GP USA 2024 – Come anticipato nei giorni scorsi, Aston Martin ha introdotto un massiccio pacchetto di aggiornamenti per la AMR24. Si tratta di provvedimenti utili per quest’anno, ma soprattutto per il prossimo. La monoposto verde, prodotta nella nuova factory di Silverstone, pur senza poter contare ancora sulla nuova galleria del vento che sarà inaugurata a breve, è stata una delle delusioni del campionato del mondo in corso.
Dopo aver fatto molto bene, specie nella prima parte, con la AMR23, si riteneva che gli ingegneri inglesi avessero compreso quali fossero stati i problemi che avevano limitato l’evoluzione della vettura nella seconda fase del mondiale 2023. Evidentemente, gli obiettivi non sono stati centrati.
Il modello attuale è una diretta evoluzione della versione dell’anno scorso. Mentre le altre scuderie sono progredite nettamente, in Aston sono rimasti fermi in una sorta di limbo rappresentato da un quinto posto in classifica che sa di immobilismo: non si può puntare in avanti poiché Mercedes è troppo distante; mentre, guardandosi indietro, si è sicuri di non essere raggiunti dato che i rivali più vicini sono ampiamente distaccati.
Questa situazione di stallo si riflette anche nelle prestazioni in pista, con Fernando Alonso e Lance Stroll “vittime”, loro malgrado, di una vettura incapace di infastidire le concorrenti che lottano stabilmente per il podio.
Per invertire questa rotta, ma soprattutto per tracciare una nuova linea di sviluppo in vista del 2025 – una stagione che non vuole essere solo di passaggio in attesa della rivoluzione regolamentare dell’anno successivo – al Circuit of the Americas sono state introdotte delle novità da testare immediatamente, nonostante il formato anomalo della Sprint Race.
In Aston Martin hanno fretta e non intendono perdere altro tempo, avendo compreso che ormai il 2024 è un anno compromesso. Tanto vale sfruttare queste ultime sei gare come un grande laboratorio itinerante, per testare sul campo una vettura chiamata a rispondere immediatamente e con efficacia alle novità.
Il tracciato americano, impegnativo sia dal punto di vista meccanico che aerodinamico, offre una buona base probatoria per eseguire dei test. Questi serviranno a validare alcune soluzioni e raccogliere dati che potrebbero rivelarsi utilissimi nello sviluppo delle idee che lo staff, guidato da Dan Fallows, ha in mente, in attesa dell’operatività di Adrian Newey ed Enrico Cardile.
Il weekend del GP di Austin, con il formato Sprint, sarà dunque utile per valutare come il nuovo concetto si comporterà. Sarà l’occasione per esaminare la rigidità delle sospensioni, l’altezza della vettura, la tendenza al sovrasterzo o sottosterzo, la solidità dell’avantreno e del retrotreno. In parole semplici: “stressare” tutti quegli elementi su cui costruire un progetto che sappia lasciarsi alle spalle i difetti non corretti dal modello 2024.
Aston Martin deve cambiare rotta, poiché durante il campionato si sono manifestati problemi di vario tipo. Il più serio di questi è stata la mancanza di comprensione degli aggiornamenti. Le prestazioni in pista non hanno rispecchiato i dati raccolti in galleria del vento, mostrando una scarsa correlazione tra i due ambiti.
La Aston Martin AMR24 “B”
Nel definire le nuove linee dei sidepod, che potete vedere nelle illustrazioni in basso di Chiara Avanzo, si nota come i tecnici siano andati nella direzione della McLaren MCL38. E se vogliamo, questa è una notizia: fino a poco tempo fa, i team tendevano a replicare le soluzioni introdotte dalla stravincente Red Bull RB18 e RB19.
Anche la vettura papaya, nel suo processo evolutivo, si è ispirata ai principi definiti da Adrian Newey per poi svilupparli ulteriormente. Proprio a questo tipo di aggiornamenti Aston Martin ha puntato, avendo valutato che la strada tracciata da Woking è quella più efficace per ottenere ottimi risultati. Anche se non basta appiattirsi per scattare in avanti.
D’altro canto, come sostenuto da Fernando Alonso nel presentare il Gran Premio degli Stati Uniti, è inutile girarci intorno: per vincere serve innanzitutto una macchina veloce e questo è ciò che gli ingegneri di Silverstone intendono iniziare a definire.
Aston Martin AMR24 “B”: le aree d’intervento
Ma cosa è stato fatto sulla “verdona”? Diverse le aree di intervento degli uomini guidati da Fallows. Partendo dalla parte anteriore, è stata introdotta una nuova ala con un disegno diverso dei flap il cui scopo è modificare l’andamento dei vortici generati per incanalare diversamente i flussi verso le parti nevralgiche della monoposto: all’interno dei canali Venturi e, in generale, verso i sidepod. Anche il profilo degli endplate dell’alettone è stato modificato.

Le novità più vistose, come mostrano le illustrazioni in alto, si trovano nella zona centrale, dove è stata pesantemente rivista l’area della copertura del motore, che ora presenta degli svasi molto più in linea con quelli della McLaren MCL38. La linea, in generale, sembra essere più semplificata, svelando la necessità di pulire i flussi per renderli meno turbolenti e incanalarli verso la zona posteriore, dove è presente la beam wing.
Abbinato a questo schema c’è anche il nuovo fondo, rivisto sia nella parte celata agli sguardi sia in quella più visibile, che definiamo “del marciapiede”. Interventi necessari a supportare un altro importante cambiamento: quello del diffusore, che presenta modifiche nella parte alta e nelle paratie verticali, ora con un profilo diverso.
Da questa breve descrizione si può comprendere come Aston Martin abbia operato in tutte le zone nevralgiche della monoposto. Se ci limitassimo a osservare il primo giorno di lavoro, il venerdì di ieri, potremmo trarre conclusioni affrettate e quindi errate. La mole di novità e le problematiche preesistenti fanno sì che meno di due ore di lavoro, compreso un turno ufficiale di qualifiche, non siano sufficienti per arrivare a conclusioni definitive.
Gli uomini di Silverstone avevano messo in conto che il weekend del Gran Premio degli Stati Uniti sarebbe stato utilizzato come un grande test. Ieri si è puntato ad accumulare dati che sono stati elaborati nella notte, e che nella Sprint Race dovrebbero trasformarsi in indicazioni più coerenti.
La AMR24 è un vero e proprio laboratorio viaggiante e, per questa ragione, non bisogna aspettarsi prestazioni di rilievo, ma piuttosto capire se le vecchie problematiche siano state effettivamente superate.
Tanto è delicata la natura di questo aggiornamento che si vuole usare tutto il tempo disponibile senza correre, poiché stiamo parlando di quella che potrebbe essere la base tecnica del modello 2025. Ecco perché queste ultime gare saranno votate al sacrificio in vista del prossimo anno.
Crediti foto: FIA
Illustrazioni: Chiara Avanzo per Formulacritica