Nell’avvicinamento al Gran Premio degli Stati Uniti, che scatterà dopodomani con il primo e unico turno di prove libere, si è discusso molto di ciò che i top team faranno per migliorare le proprie monoposto. Sicura è la presenza di aggiornamenti importanti su Ferrari, Mercedes e Red Bull, ma ci sono più dubbi su come si muoverà la McLaren, che forse ha meno bisogno di aggiornare una vettura già performante e adattabile a ogni situazione.
Alle spalle delle quattro scuderie che sono state in grado di vincere nel 2024, si è creato un grande vuoto in termini di punti. La quinta concorrente, e anche la delusione di questo campionato rispetto alle aspettative dello scorso anno, è Aston Martin, che ha condotto 18 gare nell’anonimato, quasi in una terra di nessuno.
Al Circuit of the Americas, la AMR24 dovrebbe ricevere un pacchetto di aggiornamenti che sembra più orientato a gettare le basi per il progetto 2025, piuttosto che correggere i difetti dell’attuale versione. Intervenire all’ultimo istante, infatti, non avrebbe senso in un’era di contingentamento delle ore di lavoro e di vincoli di spesa molto rigidi. Tanto vale anticipare provvedimenti per essere pronti nell’ultima stagione in cui si sfrutterà questo contesto regolamentare.
La strategia, sulla carta, non è errata, perché dal 1° gennaio 2025 si potrà cominciare a lavorare sui modelli del 2026. Molti team, quindi, si concentreranno sulle monoposto di nuova generazione e in quest’ottica operare ora sulle vetture per l’anno prossimo è del tutto logico.

Aston Martin: GP USA come banco di prova per il futuro
Si vocifera che il concetto della AMR25, come sarà chiamato il nuovo modello, potrebbe presentare un cambiamento piuttosto radicale rispetto a quanto visto in questa stagione, ovviamente nel rispetto delle rigide regole tecniche.
È chiaro che ad Austin non osserveremo una versione completamente rivista della macchina, ma il tracciato americano, impegnativo sia dal punto di vista meccanico che aerodinamico, offre una buona base per fare dei test. Questi serviranno a validare alcune soluzioni e raccogliere dati che potrebbero rivelarsi utilissimi nello sviluppo delle idee che lo staff, guidato da Dan Fallows, ha in mente.
Il weekend del GP di Austin, con il formato sprint, sarà utile per valutare, nella definizione del nuovo concetto, come questo si comporterà. Sarà l’occasione per esaminare la rigidità delle sospensioni, l’altezza della vettura, la tendenza al sovrasterzo o sottosterzo, la solidità dell’avantreno o del retrotreno… Insomma, tutti quegli elementi su cui costruire un progetto coerente. E possibilmente vincente.
Aston Martin deve cambiare rotta, poiché durante l’anno si sono manifestati problemi di vario tipo, ma il più serio è stata la mancanza di comprensione degli aggiornamenti. Le prestazioni in pista non hanno rispecchiato i dati raccolti in galleria del vento, mostrando una scarsa correlazione tra i due ambiti.
Aston Martin: problemi di leadership tecnica
C’è un altro tema da considerare: la leadership tecnica. Pare che durante la stagione ci siano stati momenti in cui non era chiara la direzione da prendere. In questo contesto, la figura di un leader è cruciale. Il ruolo di Dan Fallows è stato fondamentale negli passati: è arrivato da Red Bull con idee chiare, portando una vettura efficace e contribuendo alla crescita di Aston Martin nella prima parte del campionato 2023. Tuttavia, quando si è trattato di sviluppare il concetto, le idee sono venute meno.
Da qui la necessità di ingaggiare Enrico Cardile e Adrian Newey per superare questa impasse. Non significa che Fallows sia stato bocciato, ma è evidente che la spinta iniziale, che aveva consentito una buona crescita del team, si è esaurita. Aston Martin ha ambizioni più elevate e ha capito che servivano ulteriori investimenti per compiere il salto di qualità. In questo senso, Austin rappresenta un punto di partenza su cui costruire l’intera impalcatura della stagione 2025 e, forse, anche degli anni futuri.
Crediti foto: Aston Martin F1