Antonio Giovinazzi torna a respirare aria di casa. E lo fa con determinazione, alla vigilia del secondo round del FIA World Endurance Championship, che il prossimo weekend fa tappa sullo storico tracciato dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari. Per il pilota italiano, impegnato al volante della Ferrari 499P numero 51 insieme a James Calado e Alessandro Pier Guidi, Imola è un crocevia di emozioni, ricordi e motivazioni.
Il commento di Giovinazzi
“È il nostro circuito di casa, e storicamente ci ha sempre visti competitivi – spiega Giovinazzi –. Davanti ai tifosi italiani vogliamo lottare per un risultato importante, consapevoli che il livello della competizione è altissimo”.
L’ex pilota di Formula 1, ormai una pedina chiave del progetto Hypercar Ferrari – AF Corse, entra nel dettaglio tecnico di un tracciato affascinante ma tutt’altro che semplice da decifrare. “Imola è un circuito vecchio stile, con saliscendi e curve impegnative. Non è facile superare, è stretto, e con così tante Hypercar e LMGT3 in pista, il traffico sarà una variabile cruciale”.
Elementi decisivi
La precisione, la sensibilità sul corpo vettura e la conoscenza del tracciato diventano elementi decisivi. Giovinazzi conferma: “Alla Tamburello e alla Villeneuve bisogna usare bene i cordoli per ridurre la distanza e massimizzare la velocità in uscita. Alla Tosa è fondamentale preparare bene la trazione, mentre alla Piratella si tocca la massima velocità laterale della vettura. Le Acque Minerali? Probabilmente il tratto più difficile, devi essere perfetto in frenata e in inserimento”.
Giovinazzi non dimentica nemmeno i passaggi più spettacolari: “Alla Variante Alta si saltano i cordoli come in un kart, è tecnica pura. E alla Rivazza serve tutto il controllo per gestire la discesa e preparare al meglio l’ingresso sul rettilineo principale”.
La Ferrari e Imola
Ferrari arriva al round italiano con fiducia e consapevolezza, ma anche con la pressione di chi sa di doversi confrontare con avversari agguerriti. Il campionato è solo agli inizi, ma Imola, praticamente il circuito di casa Ferrari, vale già qualcosa in più.
“Abbiamo lavorato duramente e conosciamo il potenziale della nostra vettura – conclude Giovinazzi –. A Imola non vogliamo solo esserci: vogliamo lasciare il segno”.