Il venerdì di Zandvoort ha regalato una delle immagini più inattese di questo avvio di weekend: Fernando Alonso e l’Aston Martin si sono issati ai vertici della classifica nelle seconde prove libere, piazzandosi tra le due McLaren. Lo spagnolo ha chiuso la sessione con il secondo miglior crono in 1’10’’959, appena 87 millesimi più lento di Lando Norris e davanti di due a Oscar Piastri.
Le condizioni meteorologiche hanno contribuito a creare un clima incerto. Nonostante le previsioni indicassero una forte possibilità di pioggia, il maltempo ha aggirato il circuito olandese, permettendo ai piloti di lavorare interamente sull’asciutto. Le gomme dure e medie sono state le più impiegate, anche se non sono mancati tentativi con le soft, utilizzate fin dall’inizio da Andrea Kimi Antonelli.
Con il passare dei minuti, la minaccia di precipitazioni ha spinto diversi team ad anticipare le simulazioni di qualifica. I riferimenti cronometrici sono progressivamente calati, fino a quando una bandiera rossa ha interrotto le attività: Lance Stroll è finito largo alla sopraelevata di curva 3, toccando il muro e mettendo fine anzitempo al suo turno. Poco prima dell’interruzione, Oliver Bearman era riuscito a completare un giro competitivo, fermando il cronometro sull’1’11’’113.
Carlos Sainz è stato uno dei piloti più penalizzati dallo stop. Dopo la ripresa, la sessione ha vissuto anche una fase di Virtual Safety Car, necessaria per rimuovere la VCARB di Isack Hadjar, fermata da un guasto tecnico appena entrata in pista.

Gp Olanda: i risultati delle libere
La crescita dell’Aston Martin è apparsa evidente. Già nelle prime libere Alonso aveva dimostrato di poter abbattere la barriera del minuto e dieci secondi, trovando un feeling notevole con la AMR26. Nella seconda sessione è stato l’unico, insieme a Norris, a spingersi su tempi da riferimento assoluto, a conferma del buon lavoro svolto dal team di Silverstone.
La lotta alle spalle ha visto George Russell chiudere a tre decimi dal leader, mentre Max Verstappen è rimasto più attardato, lontano dai vertici davanti al pubblico di casa. Lewis Hamilton ha accusato un ritardo di otto decimi, riuscendo comunque a precedere Charles Leclerc. Lo stesso Hamilton è stato protagonista di un testacoda che ha aggiunto ulteriore incertezza a un venerdì già complicato per la Ferrari, separata a metà classifica dalle due Red Bull e mai realmente in lotta con i migliori: leggi qui.
La seconda bandiera rossa di giornata è stata causata dall’uscita di pista di Alexander Albon, bloccato nella ghiaia. Un episodio che ha vanificato ancora una volta il tentativo di Carlos Sainz, autore di un ottimo primo settore. Per lo spagnolo è stata una giornata di occasioni sfumate.
In evidenza invece Franco Colapinto, che con gomma morbida ha siglato il nono tempo, risultando uno dei migliori interpreti del gruppo centrale. L’argentino ha chiuso a un solo decimo da Leclerc e davanti di misura a Nico Hülkenberg, decimo con la Haas.
Aston Martin conferma la crescita
Un capitolo a parte merita il lavoro tecnico dietro ai progressi della Aston Martin. La mano di Adrian Newey si intravede chiaramente nell’ottimizzazione degli assetti della AMR26: il genio ex Red Bull, pur già impegnato nello sviluppo del progetto 2026, continua a fornire indicazioni preziose sull’attuale monoposto. I miglioramenti delle ultime settimane ne sono una conferma e alimentano fiducia in vista del prossimo campionato, quando entreranno in vigore le nuove regole e la scuderia potrà contare sulla power unit Honda.
Crediti foto: Aston Martin
Seguici e commenta sul nostro canale YouTube: clicca qui