Anteprima GP Messico 2024 – Dal Texas al Messico la distanza è breve, ma la differenza tra il Circuit of the Americas, dove la Ferrari ha trionfato, e l’Hermanos Rodriguez di Città del Messico è significativa. Il circuito messicano presenta una delle particolarità più uniche di tutto il calendario di Formula 1. Ma andiamo per gradi.
Questo è il secondo weekend di gara di un triple header che probabilmente determinerà molto delle dinamiche finali del campionato del mondo. Dopo un weekend Sprint e prima di un altro, quello del GP del Brasile che si correrà la settimana prossima, si torna a un fine settimana standard, con tre sessioni di prove libere prima delle qualifiche e della gara.
C’è una piccola novità: la Pirelli, per esigenze di test in vista del 2025, ha ottenuto che una sessione duri 90 minuti anziché i canonici 60. Sarà la FP2 la seduta dedicata alle prove degli pneumatici per la prossima stagione. Pirelli testerà le mescole più morbide del 2025, denominate C4, C5 e C6. Tutti i team dovranno seguire un programma specifico stabilito dagli ingegneri del gruppo italo-sinico.
Per quanto riguarda le gomme del weekend, la Pirelli ha portato le mescole più morbide del ventaglio 2024: C3 (hard, banda bianca, 2 set), C4 (medie, banda gialla, 3 set) e C5 (soft, banda rossa, 7 set). I piloti avranno quindi un treno in meno a disposizione, ma ne avranno altri due non marchiati: uno sarà identico alle gomme usate quest’anno, mentre l’altro sarà basato sulle mescole 2025. Così sarà possibile eseguire un raffronto dirette
Passando alle caratteristiche del tracciato messicano, questo è uno dei più corti del campionato, con una lunghezza di 4.304 metri. Le curve e l’asfalto presentano una bassa severità in termini di stress per le gomme. Per il Gran Premio del 2024 sono state riasfaltate le curve 12 e 15, nel terzo settore, il più lento del circuito. L’asfalto è molto liscio e la pista, essendo poco utilizzata durante l’anno, presenta livelli di grip molto bassi all’inizio, con un’elevata evoluzione del tracciato man mano che la gommatura si accumula.
La particolarità di questo tracciato è l’altitudine: Città del Messico si trova a oltre 2.000 metri sul livello del mare, il che pone sfide particolari per le vetture di Formula 1. La rarefazione dell’aria riduce la deportanza, per cui i team utilizzano configurazioni alari ad alto carico. Nonostante ciò, si raggiungono velocità di punta molto elevate. Nel 2016, Valtteri Bottas su Williams toccò i 372,5 km/h.
Queste condizioni influenzano anche i motori turbo, che lavorano in maniera diversa – e più stressata – a causa della minore quantità di ossigeno. Questo richiede soluzioni specifiche sia per gli aerodinamici che per i motoristi, che devono trovare il giusto equilibrio per evitare problemi di affidabilità.
Per quanto riguarda gli pneumatici, una delle sfide di questo tracciato è il rapido raffreddamento della superfice nei tratti veloci, il che rende le frenate particolarmente difficili.
GP Messico 2024, preview: le indicazioni della Pirelli
Sul fronte strategico, il GP del Messico è generalmente una gara da una sola sosta, poiché il tracciato non è molto severo con gli pneumatici. Tuttavia, esperienze passate insegnano che le previsioni potrebbero non sempre essere confermate. Ovviamente safety car e altri eventi eccezionali possono sparigliare le tattiche preventivate.
Pirelli ha assegnato il massimo livello di stress alle gomme per quanto riguarda il carico. L’evoluzione della pista è rapida, poiché la pista è poco usata durante l’anno. Il grip e l’abrasività dell’asfalto saranno confermati dopo i primi giri in pista, ma ci si aspetta valori moderati. La trazione è valutata nella media, così come le frenate, che non sono particolarmente stressanti. Il degrado delle gomme è basso, e Pirelli ha portato i compound più morbidi prevedendo una sola sosta.
Prima delle prove libere, Pirelli ha fissato le pressioni nominali: 23 psi per le gomme anteriori e 21 psi per le posteriori. Il camber è fissato a -3,0° all’anteriore e -1,75° al posteriore.
Crediti foto: Pirelli Motorsport