Nella domenica del Gran Premio di Imola che vede un Max Verstappen ancora in pole position e una Ferrari leggermente delusa ma speranzosa di ribaltare gli esiti delle qualifiche – McLaren permettendo – ci si interroga sul futuro della Formula Uno sul tracciato che sorge in prossimità del fiume Santerno. Il riferimento al corso d’acqua non è casuale.
La politica regionale e locale sta facendo di tutto per prolungare un contratto che Liberty Media intenderebbe invece congelare per spostare il prorpio focus operativo in altri lidi meno tradizionali ma sicuramente più remunerativi.
C’è un movimento politico trasversale che tutela la Motor Valley, un fiore all’occhiello del motorsport italiano. E questo dovrebbe rassicurare. Ma iniziano a montare le proteste dei comitati che contestano l’inquinamento acustico e dell’aria in un continuo spreco di denaro pubblico per una cementificazione spinta che si verifica a pochi metri dal fiume Santerno. E questo non depone bene per le velleità dei promotori.

Imola: contraddizioni politiche rendono grigio il futuro?
Uno dei punti dolenti è la ricezione dei ristori a seguito dell’alluvione di un anno fa. Fasce ampie della cittadinanza non hanno ancora ottenuto i benefit promessi per sistemare le abitazioni e le proprietà danneggiati dai fenomeni metereologici. Per l’autodromo – questa la contestazione – non si baderebbe a spese.
Il generale Francesco Paolo Figliuolo, Commissario Straordinario per la Ricostruzione, ha stanziato a gennaio un pacchetto da 8,5 milioni di euro per rifare il muro perimetrale, ampliare e riqualificare i paddock e mettere in sicurezza l’area che va dal ponte della Tosa a quello della ferrovia. I lavori stanno per iniziare.
La contestazione che i comitati muovono e che indirettamente è confermata dai tecnici del Comune di Imola e di Area Blu (società pubblico-privata che vede coinvolto il comune e soggetti privati) è che il Santerno ha subito un significativo cambiamento morfologico a causa degli eventi alluvionali dell’anno passato.
Gli interventi realizzati a protezione della recinzione esterna del circuito con lastre di cemento “[…] non costituiscono sufficiente protezione dalle ripetute esondazioni del fiume Santerno. Inoltre non garantiscono la sicura fruizione da parte di migliaia di persone e contesto di protezione civile sicuro”, si legge su Il Manifesto che ha sollevato la questione.
Il muro, stando alle relazioni comunali, mostra “gravi carenze di tenuta idraulica oltreché strutturale e non presenta caratteristiche di resistenza sufficienti per garantire la protezione da nuove esondazioni o piene”.
La contestazione dei comitati è quella di provvedere a una ristrutturazione veloce e poco efficace, finanziata tra l’altro con soldi pubblici, non per mettere realmente in sicurezza il territorio ma per prolungare un contratto con la Formula 1 che scade a fine 2025. Si ricordi che esiste un’estensione di un anno per recuperare il GP del 2023 saltato per l’alluvione.
Lo sforzo economico per avere la massima serie a Imola è enorme: 24 milioni annui è la “tassa” che la FOM chiede per la permanenza in Formula 1. Istituto per il commercio con l’estero, Ministero per le Infrastrutture e Regione Emilia Romagna versano 5 milioni a testa. Due quelli introdotti dal Consorzio Azienda Multiservizi Intercomunale di Imola per un totale di 17 milioni.
I restanti sette li inietta l’Automobil Club Italia. Pare che le richieste della proprietà americana rappresentata da Stefano Domenicali possano salire e superare i 30 milioni nella versione rivista dell’accordo che serve a rispondere alle offerte più elevate che arrivano da altri tracciati sparsi per il mondo.
L’ACI, inizialmente restia per favorire Monza, pare che possa rivedere i suoi programmi. La Regione Emilia Romagna, da par suo, ha capito che serve uno sforzo ulteriore. Sacrifici che la popolazione ancora in attesa dei finanziamenti promessi non valuta positivamente.
È una questione di prospettive e di priorità. Forse, se si fosse agito con maggiore solerzia nel risarcire la cittadinanza sofferente, la questione nemmeno si porrebbe. E invece pare che le priorità politiche, anche quelle nazionali, siano altre. Non una novità nel nostro paese…
Crediti foto: Imola