La qualifica del Gran Premio d’Italia 2025 ha offerto un parallele molto interessante Sul leggendario asfalto di Monza, tempio della velocità, Max Verstappen ha strappato la pole position con un tempo di 1:18.792, precedendo Charles Leclerc di 215 millesimi. Un margine che sembra esiguo, ma sufficiente a confermare l’efficienza e l’inattaccabilità della Red Bull RB21 da parte della SF-25. La monoposto austriaca è stata capace di interpretare al meglio le caratteristiche uniche dell’Autodromo Nazionale.
La telemetria del giro secco mostra un quadro chiaro: la Ferrari si è mostrata competitiva in alcuni frangenti, in particolare nelle fasi di frenata più violenta, ma non ha saputo tradurre quel potenziale in velocità media. La Red Bull, invece, ha costruito il suo vantaggio su fluidità, trazione e capacità di sfruttare al massimo ogni metro di pista, soprattutto nel settore centrale.

Analizziamo nel dettaglio i tre settori di Monza per capire come Verstappen sia riuscito a mettere insieme il giro perfetto e dove Leclerc abbia perso l’occasione di lottare per la pole.
Primo settore: staccate profonde, ma paga chi esce meglio
Il primo settore di Monza è il più breve ma anche il più delicato. Dopo il lungo rettifilo di partenza-arrivo, i piloti affrontano la Prima Variante, punto in cui si registrano le frenate più violente dell’intero campionato: da oltre 340 km/h a meno di 80 km/h in poco più di cento metri.
La telemetria mostra un quadro emblematico delle differenze tra Ferrari e Red Bull. Leclerc arriva più forte in staccata e ritarda leggermente l’azione sul pedale del freno, guadagnando qualcosina nel tratto di approccio. Tuttavia, la SF-25 appare meno stabile in inserimento: la velocità minima raggiunta è inferiore a quella di Verstappen, fatto che obbliga il monegasco a una gestione più cauta del punto di corda.
La Red Bull, al contrario, sacrifica qualche metro in ingresso ma riesce a mantenere una percorrenza più scorrevole. È nel grafico dell’acceleratore che emerge la differenza sostanziale: Verstappen torna al 100% di gas con qualche decimo di anticipo rispetto a Leclerc, portando più velocità già nell’uscita della chicane. Questo si traduce in un vantaggio evidente sull’allungo verso la Variante della Roggia, dove la spinta motore e l’efficienza aerodinamica della RB21 si sommano alla migliore trazione.
In sintesi, il primo settore mostra la tendenza che ritroveremo in tutto il giro: la Ferrari è aggressiva in frenata, ma la Red Bull ottimizza l’uscita, trasformando energia potenziale in velocità costante.

Secondo settore: il cuore del giro e il dominio Red Bull
Il secondo settore di Monza è storicamente quello che decide le qualifiche, al netto di possibili scie. Dopo la Roggia, i piloti affrontano le due curve di Lesmo, tratti in cui la stabilità del retrotreno e la capacità di mantenere velocità media fanno la differenza.
La telemetria conferma come proprio qui Verstappen abbia costruito il grosso del suo vantaggio. Alla Variante della Roggia, la SF-25 n°16 mostra un comportamento nervoso: dopo un ingresso leggermente più rapido, il monegasco è costretto a parzializzare l’acceleratore per stabilizzare il retrotreno. La RB21, al contrario, si mantiene più composta, con un grafico dell’apertura del gas molto più lineare e senza oscillazioni. La differenza di fluidità permette a Verstappen di uscire più forte e con meno slittamento, guadagnando già alcuni centesimi.
Nelle Lesmo la forbice si apre in maniera netta. Alla Lesmo 1, Verstappen riesce a portare più velocità d’ingresso senza pagare in percorrenza. Leclerc, pur tentando un approccio più aggressivo, deve alleggerire il piede a metà curva, segno di un posteriore meno saldo e di un bilanciamento complessivo meno favorevole. Alla Lesmo 2 il copione si ripete: Verstappen anticipa l’apertura del gas e percorre il rettilineo successivo con un regime motore più alto e stabile, mentre Leclerc resta in leggera sofferenza di trazione.
Il grafico del Delta Time evidenzia come in questo tratto il distacco si dilati fino a superare il decimo pieno. È qui, nel settore centrale, che la Red Bull costruisce la base della pole, confermando l’efficienza del pacchetto aerodinamico rivisto per l’occasione con un nuovo fondo e un’ala posteriore continuamento e letterlamente levigata per adattarsi alle lunghe rette brianzole.
Un dato ulteriore a supporto: l’andamento dei giri motore (RPM) mostra un comportamento più regolare per il propulsore Honda, che sfrutta rapporti leggermente più corti in uscita di curva per mantenere il motore in una fascia ottimale di spinta. Leclerc, invece, oscilla di più tra un regime e l’altro, segno di una gestione meno ottimale tra trazione e progressione.

