È parere unanime, ma non per questo oggettivo, che Aston Martin non sia uscita in forma smagliante dai test invernali del Bahrain. La AMR25, almeno all’apparenza e stando alle parole dei protagonisti, dal CEO e team principal Andy Cowell, per finire a Fernando Alonso, hanno ammesso che c’è ancora del lavoro da fare per calibrare un progetto che non sembra aver risolto le difficoltà emerse sulla vettura del 2024.
La sensazione che il campionato – il cui avvio è sempre più imminente – sia una fase di passaggio in attesa del nuovo quadro regolamentare è netta. Con un Adrian Newey entrato in servizio solo a inizio marzo ed Enrico Cardile alle prese con lo stop imposto dal tribunale di Modena che ha accolto le istanze della Ferrari, il rischio di replicare un campionato anonimo è concreto.
Aston Martin: Fernando Alonso non molla
Ma si può alzare bandiera bianca senza nemmeno provare a cambiare le inerzie? La convergenza prestazionale osservata l’anno scorso offre la possibilità di crederci, di immaginare che la zona podio non sia poi così inagguantabile. Di questo avviso è Alonso che all’idea di fare da spettatore per altre 24 gare non vuole assuefarsi.
“Se adotti un pacchetto di miglioramenti adeguato, la stagione cambia. Apporteremo degli aggiornamenti alla vettura e se uno di questi la riporterà in vita, all’improvviso potrai lottare per cose molto migliori. Non dovremmo dare per scontato l’ordine della griglia nelle prime gare“. Queste le parole dell’asturiano registrate dalla testata AS.
Dichiarazioni sincere, in linea col personaggio. Esternazioni che rafforzano il concetto: la AMR25, al momento, non è una monoposto in grado di scalare la classifica e di schiodarsi dal ventre molle della Formula Uno. Quel che si è osservato a Sakhir non è frutto di pretattica né di strategie volte a celare il potenziale.
La macchina è in ritardo ma a Silverstone c’è ancora qualcuno che crede che la rotta possa essere invertita con un pacchetto di aggiornamenti efficace. D’altro canto un’altra motorizzata Mercedes, la McLaren, ha dimostrato che anche una vettura nata malissimo, la MCL60, è riuscita a crescere rapidamente con le cure giuste.
Crediti foto: Aston Martin