GP Singapore 2024: 4 zone DRS per provare a superare il problema dei sorpassi

Marina Bay è da sempre una pista refrattaria alle manovre di sorpasso. La FIA ha deciso di introdurre una nuova zona DRS per provare a incrementare la variabilità in gara

Il Circus della Formula 1 si sposta dall’Azerbaigian a Singapore. 7000 km da coprire in pochi giorni per allestire tutte le strutture necessarie a mandare in scena lo spettacolo della Classe Regina del Motorsport. Marina Bay è stato il primo tracciato su cui si è disputata una gara in notturna e la tradizione continuerà anche quest’anno.

La Pirelli ha mantenuto la continuità con l’edizione 2023, portando le mescole più morbide della gamma: C3 per le hard, C4 per le medie e C5 per le soft. Il costruttore italo-sinico ripropone quanto fatto sia a Monza che a Baku.

Marina Bay, che l’anno scorso ha subito una modifica nel layout per renderlo leggermente più scorrevole, rimane comunque uno dei circuiti più tortuosi dell’intero calendario. La pista ora ha una lunghezza di 4,940 km, da percorrere 62 volte. Già nel 2023 era stata riasfaltata una parte della stessa; quest’anno l’operazione è stata completata con un nuovo manto di bitume nelle curve 3, 9, 10, 12, 14 e 17.

Anche se si tratta di un asfalto nuovo, non ci si aspetta una grande abrasività, dato che è il materiale usato per la normale circolazione stradale, che dovrebbe essere quindi relativamente liscio. Questa situazione imporrà ovviamente una certa cautela per i piloti, soprattutto nella prima sessione di prove libere, che servirà più a prendere confidenza con il tracciato che a definire il giusto assetto delle vetture.

Anteprima GP Singapore 2024
Infografica Pirelli relativa al Gp di Singapore 2024

Gp Singapore 2024: le indicazioni della Pirelli

Marina Bay è un tracciato sul quale è molto difficile sorpassare, per cui il turno di qualifiche assume una valenza cruciale nell’economia dell’intero weekend di gara. Per questo è importante gestire al meglio i set di gomme soft a disposizione, evitando di sprecarli nei turni di prove libere. Per quanto riguarda la gara, invece, i compound ideali dovrebbero essere quello duro e quello medio.

Proprio per la natura del circuito, poco incline a favorire i sorpassi, i primi stint di gara tendono a essere molto lunghi, nel tentativo di guadagnare terreno quando i rivali entrano ai box. Per cercare di compensare questo problema, è stata introdotta una nuova zona DRS, portando il totale delle stesse a 4. Il nuovo tratto in cui si può utilizzare l’ala mobile è quello tra le curve 14 e 16.

Marina Bay è quindi un circuito che impone sfide molto particolari. Le gomme sono stressate soprattutto per quanto riguarda la trazione. Su una scala da 1 a 5, Pirelli assegna un valore di 4, quindi medio-alto, per questo circuito.

Il grip è valutato 3 su 5, così come l’abrasività dell’asfalto. Ciò che invece raggiunge il massimo nella scala del costruttore italo-cinese è l’evoluzione della pista: il tracciato cambia costantemente con il procedere delle sessioni, e i team devono essere molto attenti a prevedere come evolverà l’asfalto per definire i giusti piani tattici e la gestione delle coperture.

Le gomme sono relativamente poco stressate (2 su 5), mentre l’impianto frenante è particolarmente sollecitato, con il massimo punteggio assegnato dalla Pirelli. Le accelerazioni laterali sono abbastanza scarse (2), mentre il carico richiesto è tra i più elevati, ai livelli di Montecarlo e Hungaroring. Vedremo quindi pacchetti ad alta downforce.

Prima che emergano i dati dei team dopo le prime sessioni di prove libere, Pirelli ha fissato i valori di pressione nominale da utilizzare sin dal venerdì. All’anteriore, la pressione di gonfiaggio è di 22 psi; al posteriore, di 20. Il camber invece è di -3,5° all’anteriore e -2,0° al posteriore.


Crediti foto: Pirelli Motorsport

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