Terzo settore: Ascari e Parabolica, Ferrari vicina ma non basta
Il terzo settore di Monza, che va dalla variante Ascari fino al traguardo passando per la Curva Parabolica-Alboreto, rappresenta il punto in cui Leclerc riesce a contenere in parte i danni.
All’Ascari, la Ferrari si mostra più incisiva in ingresso, con un’attitudine aggressiva che permette a Leclerc di guadagnare qualche millesimo nella prima fase del cambio di direzione. Tuttavia, l’equilibrio precario costringe a un alleggerimento più prolungato dell’acceleratore nella parte centrale, dove invece Verstappen mantiene una progressione costante. L’olandese esce dalla curva con più velocità e percorre l’intero rettilineo successivo con un margine di vantaggio.
Alla Parabolica, Leclerc prova il tutto per tutto: la staccata è più profonda, con un ingresso deciso e una traiettoria che cerca di ottimizzare ogni centimetro di corda. Tuttavia, anche in questo caso, la differenza si materializza nell’uscita: Verstappen anticipa di qualche istante la progressione del gas e porta più velocità fino al traguardo.
Il risultato finale è emblematico: pur avendo mostrato lampi di competitività, la Ferrari non riesce a mettere insieme un settore pulito dall’inizio alla fine, mentre Verstappen capitalizza su ogni dettaglio, confermando la capacità della Red Bull di interpretare Monza con la consueta efficienza.

Lettura complessiva: filosofia di guida e bilanciamento tecnico
Al di là dei numeri, la telemetria evidenzia differenze concettuali tra i due giri. Charles ha cercato di compensare le lacune della Ferrari con uno stile aggressivo: frenate profonde, inserimenti decisi, uso estremo della pista. Tuttavia, questo approccio ha portato a perdite di tempo nelle fasi di uscita, dove la trazione e la stabilità diventano fondamentali.
Max, invece, ha adottato un giro costruito più sull’armonia che sull’attacco. La sua Red Bull RB21 gli ha permesso di essere meno aggressivo in ingresso per essere molto più efficace in percorrenza e uscita, trasformando ogni curva in un vantaggio in progressione. È questa filosofia, basata sull’efficienza globale piuttosto che sui picchi di performance, che ha consegnato la pole.
Dal punto di vista tecnico, la differenza si può spiegare anche con le scelte di assetto. La Ferrari ha probabilmente optato per un compromesso a basso carico estremo, utile nei rettifili ma penalizzante in trazione, mentre la Red Bull ha trovato il punto ottimale tra drag e downforce, sfruttando meglio la gomma soft sul giro secco.
Il confronto Verstappen–Leclerc a Monza 2025 è la sintesi perfetta di due filosofie opposte. Da una parte, la Ferrari di Leclerc, capace di esprimere picchi di aggressività ma non di sostenere un giro interamente pulito. Dall’altra, la Red Bull di Verstappen, che attraverso la costanza e l’efficienza ha costruito un vantaggio solido, seppur minimo, sufficiente a garantire la pole position.
In sintesi: ecco dove si è deciso il duello Verstappen – Leclerc a Monza 2025
Settore 1 – Prima Variante
- Leclerc: staccata più profonda, velocità minima più bassa.
- Verstappen: percorrenza più fluida, gas anticipato in uscita.
Vantaggio Red Bull nel lungo allungo verso la Roggia.
Settore 2 – Roggia e Lesmo
- Leclerc: retrotreno instabile, acceleratore più incerto.
- Verstappen: trazione superiore, linea più pulita, uso ottimale dei rapporti. Qui nasce il gap più consistente (+0.12s).
Settore 3 – Ascari e Parabolica-Alboreto
- Leclerc: aggressivo in ingresso Ascari e Parabolica.
- Verstappen: più costante nella progressione del gas, migliore velocità d’uscita.
La Ferrari recupera qualcosa, ma non basta a colmare il distacco.
Chiave del confronto evidenzia che la Rossa ha brillato nelle staccate, ma non ha trasformato l’aggressività in velocità media. La Red Bull ha capitalizzato con efficienza aerodinamica e trazione, costruendo la pole con la costanza, soprattutto nel settore centrale.
Grafici: Formulacritica
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Bellissima analisi, complimenti. Da quanto scritto posso immaginare che se Leclerc e’ davanti guidando un po’ sulle uova c’è qualche chance ma se rimane dietro la velocità superiore in fondo ai rettilinei non è tale da consentire sorpassi e se prende 1/10 a giro si arriva comunque dietro, in una gara lineare, ma può ancora succedere tutto.