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Home Altri Mondi

Analisi Wec, 1812 Km del Qatar Analisi Hypercar: tripletta Ferrari

Ferrari stravince in Qatar annichilendo tutti gli avversari diretti al titolo. Toyota e Porsche messe in crisi dal BoP, Cadillac fa harakiri.

Luca Cappelli by Luca Cappelli
4 Marzo 2025
in Altri Mondi, WEC
Tempo di lettura: 6 minuti
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Tripletta Ferrari 1812 km del Qatar

Tripletta Ferrari 1812 km del Qatar - crediti Ferrari

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La Ferrari AF Corse domina la 1812 km del Qatar, prima gara della stagione 2025 del Campionato Mondiale Endurance (WEC), conquistando una storica tripletta con le sue 499P. La vettura numero 50, guidata da Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen, taglia per prima il traguardo, seguita dalla numero 83 del team AF Corse con Robert Kubica, Yifei Ye e Phil Hanson, e dalla numero 51 con Antonio Giovinazzi, James Calado e Alessandro Pier Guidi. Un risultato che non si verificava da ben 53 anni, precisamente dal 1972, quando la Ferrari riuscì a piazzare tre vetture ai primi tre posti in una gara della classe regina dell’endurance ( 1000 km Zeltweg ).

E gli avversari della Ferrari? Che fine hanno fatto? Non pervenuti alcuni, altri hanno lottato con i denti, riuscendo a limitare il più possibile i danni. Mentre chi aveva il passo per tenere testa alla corazzata di Maranello è capitolato con una mossa di harakiri che ha avuto il sapore dell’incredibile! Ma andiamo a vedere più nel dettaglio i protagonisti in positivo ed in negativo di questa gara di apertura del mondiale endurance 2025.

Ferrari: weekend perfetto, o quasi

La lunga cavalcata delle tre Ferrari 499P ha avuto inizio già dal Prologo, che ha fatto da apripista alla prima tappa del Mondiale Endurance 2025, sempre sul circuito di Losail. Come ampiamente descritto nell’analisi della due giorni di test pre-stagionali, le Ferrari avevano già dato dimostrazioni di forza inequivocabili. Sempre stabilmente nelle posizioni di testa nei giri lanciati in simulazione qualifica, ma soprattutto disarmanti sul passo gara.

Il round di apertura del FIA WEC 2025, la 1812 Km del Qatar, è stata vinta dalla Ferrari 4999P numero 50 di Fuoco, Molina e Nielsen
Il round di apertura del FIA WEC 2025, la 1812 Km del Qatar, è stata vinta dalla Ferrari 4999P numero 50 di Fuoco, Molina e Nielsen – Foto Ferrari Media Centre

Questi valori sono stati ampiamente confermati nel weekend di gara con l’hyperpole, il giro veloce in gara e la magnifica tripletta finale. Tuttavia, nonostante la prestazione superlativa, il fine settimana della Ferrari non è stato privo di imperfezioni. Già nella sessione di qualifica, è servito un giro straordinario di Antonio Giovinazzi, all’ultima tornata utile, per conquistare la pole position, fino a quel momento contesa da BMW e Cadillac. Fuoco, con la 499P numero 50, ha commesso un lungo nel terzo settore, compromettendo una pole che sembrava alla portata. Anche lui, come Giovinazzi, ha faticato, riuscendo a risalire fino al terzo posto solo all’ultimo giro. La Ferrari privata di AF Corse, invece, non ha brillato, chiudendo solo in ottava posizione, un risultato deludente considerando il dominio nelle FP3.

Ferrari 499p numero 51, ancora troppe sbavature in gara

In gara, il risultato finale ha mascherato numerosi piccoli problemi. La Ferrari numero 51, giunta terza al traguardo, ha affrontato una corsa complicata, caratterizzata da penalità: un drive-through per procedure errate durante la Virtual Safety Car e 15 secondi aggiuntivi per track limits. La numero 50, invece, è stata vittima della sfortuna, incarnata in quel momento da Dries Vanthoor, che, al volante della BMW M Hybrid V8, ha tamponato l’incolpevole Fuoco, facendolo precipitare in sesta posizione.

