Gp Abu Dhabi 2025, anteprima – Il Mondiale di Formula 1 2025 si spegne a Yas Marina, come ormai da tradizione, ma quest’anno la cornice non è una passerella finale: è un’arena infuocata. Lando Norris, Max Verstappen e Oscar Piastri si presentano all’ultima gara separati da pochi punti in un equilibrio talmente fragile che qualsiasi dettaglio tecnico può diventare determinante. Le squadre lo sanno, i piloti ancora di più, e la gestione delle gomme – mescole C3, C4 e C5 selezionate da Pirelli per l’occasione – potrebbe cambiare la storia della stagione.
La casa milanese mantiene infatti la scelta più morbida, come da consuetudine ad Abu Dhabi, e la particolare combinazione tra l’asfalto e la costruzione degli pneumatici 2025 apre scenari strategici insoliti. Il circuito ha sempre evidenziato fenomeni di graning, ma dall’ultimo anno questo effetto si è molto ridotto, anche grazie alla maggiore resistenza dei set attuali.
La conseguenza è che la Soft, la C5, sta progressivamente smettendo i panni della gomma da qualifica per entrare a pieno titolo in una possibile strategia di gara. Un fattore che potrebbe ribaltare il paradigma tattico tradizionale, creando un bivio tra chi tenterà l’attacco immediato e chi punterà sulla gestione.

La natura del degrado resterà comunque prevalentemente termica, e le squadre che soffrono la trazione, specie nel tratto conclusivo del circuito, rischiano di pagare un conto salato. Le lunghe accelerazioni da bassa velocità stressano soprattutto il retrotreno, un dettaglio che mette sotto la lente la McLaren di Norris e Piastri e la Red Bull di Verstappen: le prime due brillano proprio nella conservazione degli pneumatici quando la temperatura resta entro il range ideale, mentre la RB21 ha costruito una stagione sul bilanciamento aerodinamico e sulla costanza di carico, qualità fondamentali nel settore centrale della pista.
Il confronto con lo scorso anno offre uno spaccato prezioso. Nel 2024 quasi tutti i piloti partirono con la Medium, ad eccezione di Hamilton, e la sosta unica con Hard nel secondo stint si rivelò la via più efficiente. La Soft entrò in scena solo per tentare il giro veloce, a dimostrazione della prudenza strategica della griglia. Ma quell’edizione fu condizionata da graining limitato e da un degrado contenuto; chi anticipò la sosta ebbe comunque margine per chiudere con un doppio stint pulito.
Quest’anno la finestra operativa della C5 appare più ampia e questo potrebbe modificare radicalmente il comportamento dei top team nella prima parte di gara: una Soft iniziale potrebbe dare a Norris o Verstappen la chance di creare un delta immediato, mentre Piastri potrebbe scegliere un approccio più conservativo, forte della sua costanza nei long run.
Il tracciato resta fedele alla sua natura di circuito moderno e tecnico, con i suoi 5,281 km, le 16 curve e un disegno reso più fluido dalla revisione di quattro anni fa, che accorciò il layout e aumentò le opportunità di sorpasso. Il rettilineo tra le curve 5 e 6 è il punto in cui la potenza della power unit e l’efficienza aerodinamica emergono in modo più evidente, mentre la combinazione 10-11-12 costringe i piloti a frenate violente e a sopportare carichi laterali severi.
Proprio qui si giocherà una parte non trascurabile della gestione delle coperture , soprattutto se la temperatura dell’asfalto dovesse calare rapidamente con il progressivo scendere della notte, una variabile che cambia la natura del grip a seconda del momento della giornata.

A complicare ulteriormente il quadro arrivano i lavori di riasfaltatura che hanno coinvolto le curve da 1 a 4, necessari per correggere alcune irregolarità emerse nella stagione precedente. Un asfalto nuovo tende a essere più liscio, meno abrasivo e inizialmente meno gommato, un fattore che potrebbe generare sorprese nelle libere e condizionare l’evoluzione dell’aderenza fino alla qualifica. Anche l’attività delle categorie di supporto, Formula 2 in primis, potrà influenzare sensibilmente lo stato della pista, alterando la quantità di gomma depositata e la coerenza dei riferimenti acquisiti nei long run del venerdì.
Abu Dhabi: Pirelli testerà le gomme 2026 dopo la gara
Il fine settimana di gara è solo il preludio a un altro appuntamento chiave: il test post-stagionale del 9 dicembre. Tutte le squadre saranno impegnate in una lunga giornata di prove con le gomme 2026, utilizzando muletti adattati per simulare le caratteristiche delle vetture del prossimo anno.
Una sessione che spezza i ritmi tradizionali di fine stagione e rappresenta l’ennesimo elemento di stress logistico e operativo, soprattutto per le squadre coinvolte nella lotta al titolo. Parallelamente ogni team dovrà schierare anche un giovane pilota sulla monoposto 2025, un impegno che richiede pianificazione e attenzione per non sottrarre energie al focus principale: la gara che decide il campionato.
Le statistiche raccontano che Yas Marina incorona spesso i più forti. Hamilton comanda la classifica dei vincitori con cinque successi, mentre Verstappen è fermo a quattro e potrebbe eguagliare il britannico proprio quest’anno. Red Bull vanta sette vittorie complessive, Mercedes insegue a una sola lunghezza, e non è mai un caso che il titolo si sia spesso deciso qui: il 2021 resta un’icona, con Verstappen che conquistò il suo primo alloro piloti e Mercedes che chiuse un ciclo storico con l’ottavo titolo costruttori.

Nel 2025 la storia è di nuovo pronta a scriversi. Norris cerca il coronamento di una stagione di maturazione e velocità pura; Verstappen punta all’ennesimo capitolo della propria leggenda sportiva; Piastri vuole ribaltare tutte le gerarchie e diventare il terzo campione del mondo australiano. In un circuito che premia la precisione, la gestione delle gomme e la lucidità nei momenti chiave, ogni curva sarà un banco di prova per nervi saldi e capacità di lettura.
Yas Marina non decide solo una gara. Decide un’era. E stavolta lo farà metro dopo metro, stint dopo stint, fino all’ultima luce sotto i riflettori del deserto.
Crediti foto: Pirelli Motorsport, F1
Seguici e commenta sul nostro canale YouTube: clicca qui





