Fin da piccolo ho sempre amato le fiabe perché mi permettevano di sognare e di modellare la realtà in base ai miei desideri. Crescendo, però, ci si rende conto che sono solo storie fatte perché ognuno possa immaginare quello che più gli piace.
Capita così anche per la Formula 1, dove esperti improvvisati di ogni tipo inventano storie che, ben confezionate e rese credibili con sapienti giri di parole, diventano notizie che creano dal nulla nuove sospensioni miracolose, nuovi aggiornamenti capaci di far volare le monoposto e personaggi mitologici da mettere a capo del team per condurlo alla vittoria con un sol colpo di bacchetta magica.
La narrazione intorno alla Ferrari è in grado di creare miti o distruggerli nel volgere di pochi gran premi
Non più tardi di qualche mese fa, il popolo ferrarista festeggiava in pompa magna l’inizio di una stagione che si presentava trionfale, e tutta la stampa italiana su carta e web inneggiava al gran lavoro di Frédéric Vasseur, il “cuoco” diabolico che stava “cucinando” qualcosa di eclatante da usare contro gli avversari.
Entusiasmo alle stelle e tutti sul carro del team principal francese, che ha saputo portare a Maranello il pilota più vincente della storia per vincere il titolo e mettersi alle spalle gli anni bui di Mattia Binotto; ma questa favoletta basata sul nulla ha poi portato a un brusco risveglio che ha scatenato le critiche verso il mite transalpino, accusandolo di aver fallito al primo vero anno al timone Ferrari.

La nuova speranza è il mago di Oz in salsa romana: Antonello Coletta
I “capiscers” che gestiscono i trend sui social hanno prontamente individuato il sostituto in Antonello Coletta, il direttore di corsa dei programmi Endurance e Corse Clienti Ferrari, che nel corso degli anni ha saputo costruire una struttura in grado di produrre un progetto vincente come la 499P, che sta trionfando nel WEC e alla 24 Ore di Le Mans.
Una figura che gode di una stima trasversale nell’ambiente, un leader che, lavorando a testa bassa con una progettualità che si è sviluppata negli anni grazie a un’adeguata programmazione e lungimiranza, ha portato a risultati impensabili, poiché i competitor avevano progetti vincenti già in fase di sviluppo da anni, eppure l’AF Corse è riuscita a portare una Hypercar appena nata sul tetto di Le Mans, distinguendosi non solo per le prestazioni in pista, ma anche per la performance organizzativa e gestionale
Cambiare team principal con la stessa frequenza con cui ci si cambia la biancheria intima sembra la soluzione a tutti i problemi: scegliamo Antonello Coletta e si vince. Dispiace offendere gente che, tutto sommato, vive la F1 con passione, ma è da perfetti imbecilli pensare di mandare via Frédéric Vasseur, al lavoro da soli due anni, che sta operando per riorganizzare il team: un tempo ristretto, ridicolo in una Formula 1 dove tutto è “freezato” e dove assumere un tecnico vuol dire vederlo al lavoro almeno dopo un anno. Proprio Antonello Coletta è la dimostrazione vivente che i successi vengono da lontano, arrivano dopo anni di duro lavoro, passando spesso per periodi negativi, ma se si ha la forza ed il coraggio di mantenere la barra dritta, i risultati poi arrivano di sicuro.
Personalmente, illo tempore, non ho accolto con entusiasmo la scelta di Frédéric Vasseur come Team Principal, perché a mio avviso serviva una figura più carismatica ed incisiva per farsi largo in un ambiente difficile come quello di Maranello; però è stato scelto lui e bisogna dargli il giusto tempo per mettere a frutto i suoi sforzi. Pensare che sostituirlo, anche con un vincente come Antonello Coletta, possa portare alla vittoria è un errore grossolano e madornale.

Antonello Coletta poteva essere un ottimo candidato due anni fa, ma adesso è poco più di una favola da raccontare ai tifosi
Il condizionale è d’obbligo perché ormai la F1 diventa sempre più un ambiente chiuso e non è detto che chi ottiene buoni risultati in altre categorie possa ripetersi anche nel Circus. Però due anni fa una tale scelta avrebbe avuto un senso, e possiamo dire per certo che ci hanno pensato seriamente a Maranello. Ma adesso sarebbe
altamente dannoso, perché significherebbe l’ennesimo stop a un processo di crescita che forse ha solo bisogno di tempo. Ricordiamo agli smemorati che Todt approdò in Ferrari nel 1993 e Michael Schumacher vinse il titolo nel 2000… così, giusto per dire…
Comunque, al di là di tutte le chiacchiere che si possono fare su Antonello Coletta, una cosa si sa per certo: è stato lui stesso ad escludere un possibile approdo in Formula 1, perché totalmente coinvolto nel WEC con la sua creatura. Chi lo conosce bene giura che non lo vedremo in F1, e questo basterebbe per mettere a tacere tutte le idiozie che circolano. Tanto vi dovevo.
Crediti foto: Ferrari
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