Il campionato di F1 2025 offrirà molti spunti interessanti che catalizzeranno l’attenzione dei tifosi e degli addetti ai lavori. Il passaggio di Lewis Hamilton in Ferrari, il debutto come pilota titolare in Mercedes di Andrea Kimi Antonelli, un italiano che finalmente ritorna nella massima serie, e i vari riassestamenti delle line-up rendono sicuramente stimolante l’ultima annata in cui vigeranno gli attuali regolamenti.
Tuttavia, per certi versi, il 2025 sarà un mondiale di transizione in vista di quello successivo, che rappresenterà una sorta di “anno zero” per una categoria che dovrà sottostare a nuove regole aerodinamiche e a nuove disposizioni tecniche in materia di propulsori. Uno dei grandi temi del campionato 2026 sarà la forza dell’Aston Martin, che debutterà con i motori Honda e potrà contare sugli effetti del lavoro di Adrian Newey, il quale si unirà operativamente alla scuderia inglese solo a marzo 2025, quando la AMR25 sarà già pronta.
Questo ci suggerisce che l’ex Red Bull lavorerà su una monoposto su cui probabilmente non si investiranno risorse e tempo, proprio per concentrarsi sul modello dell’anno successivo, a cui si potrà iniziare a lavorare dal primo gennaio 2025. Per questa ragione, seppur stimolante, l’idea comune è che il prossimo mondiale rappresenterà per molti team una fase di transizione in un contesto normativo ormai al termine, che non permetterà di testare elementi utili per le monoposto successive.

Aston Martin F1: gli effetti della cura Newey non saranno immediati
La squadra di Lawrence Stroll ha ben chiaro cosa fare. Nei giorni scorsi, Jefferson Slack, direttore commerciale e marketing del team, aveva affermato che nel 2026 si punta a ottenere le prime vittorie di tappa per poi, dal 2027, inserirsi tra i team che possono lottare per il campionato del mondo piloti e costruttori. Target ambiziosi, ma non immediati, dato che ci sono molte novità in Aston Martin che richiedono un necessario periodo di rodaggio per rendere il meccanismo fluido ed efficace.
Fernando Alonso, che ha rinnovato il contratto con la scuderia fino al 2026, con un’estensione che contempla anche il passaggio a un ruolo dirigenziale negli anni successivi, ha sottolineato che potrebbe non avere il tempo per godersi gli effetti della rivoluzione che il team inglese sta attuando con l’implementazione di nuove strutture e l’acquisizione di tecnici di altissimo livello, come Andy Cowell, ex numero uno di Mercedes AMG High Performance Powertrains.
Alonso ha anche evidenziato che, in questa fase, la scuderia sta ancora utilizzando la galleria del vento della Mercedes che, seppur all’avanguardia, non è innovativa come quella che Aston Martin sta costruendo a Silverstone. Inoltre, l’impianto è dislocato rispetto alla sede di Silverstone e deve essere condiviso con la scuderia della stella a tre punte e altri soggetti che lo utilizzano.
La nuova galleria del vento di Silverstone, che dovrebbe essere operativa già questo autunno, sarà di uso esclusivo del team e perfettamente integrata con i sistemi computazionali presenti nello stesso campus, offrendo un vantaggio enorme, come dimostrato dai benefici che ha ottenuto la McLaren con la galleria di Woking.
Fernando è consapevole che servirà del tempo e che il modello 2025 sarà realizzato senza poter contare pienamente sulle nuove strutture di Silverstone, né potrà trarre vantaggio dal lavoro di Newey che inizierà operativamente solo a marzo 2025.

Aston Martin F1: valutare la competitività della Honda
Ma non è solo questo l’elemento che va considerato. Sarà fondamentale valutare la forza e la consistenza della Honda. Può sembrare strano da dire, dato che si tratta di un costruttore ai vertici della Formula 1 da ormai quattro stagioni, avendo scalzato quella Mercedes che aveva sempre dominato nell’era turbo-ibrida. Tuttavia, a un certo punto Honda aveva deciso di ritirarsi e, dopo questa scelta, aveva ceduto molte competenze, riducendo drasticamente il comparto motori con sede a Sakura.
Solo dopo aver cambiato idea sui programmi futuri, il costruttore nipponico ha riattivato a pieno regime una piccola cellula, che non aveva mai smesso di operare, focalizzandola sui programmi 2026. Da quel momento, con la collaborazione di Aston Martin, è ripartita una campagna acquisti per rimpinguare le fila e creare uno staff all’altezza delle ambizioni del costruttore e della scuderia inglese.
Honda sta operando ora in regime di congelamento regolamentare, quindi non era necessario avere un’equipe numerosa, visto che ricerca e sviluppo erano di fatto bloccati. Con il cambiamento di rotta è diventato invece necessario ricostituire un comparto tecnico che non si limitasse a produzione e assemblaggio, ma anche allo studio dei materiali e delle architetture.
Non possiamo dunque considerare Honda un novellino o un soggetto disabituato alla competizione tecnica, ma di certo è un gruppo che va rivalutato, dopo aver subito prima una riduzione e poi una rapida espansione. Per questo motivo, in Aston Martin procedono con cautela. Anche se puntano a vincere delle gare nel 2026, non hanno mai parlato apertamente di lotta per il titolo mondiale.
La Aston Martin, quindi, è una macchina dai tanti ingranaggi appena riassemblati, che devono essere oliati e portati gradualmente a regime per evitare problemi o rotture. In questo contesto, Fernando Alonso potrebbe non avere il tempo – l’età non gioca a suo favore – per sfruttare una scuderia al massimo del suo potenziale.
La speranza del pilota di Oviedo è che in Aston Martin possano accelerare i tempi, magari sfruttando il nuovo contesto regolamentare, ponendosi immediatamente come equipe da battere nel 2026. Se questo scenario dovesse concretizzarsi, l’ipotesi di competere per quel terzo alloro irdidato, che Alonso sta inseguendo dal lontano 2006, potrebbe finalmente diventare una realtà meno impalpabile.
Crediti foto: Aston Martin