cardile: la rifondazione del progetto 2026
Il processo di rifondazione tecnica coincide con l’arrivo, lo scorso marzo, di Adrian Newey come Managing Technical Partner. Il geniale ingegnere britannico, universalmente riconosciuto come uno dei più grandi progettisti nella storia della Formula 1, avrà il compito di guidare la direzione concettuale e aerodinamica della monoposto del 2026, anno in cui entreranno in vigore i nuovi regolamenti su telaio e propulsione.
Al suo fianco lavorerà Enrico Cardile, ex responsabile tecnico dei telai Ferrari, entrato ufficialmente in Aston Martin ad agosto dopo la sua (non serena) uscita da Maranello. Il binomio Newey-Cardile rappresenta l’asse strategico su cui Stroll punta per trasformare la squadra da realtà emergente a contendente stabile per il titolo mondiale. Le competenze di Cardile nel campo dell’aerodinamica e della meccanica del veicolo, unite alla visione di Newey, potrebbero dare vita a una sinergia rara nel panorama tecnico attuale.

Il peso del budget cap e la sfida dell’efficienza
La ristrutturazione in corso risponde anche a un’esigenza economica: adeguarsi al tetto dei costi imposto dalla FIA. Il cost cap, che include gran parte delle spese operative e gli stipendi del personale tecnico (con l’eccezione dei tre dipendenti più pagati), obbliga le squadre a scelte sempre più selettive.
Per un team come Aston Martin, che negli ultimi anni ha investito ingenti risorse nella costruzione del nuovo quartier generale di Silverstone e nella galleria del vento, la razionalizzazione del personale rappresenta una misura inevitabile per mantenere l’efficienza e restare competitivi nel lungo periodo.
Verso l’era Honda: un nuovo cuore per la Aston Martin AMR26
Il 2026 segnerà anche l’inizio della partnership ufficiale con Honda, che diventerà il nuovo fornitore di power unit, ponendo fine all’attuale rapporto con Mercedes. La collaborazione con il colosso giapponese offrirà ad Aston Martin un motore interamente integrato nel progetto telaio, un aspetto chiave per l’efficienza aerodinamica e il bilanciamento complessivo della monoposto.
Newey e Cardile lavoreranno in stretto contatto con i tecnici giapponesi per massimizzare l’interazione tra telaio e propulsore, in un contesto regolamentare che premierà l’efficienza energetica e l’aerodinamica attiva.

La rivoluzione interna di Aston Martin non è soltanto una reazione a un ciclo di risultati altalenanti, ma una necessaria evoluzione strutturale verso un modello più sostenibile e competitivo. Dopo l’esplosione del 2023, culminata con i podi di Fernando Alonso nella prima parte di stagione, la squadra ha vissuto un brusco rallentamento tecnico nel 2024 e nel 2025.
Oggi, con una nuova leadership tecnica, un motore in arrivo e una filosofia progettuale rinnovata, Aston Martin punta a scrivere il prossimo capitolo della sua storia con un obiettivo chiaro: entrare stabilmente nell’élite della Formula 1.
Crediti foto: Aston Martin, Honda HRC
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