Andretti osteggiato da una lotta di potere inesplicabile

Dopo il sostegno del Congresso americano, Andretti e Cadillac raccolgono anche il supporto della Ford. Ma la FIA, in un cambio di linea repentino e inspiegabile, si appiattisce sulla FOM e rende nuovamente difficilissimo il cammino che dovrebbe portare gli americani in Formula 1

Verrà il giorno in cui si capirà perché c’è così tanta avversione nei confronti degli Andretti. Dopo la bocciatura della FOM, l’ente che detiene i diritti commerciali della F1, è arrivata la frenata della FIA. Ne abbiamo dato conto ieri (leggi qui). 

Mohammed Ben Sulayem, dopo aver supportato con forza la candidatura degli Andretti superando forse il limite del suo mandato e facendo sicuramente arrabbiare quelli di Liberty Media, ha tirato il freno a mano, ha girato di botto il volante è ha messo la FIA in testacoda facendole imboccare l’altro senso di marcia. Una manovra in stile “fast and furious” visto che fino a poche settimane fa spingeva convintamente per l’ingresso dell’undicesimo soggetto nel paddock.

FIA Natalye Robin
Mohammed Ben Sulayem, n°1 della FIA

La nuova indicazione è “compra un team presente o desisti”. Praticamente quello che sta affermando da sempre Greg Maffei e che le “dieci sorelle” hanno ricordato più volte al buon Michael che però non demorde, apre sedi, assume personale e cerca appoggi pesanti come quello del Congresso degli Stati Uniti.

F1: Andretti in balia di interessi che non può dominare

A proposito di supporto, è arrivato quello di un altro colosso a stelle e strisce che, dopo anni di assenza, sta per tornare in Formula Uno: Ford. La casa di Dearborn formerà una partnership tecnica con la Red Bull nella creazione delle nuove unità propulsive che debutteranno nel 2026. L’anno che Andretti aveva puntato per la discesa in pista e che per ora resta utopia. 

Il gruppo americano ha compreso che tra due anni non se ne parla e mira al 2028. In questo cammino ancora duro Michael ha il supporto di Cadillac che crede nell’impresa e intende produrre un motore tutto suo. Ford è stimolata dall’idea che un competitor americano come General Motors possa mettere le proprie competenze a disposizione di un team rivale. 

In una recente intervista con l’Associated Press , il direttore globale per le prestazioni Ford Mark Rushbrook ha chiesto alla F1 di dare una possibilità ad Andretti e alla Cadillac. “Andiamo a correre per competere contro altri costruttori. Ci sono già molti produttori in Formula 1, ma ci piacerebbe certamente dare il benvenuto a General Motors in questo sport“. 

Hanno la capacità di entrare come produttore di power unit indipendente da qualsiasi team specifico, potrebbero collaborare con uno qualsiasi dei dieci team esistenti. Quindi li accogliamo con favore, di sicuro. E lo stesso vale per Andretti. Di certo non abbiamo nulla contro Andretti“. 

L’approvazione di Rushbrook è stata accolta con favore dal presidente della General Motors Mark Reuss che ha replicato così sui propri canali social: “Grazie Mark. Daremmo il benvenuto a Ford in IndyCar per migliorare anche le corse americane a ruote scoperte“.

Sembra paradossale ciò che sta accadendo: negli States sta nascendo un movimento trasversale pro Andretti che include anche le alte sfere della politica ma proprio la proprietà yankee della Formula Uno ha messo un piedi di porco tra le i raggi della ruota della bicicletta guidata da Michael.

È come se negli USA si stesse combattendo una battaglia di potere che da lontano non riusciamo a comprendere appieno. Sfuggono degli elementi e la virata del n°1 della Federazione Internazionale dell’Automobile rende il contesto ancora più intricato. 

Il modello a dieci squadre sembra essere diventato un dogma inattaccabile. Non si comprende quale sia l’interesse federale a tutelarlo in maniera cieca, fideistica e pure un po’ stupida. Perché tali solo le chiusure preventive.

Forse Mohammed Ben Sulayem, dopo aver tirato la corda con la FOM su molteplici materie, sta mettendo i remi in barca avendo compreso che senza il supporto della F1 il rinnovo del mandato per la presidenza di Place de la Concorde diventa difficile.

Le corse nelle vene: Mario e Michael Andretti

La sensazione – perché solo di questo possiamo parlare – è che Andretti sia coinvolto in una lotta di potere nella quale ha pochi strumenti per incidere. Passare per l’acquisizione di un team è una possibilità che resta in piedi, ma non è semplice da realizzare. 

Oggi sono tre le scuderie che potrebbero essere interessate a una cessione: Alpine che però imporrebbe l’uso della power unit Renault. Cosa incompatibile con la presenza di Cadillac che non si vuole limitare a mettere un marchio sulle testate. Poi c’è la Williams la cui proprietà non è soddisfatta degli scarsi risultati ottenuti finora.

In ultimo la Haas della quale ci si chiede quale sia il senso della partecipazione in Formula Uno dato che sembra assuefatta a bivaccare laggiù col solo scopo di far presenza per accaparrarsi solidi dividendi garantiti dal Patto della Concordia. 

Ma si tratta in ogni caso di scenari congetturali che non trovano riscontri in trattative concrete né tanto meno abbozzate. Per ora resta da registrare che per ogni soggetto che esprime supporto Andretti ne trova un altro che si oppone al suo cammino.


Crediti foto: F1, Ford Motorsport

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