Dopo aver salutato Lewis Hamilton, pronto a intraprendere la sua nuova avventura in Ferrari, la Mercedes ha deciso di puntare sul proprio futuro con George Russell e una giovane e talentuosa promessa del motorsport italiano: Andrea Kimi Antonelli.
La scelta di Toto Wolff potrebbe sembrare azzardata, ma secondo Guido Schittone, che è intervenuto ai nostri microfoni durante la trasmissione CriticaLive, il giovane pilota bolognese rappresenta un talento naturale, destinato a lasciare il segno.
“Lo conosco da quando ha due, tre anni. Da bambino già girava in kart, aveva 6/7 anni. Noi siamo nella stessa compagnia al mare e una volta il papà decide di portarlo ad allenarsi sulla pista Happy Valley a Cervia. Prendiamo il camioncino, carichiamo il kart e portiamo Kimi. Lui era già ‘frontalizzato’, già girava e si sapeva che era forte.
Il tracciato ha una curva di ritorno, una sorta di tornante molto lungo che bisogna chiudere abbastanza in ritardo e non anticipare se no hai dei problemi in uscita di curva. Lui la sbaglia, nel senso che la chiude troppo presto. Il papà lo ferma in mezzo alla pista e gli dice <Guarda che la curva bisogna chiuderla “qua” >> e gli indica il punto.
Rimesso in moto il kart al giro dopo è andato a chiudere esattamente dove doveva chiudere. In quel momento si è capito che riusciva già a memorizzare in modo perfetto, senza avere alcun tipo di esperienza, le traiettorie o il cosiddetto gesto atletico. Che era un po’ la stessa cosa che accadeva tra i pali a Tomba. Lui era fortissimo, ma la sua grande forza era che vedeva un tracciato, vedeva i paletti e li memorizzava, cosa che i suoi avversari non riuscivano a fare. E Kimi è uno di questi”.

Non ha dubbi quindi il giornalista emiliano, sia sulle capacità sportive del pilota che quelle mentali da futuro campione
“E’ fortissimo. Io l’ho visto, poiché facendo le telecronache delle categorie inferiori l’ho seguito in tutta la Formula 4 e poi l’ho seguito in FormulaRregional, non sbaglia mai. Il vero errore di Kimi l’ho visto fare a Monza, perché ha chiesto troppo alla macchina, perché ha esagerato e, oggettivamente, c’era una pressione che sembrava fosse arrivato a Monza il messia e infatti la stampa italiana, come sempre molto carina, il giorno dopo l’ha massacrato. Senza capire che può capitare a un giovane di fare un errore”.
Andrea Kimi Antonelli un campione destinato a brillare
“Io Kimi lo vedo veramente bene e credo che lui dovrà stare molto lontano da noi giornalisti cercando di fare il proprio lavoro fregandosene di tutto. Stare lui in una bolla e credo che riuscirà a starci. L’anno prossimo non gli si può chiedere di andare a vincere la prima gara, è materialmente impossibile, ma di fare un lavoro in progressione. Questo sì e lui, secondo me, da metà anno in poi, sarà un pilota che, macchina permettendo, dirà la propria. Io ne sono ultra convinto. Lui è molto maturo, sa che vale. Viene da una famiglia che vive di corse e sarà protetto molto da Toto Wolff che lo adora. Ho molta fiducia”.
In Italia abbiamo due grandi talenti, non me ne vogliano gli altri: uno è Kimi e l’altro è Gabriele Minì. Sono due ragazzi che meritano davvero di andare avanti”.
E nel finale ci rivela una piccola indiscrezione su quanto a casa Maranello abbiano capito quale potenziale grande pilota si siano lasciati sfuggire.
“Dico il peccato, ma ovviamente non il peccatore. L’anno scorso ho incontrato un personaggio della Ferrari che mi disse <<Siamo stati veramente ingenui perché ci siamo fatti soffiare il grande talento proprio sotto il naso>>.