Apollo incatena Dionisio: quando Leclerc ricorda Prost

Non è un paragone irriverente, è l'attestazione di un modo di guidare maturo che serve nella F1 della gestione totale. Il Gp del Giappone di Charles Leclerc è un manifesto operativo di una nuova filosofia di guida

Sei stato scelto come pilota della giornata. Tutta la gara è stata ben gestita“, ha gracchiato la radio di Charles Leclerc alla fine del Gran Premio del Giappone. Dall’altro lato, a parlare, Xavi Marcos, ingegnere di pista del monegasco che provava a rinfrancare il pilota che sapeva d’aver rovinato il weekend con una qualifica al di sotto delle sue straordinarie possibilità.  

Grazie, ma fanculo, sono arrivato quarto. Pensavo che avremmo potuto fare qualcosa di meglio ad un certo punto. È la vita“. Questa la replica di Charles che sa che il titolo di driver of the day è un emblema assai effimero, che non dà punti e non ristora l’umore. Un trofeo immateriale fatto per i tifosi e che serve ad esaltare questi. Non di certo chi compete per cose ben più concrete. 

Al di là dell’onorificenza resta la prestazione. E di quella sì che si può parlare. Charles ha recuperato quattro posizioni finendo ai piedi del podio. Non lo ha fatto grazie a sorpassi funambolici o a staccate ai limiti della fisica. Lo ha realizzato con un capolavoro di gestione tattica e di amministrazione delle gomme.

Ciò che serve per imporsi nella Formula 1 odierna in cui i piloti passano più tempo a sovraintendere ai sistemi di una complessa monoposto che ad aggredire l’asfalto. 

Ferrari - Gp Giappone 2024
Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) scende in pista durante le libere del Gp del Giappone 2024

Charles Leclerc: gestione perfetta

Certi risultati non dipendono solo dalla pura velocità, ma anche dalla padronanza strategica abbinata alla conduzione impeccabile. Una miscela di abilità e intelligenza che ieri è stata sublimata nell’eccezionale capacità di gestire gli pneumatici. Il primo stint di gara, quello su gomme media C2 è stata la chiave della rimonta.

Mentre i colleghi si alternavano ai box lui andava dritto, solido e veloce, allungando un settore di gara con un ritmo martellante e costante. Charles si muoveva su quel delicato equilibrio tra velocità e conservazione. Un approccio calcolato, che privilegiava la fluidità e la precisione rispetto all’aggressività grezza

Questo stile di guida, che solitamente non si confà a Leclerc, non solo preservava gli pneumatici, ma mitigava anche il rischio di attivare quel degrado termico che a Suzuka è sempre dietro l’angolo.  

L’ha studiata Charles. L’approccio metodico alla gestione degli pneumatici è figlio di un’analisi meticolosa delle condizioni della pista fatta con i suoi ingegneri. Da queste cogitazioni, e grazie a una Ferrari SF-24 adattiva, è nato un gran premio che vuole e deve essere base di ripartenza in una stagione in cui è evidente che il potenziale pieno del pilota non si è ancora dipanato. 

Il ferrarista, piuttosto che attaccare aggressivamente in maniera sistematica (anche se non si risparmiava come dimostra la piccola sbavatura che ha preceduto l’unico pit stop della gara), si è concentrato nel mantenere un ritmo costante riducendo al minimo lo stress inutile sulle mescole Pirelli. 

Da questo è nato quel primo, interminabile, stint che ha permesso di risalire la classifica e di rimediare parzialmente a un sabato stranamente molle per uno che sul giro singolo ha fatto vedere cose mirabili in carriera. 

Charles Leclerc, Ferrari SF-24 – Gp Giappone 2024

Leclerc: la ragione che contiene l’impeto

Senza voler scomodare paragoni troppo grossi e quindi irriverenti, Charles ha ricordato uno che parla la sua stessa lingua: Alain Prost. Il Professore, soprannome affibbiatogli proprio per la sua enorme sensibilità nella gestione delle gomme e delle strategie di gara.

Direte che parte del merito è anche di una Ferrari dolce con le coperture. Vero, verissimo. Ma bisogna saperle sfruttare certe caratteristiche e bisogna saperlo fare soprattutto se sei un aggressivo di natura. 

Charles ha tenuto a bada il mostro famelico che anima ogni pilota e ha fatto vincere la razionalità. L’ordine e il rigore che incatenano la sfera più selvaggia e incontrollabile. Apollo che limita Dionisio. Forse un po’ troppo filosofico come concetto. Ma serve per dar forma all’idea.

Quante volte abbiamo letto che uno degli aspetti nei quali Charles deve completarsi (ognuno è perfettibile, anche un pilota che viene universalmente riconosciuto tra i più talentuosi di questa era sportiva) sia la gestione della gara nel suo insieme? Non un’accusa, ma un tentativo di descrivere le caratteristiche di un conducente in continua evoluzione e che sta studiando per diventare il più forte del lotto. 

Il Gran Premio del Giappone ha spiegato che Charles, quando serve, sa essere anche ragione e non puro istinto. Pragmatismo e non astrazione. Quello che attualmente serve per imporsi a una concorrenza in cui si agitano cannibali, vecchie glorie che non vogliono abdicare, giovanissime leve pronte a scazzottare e colleghi di casacca mossi dallo spirito di rivalsa per un licenziamento che si reputa tutt’ora immotivato.

Suzuka sia base di partenza. Il Gran Premio del Giappone sia la cesura del suo mondiale. La biforcazione sistemica tramite la quale si prendono nuove strade che solidificano il carattere e temprano il bagaglio tecnico che è smisurato. Ma che va incatenato nei confini algidi della disciplina

Charles Leclerc, Scuderia Ferrari

La Formula 1 attuale impone regole gestionali ferree. Serve osservanza e Charles, ieri, ha dimostrato di poter applicare un protocollo che esalta le prestazioni. Fissare questo modus operandi tornando, però, a primeggiare anche sull’esercizio nel giro singolo. 

Charles sta lavorando per capire come portare le gomme nella giusta finestra per permettere alla sua natura aggressiva di riemergere sul push lap. Quando questo cammino, non complesso, sarà completato, avremo quel pilota “pieno” che serve alla Ferrari per tornare a issarsi sul tetto del mondo. 

Un iter condiviso perché la Rossa non è ancora del tutto pronta e sta completando con disciplina, ugualmente al suo alfiere, un percorso di crescita.

Vanno di pari passo Leclerc e la Ferrari e insieme intendono sedersi sullo scranno dei dominatori. Suzuka ha raccontato che si è sul sentiero giusto. Forse tortuoso, sicuramente scomodo, ma che conduce là dove si intende arrivare. 


Crediti foto: Scuderia Ferrari, Formulacritica 

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