Aston Martin, negli ultimi anni, si è distinta per una certa smania nello sviluppare la vettura. Ma i cambi continui non significano miglioramenti automatici. Nel 2024 questa politica ha funzionato piuttosto male. Tale tendenza si era manifestata già nella seconda parte della stagione precedente, quando il team di Silverstone era emerso come principale sfidante della Red Bull per poi smarrirsi a seguito di una parabola di sviluppo non efficace.
Aston Martin e la necessità di un’agenda di sviluppo più concreta
Dall’estate del 2023 lo sviluppo del team non è stato all’altezza delle aspettative, visto che diverse inefficienze aerodinamiche hanno compromesso le prestazioni prima della AMR23 e poi della AMR24, auto nata sotto una cattiva stella. Quei podi regolari a cui eravamo abituati si sono persi, trasformandosi in piazzamenti nei dieci che hanno portato a un modesto quinto posto nella classifica costruttori (94 punti il bottino raccolto da Fernando Alonso e Lance Stroll, ndr).

Nonostante l’arrivo di numerosi aggiornamenti in pista, nessuno di questi ha cambiato significativamente le sorti della monoposto. Andy Cowell – subentrato a Mike Krack nel ruolo di team principal – ha indicato con chiarezza cosa deve cambiare per evitare analoghe topiche.
“Non manca l’impegno all’interno della squadra“, ha dichiarato Cowell in un’intervista rilasciata al sito ufficiale dell’Aston Martin. “Abbiamo probabilmente vinto il campionato per il maggior numero di aggiornamenti portati in pista nel 2024, ma questi non hanno migliorato i tempi sul giro. E ciò che tutti vogliono in questo settore è proprio quello: migliorare i tempi sul giro“.
Tante novità dall’effetto sterile. Una parabola da ridisegnare in vista della stagione che prenderà il via a metà marzo, un’annata che servirà anche per affinare le metodologie operative in vista del 2026, che deve essere l’anno della svolta. Cowell è dunque chiamato a ristrutturare un team che ha sprecato troppe risorse economiche e tecniche.
Aston Martin: l’importanza dei nuovi strumenti presenti nel campus di Silverstone
L’ex n°1 del Mercedes High Performance Powertrains ha specificato che non tutti gli aggiornamenti devono necessariamente funzionare al primo impatto, ma che bisogna elevare il livello di efficacia rispetto a quello mostrato in tempi recenti. “Non significa che dobbiamo riuscirci ogni volta. Ho visto statistiche che dimostrano come, nei veri ambienti di ricerca e sviluppo, un tasso di successo del 20% sia considerato elevato. Se riusciamo a ottenere quel 20%, va bene, ma la differenza è che questi risultati devono essere raggiunti presso il nostro AMR Technology Campus, non in pista“.
“Dobbiamo assicurarci che tutti i nostri strumenti e processi al Technology Campus siano sufficientemente affidabili da garantire che, ogni volta che portiamo un aggiornamento in pista, siamo sicuri al 90% che funzionerà e risponderà alle nostre aspettative. Non è un obiettivo facile, ma è quello a cui dobbiamo mirare“.
“Abbiamo strumenti CFD molto potenti e presto avremo la galleria del vento più avanzata del settore, ma alla fine si tratta di simulazioni. C’è sempre il rischio che i dati non corrispondano esattamente a ciò che troviamo in pista. Tuttavia, possiamo utilizzare queste simulazioni per ottenere indicazioni affidabili e sono fiducioso che possiamo raggiungere un livello di affidabilità del 90%. Questo è lo standard operativo delle squadre campioni del mondo, ed è il nostro obiettivo minimo“, ha chiosato l’ingegnere inglese.

Il riferimento alle nuove attrezzature presenti nel campus di Silverstone è molto importante. Cowell lascia intendere che gli sviluppi devono funzionare prima nella fase computazionale e poi in pista. La galleria del vento, che dovrebbe essere operativa tra febbraio e marzo, servirà come strumento di validazione in una fase di passaggio tra i computer e l’asfalto. Un po’ quello che faceva Red Bull con l’uso confermativo del wind tunnel. E non è un caso che le chiavi della progettazione saranno affidate a quell’Adrian Newey che ha fatto le fortune della scuderia di Milton Keynes.
La figura di Cowell serve proprio a non disperdere le tante risorse messe a disposizione da Lawrence Stroll. L’ex Mercedes è quindi chiamato a massimizzare i risultati evitando gli smarrimenti che hanno caratterizzato il cammino dell’Aston Martin fino a questo momento.
Le strutture da sole non bastano: ora servono gli uomini per farle funzionare a dovere. La palla passa dunque ai tanti ingegneri acquisiti dalla franchigia inglese, che è stanca di partecipare e vuole finalmente giocare per vincere.
Crediti foto: Aston Martin