L’immensa superiorità della squadra di Maranello ha però permesso alla 50 di risalire, grazie anche a una condotta di gara impeccabile della Ferrari numero 83, e di conquistare la vittoria. Allo stesso modo, la 51 è riuscita a colmare un gap di oltre 40 secondi e a chiudere sul podio. Questo dimostra quanto la Ferrari fosse nettamente superiore alla concorrenza, gestendo la corsa con strategia e controllando il ritmo per gran parte delle 10 ore, spingendo solo quando strettamente necessario.

Per i prossimi appuntamenti sarà fondamentale ridurre al minimo gli errori e condurre una gara perfetta, perché gli avversari e il BoP non saranno sempre così favorevoli alla Rossa.

Toyota si difende, Porsche senza ritmo

Toyota e Porsche hanno dovuto fare i conti con un BoP estremamente penalizzante, che ha reso il loro weekend di gara particolarmente complicato. Con una zavorra superiore di oltre 30 kg rispetto alle vetture più leggere, entrambe le case hanno sofferto pesantemente le caratteristiche del circuito di Losail. In particolare, negli ultimi due settori, dominati da curve veloci in appoggio, il peso extra ha influito in modo significativo sulla competitività, limitando le prestazioni sia sul giro secco che sulla distanza di gara.

Le difficoltà sono emerse già in qualifica, con Toyota e Porsche incapaci di esprimere il loro reale potenziale. La Toyota numero 8 è stata costretta a partire dall’ultima posizione a causa di un errore di Brendon Hartley, mentre Porsche non è riuscita a portare nessuna delle sue vetture in hyperpole, segnale evidente di un deficit prestazionale rispetto alla concorrenza. Con un passo troppo lontano da Ferrari, Cadillac e BMW, entrambe le case si sono ritrovate costrette a cambiare approccio in gara per limitare i danni.

Toyota 1812 km Qatar
Toyota 1812 km Qatar – crediti Rosso Motori

L’esperienza di Toyota un arma in più

Toyota ha fatto leva sulla sua grande esperienza nel WEC, impostando una corsa strategicamente impeccabile. I suoi equipaggi hanno evitato situazioni rischiose, mantenendo un passo costante e sfruttando al massimo ogni opportunità. Il risultato finale, pur non all’altezza delle ambizioni della squadra, è stato comunque il migliore possibile nelle condizioni date, grazie a una gestione perfetta del ritmo e delle soste ai box.

Porsche, invece, non è riuscita a replicare lo stesso livello di esecuzione. Senza il ritmo necessario per impensierire i primi, le sue vetture sono rimaste invischiate nelle battaglie di centro gruppo, perdendo tempo prezioso in lotte furiose con avversari più competitivi. L’incapacità di risalire la classifica ha ulteriormente complicato la gara, impedendo alla squadra tedesca di massimizzare il risultato finale.

Porsche - Fp 1812 Km del Qatar - crediti Endurance 24
Porsche – Fp 1812 Km del Qatar – crediti Endurance 24

Questo weekend ha evidenziato come il BoP abbia avuto un impatto decisivo sulle prestazioni di Toyota e Porsche. Mentre la casa giapponese ha saputo limitare i danni con un approccio metodico e una corsa senza sbavature, Porsche è apparsa in difficoltà, incapace di emergere da un fine settimana condizionato da un ritmo insufficiente. Per entrambe, sarà fondamentale trovare risposte nelle prossime gare per colmare il gap con i rivali.

Bmw e Cadillac che spreconi

BMW e Cadillac si sono presentate a Losail con grandi aspettative, forti delle ottime prestazioni mostrate nei test collettivi. Insieme a Ferrari, erano apparse le vetture più competitive sia sul giro secco che sul passo gara. Inoltre, il BoP si era rivelato particolarmente favorevole per entrambe, concedendo loro un vantaggio in termini di peso rispetto ad altre rivali, un fattore cruciale su un circuito tecnico come quello del Qatar.

Le due Hypercar BMW hanno chiuso al quarto e settimo posto la prova WEC in Qatar raccogliendo punti preziosi per la classifica del Mondiale
Le due Hypercar BMW hanno chiuso al quarto e settimo posto la prova WEC in Qatar raccogliendo punti preziosi per la classifica del Mondiale – Foto BMW Group

Le qualifiche hanno confermato il loro potenziale, con BMW e Cadillac capaci di lottare per l’hyperpole fino all’ultimo istante. Solo un giro straordinario di Antonio Giovinazzi ha impedito loro di conquistare la prima posizione. Tuttavia, se la velocità in qualifica sembrava essere un punto di forza, la gara ha raccontato una storia ben diversa, con entrambe le squadre incapaci di capitalizzare il loro potenziale e tradurre le buone premesse in un risultato concreto.

