La Formula 1 è ufficialmente in vacanza e la pausa estiva, ci offre un momento per ripercorrere la prima parte di stagione. Lo facciamo attraverso il rendimento offerto in pista da team e piloti e volendo porre l’attenzione in casa, possiamo dedicarci a Ferrari e ad Andrea Kimi Antonelli.
In questo scritto, però, non vogliamo porre l’attenzione sul team di Maranello né sulle promesse infrante fatte ad inizio stagione. Ciò su cui vogliamo concentrarci, è la stagione disputata dal pilota diciottenne. Una prima parte di campionato di certo non costante e che ha diviso il paddock con domande del tipo: era pronto al debutto in F1 e soprattutto con un team come Mercedes? Proviamo a dare una risposta.
Kimi Antonelli è rookie della prima parte di stagione
Analizzando il suo inizio di stagione, Andrea Kimi Antonelli ha totalizzato 64 punti, che lo vedono 7° in classifica piloti, alle spalle di Lewis Hamilton. Di fatto, possiamo affermare che è il rookie della prima parte di campionato. Confrontando Antonelli con altri giovani talenti in griglia, come Isack Hadjar e Gabriel Bortoleto, entrambi distintisi in questa stagione, emerge un interessante confronto sulle diverse traiettorie di crescita.
Da un lato, il pilota francese #6 è entrato nelle grazie di Helmut Marko grazie alle ottime prestazioni alla guida della VCABR 02. Un andamento positivo, tanto da alimentare voci circa il suo passaggio in Red Bull per la stagione 2026. Il Brasiliano, invece, sta guidando una Sauber in ripresa, terminando costantemente in top 10 in qualifica, davanti al compagno di squadra Nico Hülkenberg.
Ma ci sono degli elementi, non di poco conto, che differenziano Antonelli dagli altri rookie. I suoi momenti più brillanti includono:
- Rimonta sul bagnato in Australia, chiusa al 8° posto dietro George Russell;
- Record di pilota più giovane a registrare un giro veloce in gara (Suzuka) e a conquistare una pole (Sprint a Miami);
- Podio in Canada, sul terzo gradino per essere precisi.
Risultati importanti, ottenuti anche su piste mai affrontate prima, come Miami, dove ha dimostrato adattamento e determinazione.
Analizzando invece, il duello interno con George Russell, notiamo che perde sia in gara e in qualifica, vedendo l’inglese sempre davanti. Il #63 ha dalla sua anche una vittoria ottenuta in Canada, mentre entrambi hanno totalizzato due giri veloci in gara: Russell in Canada e Ungheria, mentre Antonelli in Giappone e Belgio. Un’analisi che, seppur approssimativa, vede George Russell più costante e dominante, mentre Kimi Antonelli ha mostrato momenti brillanti, ma ancora manca di consistenza.

Kimi Antonelli e una stagione non tutta rose e fiori
Come accennavamo all’inizio, la prima parte di stagione non è stata costante, ma anzi, ci sono molti alti e bassi. E i bassi consistono negli errori effettuati, dettati sì dall’inesperienza – come giusto che sia – ma anche da parte del team.
Trovate un solo pilota che, nella sua stagione d’esordio, non abbia commesso sbagli. In queste gare, qualcuno ha paragonato il giovane talento di Bologna a Max Verstappen. E quanti errori ha commesso il #1 al mondo prima di diventare campione? Tanti. Eppure, sono serviti affinché potesse vincere quattro titoli mondiali.
Gli errori commessi da parte del team, non hanno permesso di far “brillare” i propri driver. Mercedes ha apportato aggiornamenti che non hanno dato i risultati attesi, tanto che in Ungheria ha abbandonato gli update introdotti prima di Spa-Francorchamps.
Quindi: Kimi non era pronto per la F1? La risposta è assolutamente sì, era pronto eccome. Pronto al debutto con Mercedes? In questo caso, invece, non c’è una risposta giusta o sbagliata. Sarebbe stato curioso vederlo in Williams, considerando le prestazioni crescenti ed il mancato feeling di Carlo Sainz.
Ma se l’intento è portare al successo il diciottenne bolognese, la risposta è affermativa. Il 2025 per molti è un anno di transizione in vista della prossima stagione, in cui avverranno cambiamenti importanti. All’interno di un team, non vanno sottovalutati elementi come la familiarità con l’ambiente e le dinamiche di squadra. Inoltre, il rapporto con Peter Bonnington – suo ingegnere di pista e meglio conosciuto come Bono – sembra solido, il che è solo un vantaggio per i prossimi anni.

Lewis Hamilton: “Non ero pronto a 18 anni, ma Kimi Antonelli sì”
Andrea Kimi Antonelli, gode del sostegno di alcuni piloti all’interno del paddock. Primo fra tutti il suo team mate, chiaro, ma anche di campioni come Max Verstappen e Lewis Hamilton. E proprio il sette volte campione del mondo, al termine della gara in Belgio, ha rilasciato delle dichiarazioni in merito all’attuale driver Mercedes.
I media sono curiosi sul rapporto che si è creato tra i due e delle visite che Antonelli riceve da Hamilton nel paddock. “Gli faccio sempre sapere che ci sono per lui,” ha raccontato ai media.
“Penso sia sempre importante far capire alle persone che non sono sole. Così glielo faccio sapere, cercando di non invadere, di non intralciare in alcun modo, ma solo facendogli capire che può sempre contare su di me se ne ha bisogno” ha continuato il pilota Ferrari, per poi aggiungere: “anche se ha già intorno a sé un gruppo di persone straordinario”.
Prendendo se stesso come riferimento, Hamilton ha sottolineato quanto bene Antonelli abbia iniziato la stagione, aggiungendo che ora si tratta solo di costruire esperienza sulle solide basi del suo talento.
“Ha 18 anni. Voglio dire, io non ero pronto a 18 anni,” afferma il driver di Stevenage. “Lui chiaramente lo è, perché ha fatto un ottimo lavoro quest’anno, in particolare nella prima metà di stagione, per come è salito subito in macchina”.
E ha aggiunto: “Quindi è chiaro che abbia il talento, e ora è solo una questione di esperienza. È molto difficile quando vuoi avere successo, con tutta la pressione e tutto il resto: a volte è difficile da gestire. Ma penso che stia facendo davvero, davvero bene, ed è un ragazzo fantastico.”
Crediti foto: Formula 1
Anche Hamilton non era pront…