Non si possono definire tutti certamente dei rookie, ma il 2025 presenterà una novità che dimostra quanto i team stiano investendo sulle giovani promesse. In pista vedremo ben sei piloti con poca esperienza nella massima categoria: giovani talenti provenienti dalle serie inferiori, cresciuti nei vivai dei team di Formula 1. Un ricambio generazionale di grande impatto, forse un po’ esagerato, che rompe con le tradizioni recenti, in cui si tendeva a puntare maggiormente su piloti già affermati.
Mercedes rappresenta l’esempio più lampante di questa nuova filosofia operativa: Lewis Hamilton, un sette volte campione del mondo, quasi quarantenne e con alle spalle 18 stagioni di Formula 1, verrà sostituito da Andrea Kimi Antonelli, un giovane rampante che non ha disputato una sola gara ufficiale.
Nel Circus, l’italiano ha guidato una vettura di Formula 1 solo in due sessioni di prove libere, una delle quali è durata pochi minuti a causa di un incidente figlio della foga e della voglia di mettersi in mostra.
Andrea Kimi Antonelli e la lotta contro la pressione
Anche se Toto Wolff sta cercando in ogni modo di allontanare la pressione, Andrea Kimi Antonelli sarà uno degli osservati speciali del prossimo mondiale. Un italiano che ha scalato tutte le serie propedeutiche compiendo veri e propri balzi in avanti, fino a ottenere un posto ambito in un team reduce da una stagione con quattro vittorie e che cova ambizioni iridate.
Nessuno, sia chiaro, chiede il titolo mondiale al diciottenne bolognese. Se qualcuno dovrà lottare per il bottino grosso, sarà George Russell, un compagno scomodo che in tre anni di convivenza ha messo in seria difficoltà quel Lewis Hamilton che, tra pochi giorni, potrà finalmente abbracciare la causa rossa.
Tuttavia, ad Antonelli, statene certi, si perdonerà poco: chi arriva con i galloni del predestinato è obbligato a mettere in mostra tutto il suo talento fin da subito. Sarà quindi un’annata di crescita, ma nella quale probabilmente l’italiano dovrà, di tanto in tanto, “forzare la mano” per dare un segnale ai naviganti.

Montoya è scettico sull’operazione Antonelli – Mercedes
Juan Pablo Montoya ha messo in guardia dai pericoli che corre un pilota su cui si fondano attese e speranze a volte smodate: “Kimi si trova in una situazione terribile” – ha dichiarato il colombiano a Instant Casino – “perché l’opportunità è straordinaria, ma c’è grande clamore intorno a lui, oltre al modo in cui il team lo ha costruito per giustificare il fatto che sta sostituendo Lewis Hamilton in qualità di prossima grande promessa della F1. O diventerà una grande star, o per lui sarà molto difficile. In questo momento sta affrontando un George molto completo“.
Poche parole, ma espresse in maniera chiara. Il discorso di Montoya non fa una piega: a volte il talento, per essere espresso, ha bisogno di condizioni particolari, di un allineamento di pianeti. Non è detto che ciò possa accadere in Mercedes, un team che sta cercando di ricostruirsi dopo tre anni difficili, con un George Russell che di certo non farà da chioccia al bolognese. Anzi, è verosimile immaginare che il britannico voglia approfittare della sua esperienza e della sua presenza quadriennale all’interno del gruppo anglotedesco per imporsi e prendersi la scena, costruendo la squadra a sua immagine e somiglianza.
Russell si gioca molto nel 2025, poiché ha un contratto in scadenza e lo spettro di Max Verstappen continua ad aleggiare sui capannoni di Brackley. Per evitare di non ottenere il rinnovo o che uno come Max entri in squadra, George deve dimostrare di avere la caratura tecnica e mentale per caricarsi sulle spalle l’intera scuderia, diventando il fulcro del futuro.
Antonelli, che avrà il pieno supporto della dirigenza, rischia però di essere schiacciato da questo meccanismo. I piloti sono animali competitivi e, se vedono un compagno in difficoltà, difficilmente tendono la mano per supportarlo.

Tra le tante storie che il 2025 offrirà, quella di Antonelli sarà probabilmente una delle più interessanti da seguire. Da italiani, speriamo che si possa scrivere nella maniera più bella possibile, osservando un professionista formarsi man mano senza subire il contraccolpo psicologico del passaggio in una serie così competitiva come la Formula 1.
Andrea Kimi è un talento purissimo – e non lo diciamo per campanilismo italico – che va supportato e, forse, aspettato. Correre in un top team, da questo punto di vista, non è la condizione ideale, ma lui non vuole sprecare l’opportunità della vita. Farà di tutto per dimostrare a Wolff (che si è cautelato richiamando Valtteri Bottas) che ha avuto ragione a credere in lui, a Russell che gli sta accanto, e a tutti gli scettici come Montoya che puntare su un diciottenne non è stato un azzardo, ma una scelta ponderata che, alla lunga, darà solidi risultati.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team