BMW ha chiuso la gara con un quarto e un ottavo posto, dimostrandosi competitiva ma poco incisiva nei momenti decisivi. L’incidente tra Dries Vanthoor e la Ferrari numero 50 ha portato a un drive-through, che fortunatamente non ha compromesso troppo la loro corsa, ma ha comunque rappresentato un errore evitabile. Senza particolari guizzi strategici o spunti prestazionali in gara, la casa tedesca ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto.

Harakiri Cadillac

Situazione ancor più frustrante per Cadillac, che sembrava in grado di lottare per il podio fino a quando non si è autoeliminata con un incredibile errore. Approfittando di una strategia perfetta durante la Virtual Safety Car, le Cadillac si erano ritrovate in prima e seconda posizione, pronte a contendere la vittoria a Ferrari. Tuttavia, la ripartenza dopo la Safety Car si è trasformata in un disastro, con Alex Lynn che ha tamponato Jenson Button, mettendo di fatto fine a ogni possibilità di battaglia per la vittoria.

L’episodio ha reso evidente come Cadillac e BMW abbiano sprecato un’occasione importante. Entrambe avevano il potenziale per giocarsi posizioni di vertice, ma mentre BMW ha chiuso con un risultato discreto senza mai essere veramente incisiva, Cadillac ha gettato al vento una grande chance con un errore clamoroso. Per le prossime gare, servirà una maggiore lucidità per concretizzare il lavoro svolto e trasformare le buone prestazioni in risultati di peso.

Alpine e Peugeot le due francesi deludono in Qatar

Alla vigilia della 1812 km del Qatar, Alpine sembrava pronta a compiere quel salto di qualità necessario per inserirsi stabilmente tra i grandi costruttori della categoria, al fianco di BMW. Le aspettative erano alte, con la squadra transalpina che puntava a dimostrare progressi concreti in termini di prestazioni e competitività. Tuttavia, la gara si è rivelata avara di soddisfazioni per il team, che non è riuscito a emergere nella lotta al vertice e ha chiuso il weekend senza risultati di rilievo.

Peugeot 9x8 1812 km del Qatar
Peugeot 9×8 1812 km del Qatar – crediti Peugeot sport

Anche per Peugeot il Qatar ha rappresentato un’altra occasione mancata. Durante l’inverno, il costruttore francese ha investito ulteriori risorse nello sviluppo della 9X8, utilizzando un joker evolutivo per migliorare le sospensioni nella speranza di sbloccare prestazioni superiori. Nonostante le modifiche, la vettura non è riuscita a trovare il passo necessario per competere con i migliori e si è ritrovata nuovamente bloccata nel centro gruppo, senza mai mostrare spunti di particolare competitività.

La mancanza di progressi concreti rappresenta un problema per Peugeot, che continua a soffrire rispetto ai diretti concorrenti. Le difficoltà nel trovare il giusto equilibrio tra affidabilità e velocità si sono ancora una volta manifestate in gara, lasciando il team con più interrogativi che certezze. L’obiettivo di avvicinarsi ai vertici della categoria appare ancora lontano, con la necessità di ulteriori interventi per rendere la 9X8 realmente competitiva.

Aston Martin debutta con cautela

Aston Martin, invece, ha affrontato il debutto nella categoria con un approccio più cauto. La squadra britannica era consapevole di dover accumulare esperienza e dati fondamentali per lo sviluppo della vettura, più che puntare immediatamente a risultati di rilievo. La gara non è stata priva di problemi, tra cui il cedimento di uno sportello e alcune difficoltà legate all’affidabilità, ma il team ha comunque portato a termine la corsa, rispettando l’obiettivo principale di raccogliere chilometri preziosi.

Aston Martin - 1812 km Qatar
Aston Martin – 1812 km Qatar – crediti Eurosport

Nonostante le difficoltà incontrate, per Aston Martin il bilancio del weekend rimane positivo. Il completamento della gara rappresenta un passo importante nel percorso di crescita della vettura, permettendo al team di raccogliere dati utili per le prossime competizioni. A differenza di Alpine e Peugeot, che continuano a faticare nel trovare la competitività sperata, Aston Martin può considerare il debutto come una base solida su cui costruire il proprio futuro nella categoria.

Luca Cappelli

Luca Cappelli

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