Un campionato 2024 disputato nella terra di nessuno. Questa è la sintesi della stagione di cui si è resa protagonista Aston Martin che non è mai stata in grado di avvicinarsi alle quattro scuderie che si sono alternate sul gradino più alto del podio e che, contestualmente, non è stata infastidita dalle altre cinque che sono arrivate alle sue spalle.
Un’annata anonima, in cui a vincere sono stati soltanto i propositi disattesi. Dopo un 2023 da assoluta protagonista, con una prima metà di mondiale in cui aveva addirittura infastidito in qualche circostanza la Red Bull, la scuderia di Lawrence Stroll è entrato in una fase di catatonia tecnica dalla quale si pensava di poter uscire con la AMR24.
Non è andata così. La monoposto concepita da Dan Fallows non solo non ha corretto i difetti del modello precedente, ma ha addirittura acuito quegli elementi negativi che erano emersi nella seconda parte del 2023. Non a caso, l’ingegnere ex Red Bull si è visto demansionato e riallocato nella grande ristrutturazione in corso d’opera a Silverstone.

Aston Martin: Adrian Newey è la punta di diamante di una campagna acquisti clamorosa
Se c’è una cosa per la quale Aston Martin è salita alla ribalta delle cronache, è la campagna acquisti, che ha assunto i caratteri del roboante. Tanti i nomi entrati nella “franchigia” del magnate canadese: Enrico Cardile, proveniente dalla Ferrari, Andy Cowell, il genio delle Power Unit turbo-ibride, libero dopo l’esperienza trionfale in Mercedes, e soprattutto lui, la tech-star per antonomasia: Adrian Newey, corteggiato praticamente da tutti i team in griglia e che alla fine ha scelto la realtà inglese. Decisione presa non solo perché Stroll senior lo ha riempito di quattrini, ma per altre due ragioni.
La prima è di carattere logistico-sentimentale: Newey, nella sua carriera, non si è mai spostato dalla terra natia, nella quale preferisce operare. Per questa ragione ha subito scartato l’ipotesi Ferrari, che è stata romanzata e raccontata da molta stampa, che ha perso un pizzico di credibilità nel continuare a insistere con una storia archiviata già prima del nascere.
La seconda motivazione è che il pluripremiato ingegnere è rimasto letteralmente folgorato dalle nuove strutture costruite a Silverstone. Un campus tecnico che oggi nessuno in Formula 1 può vantare per tecnologia e grandezza. Una struttura che si propone di essere la rampa di lancio per mandare il team nell’élite delle scuderie che lottano per vincere un mondiale.
Sì, perché l’obiettivo di Stroll, dopo anni di investimenti e sacrifici, non è quello di partecipare, ma di determinare. L’accordo con Honda, un altro fiore all’occhiello tecnico del progetto Aston Martin, sta là a dimostrarlo.

Newey ha lavorato a stretto contatto per diversi anni con il motorista nipponico, ottenendo soddisfazioni e vittorie, e ora se lo ritroverà come partner strategico per provare a rimpinguare ulteriormente la bacheca di trofei. L’ingegnere potrà iniziare a lavorare concretamente per il nuovo team solo dal primo marzo, quando terminerà il periodo di gardening impostogli dalla Red Bull.
Quindi, la monoposto 2025 nascerà senza il patrocinio del geniale tecnico, che molto probabilmente inizierà a lavorare direttamente sul progetto 2026. E lo farà in una nuova struttura che è praticamente il regalo di benvenuto che Aston Martin ha fatto a Newey.
Aston Martin: una nuova galleria del vento per Newey per mutuare da Red Bull l’uso confermativo
La nuova galleria del vento, il “pacco infiocchettato” da Lawrence Stroll, debutterà nel mese di febbraio, dopo le calibrazioni necessarie che sono tuttora in corso. Uno strumento fondamentale per le ambizioni di una scuderia e per il lavoro di Newey, che vuole esportare il modello utilizzato in Red Bull: l’uso confermativo del wind tunnel.
Nell’era della Formula Uno “virtuale”, maggiormente spostata sull’aspetto simulativo piuttosto che sui test in pista, la chiave del successo è l’elevato livello di correlazione tra analisi computazionali e dati provenienti dalle prove fisiche. Grazie alla sagacia di Newey e degli altri ingegneri, Red Bull portava in galleria pezzi già molto efficaci e “sgrossati” da un punto di vista aerodinamico. Il tunnel del vento serviva a confermare, piuttosto che sviluppare. Questo schema era entrato in crisi poiché l’impianto di Bedford era arrivato al limite dello sviluppo.
Per reiterarlo serve una struttura all’avanguardia, che Red Bull sta creando e che Aston Martin ha praticamente pronta. Un bel vantaggio temporale da sfruttare in vista della nuova fase regolamentare che scatterà nel 2026. Newey ha dimostrato di essere un valore aggiunto nelle fasi di cambiamento normativo. Non a caso, nel 2022, la Red Bull ha dato la spallata definitiva alla Mercedes e a tutti gli altri avversari, mettendosi a guidare le operazioni da un punto di vista tecnico.
È questo l’obiettivo al quale punta Lawrence Stroll. Per questo ha dato “le chiavi” della scuderia ad Adrian Newey, fornendogli gli strumenti tecnici necessari per metterlo nelle migliori condizioni di incidere.
Finora, Aston Martin si è affidata alla galleria del vento della Mercedes, struttura nella quale nascerà anche la AMR25 per il prossimo campionato. Ma il futuro si chiama Silverstone, dove verranno testate e sviluppate le novità aerodinamiche concepite da Newey e dagli uomini che guiderà nella sua nuova esperienza.
Lawrence Stroll ha quindi fatto un regalo al suo nuovo direttore tecnico, sapendo che questa era la base per ottenere in futuro quel premio che sta rincorrendo da anni senza successo: il titolo mondiale.
È ovvio che non basterà la sola galleria del vento per sbaragliare la concorrenza, ma è evidente che Aston Martin ha un progetto serio e lo sta rincorrendo in ogni maniera, a suon di investimenti e richiamando personale di grande storia e comprovata competenza. Ecco perché, per il 2026 e gli anni a venire, la scuderia inglese è da considerarsi un soggetto concretamente spendibile nella corsa ai titoli mondiali.
Crediti foto: Aston Martin