F1 – Alpine bivacca stancamente nel mondiale 2025 in attesa di un futuro che si spera più roseo. Questa l’impietosa ma lucida fotografia del gruppo controllato da una Renault in semi-dismissione dopo la chiusura del programma motori.
Un team in eterno riassetto che ha puntato tutto il malloppo sulla nuova stagione normativa e sui propulsori Mercedes che soppianteranno quelli costruiti nella sede dimezzata di Viry-Chatillon. Molte le sfide che attendono i francesi, a partire dalla definizione delle line-up piloti. Molto è nelle mani di Flavio Briatore, executive advisor di Alpine.

Alpine F1: Colapinto è ancora un’opzione?
L’ex n°1 della Benetton ha frenato sul rinnovo di Franco Colapinto richiamando il tema della stabilità. Il manager piemontese ha sottolineato come, in questa fase, la priorità della franchigia sia garantire continuità interna, mantenendo entrambi i piloti attuali. La permanenza di Pierre Gasly è già stata confermata, ora resta da definire quella del giovane argentino. Cogitazioni profonde sono in corso.
Per Colapinto il ritorno in Formula 1 non è stato privo di ostacoli. Briatore lo ha fortemente voluto in Alpine, inizialmente come riserva, fino al debutto al volante a Imola. Un incidente ne aveva complicato l’esordio, ma gara dopo gara il talento che aveva conquistato la Williams e il paddock nella passata stagione si è intravisto nuovamente. Ma mai sui livelli di 12 mesi fa.
C’è un’attenuante però. Con le attuali prestazioni della A525, immaginare risultati a punti resta un obiettivo difficile, ma sarebbe il miglior modo per chiudere l’annata del pilota sudamericano. Intanto, nonostante tutto, Colapinto potrebbe essere vicino alla conferma. Briatore, pur non sbilanciandosi, ha aperto a una linea chiara: “La squadra ha bisogno di stabilità, e mantenere gli stessi piloti ne fa parte. Non abbiamo ancora deciso, ma normalmente la stabilità significa questo. La priorità è costruire un’auto competitiva“, ha dichiarato all’Agence France-Presse.

Alpine F1: il futuro passa per Brixworth
Il manager italiano ha poi puntato il dito contro la power unit Renault, definita il vero tallone d’Achille della squadra in un contesto di griglia estremamente compatto. Per Briatore, le scuse finiranno al termine della stagione, con lo sguardo già rivolto al 2026 e al nuovo ciclo regolamentare: “Dal 2026 avremo un motore alla pari con gli altri. Potrà essere migliore o peggiore, ma non avremo più il deficit attuale. Pensavamo che quest’anno sarebbe andata meglio, invece il propulsore si è rivelato un grosso handicap: con venti monoposto racchiuse in un secondo, due decimi ti fanno passare dal sesto al diciassettesimo posto“.
Infine, Briatore ha chiarito le priorità per il futuro prossimo: “Alpine non ha la possibilità di sviluppare al massimo la vettura 2025 e contemporaneamente concentrarsi sul progetto 2026. A un certo punto bisogna scegliere. François Provost vuole una squadra competitiva e vi garantisco che ci saremo. L’obiettivo è essere sul podio, lottare stabilmente nella top six. Dal punto di vista tecnico e commerciale, la motivazione non manca“.

Il 2026 sarà un anno chiave per il team transalpino che non avrà più scusanti legate a una power unit debole, sempre che quella Mercedes, come si racconta, sia all’altezza della situazione. Ancora, Enstone, dopo una lunga e tumultuosa fase in cui si sono avvicendati dirigenti e ingegneri deve dimostrare di aver trovato la stabilità necessaria per salire rapidamente nella scala dei valori della Formula 1.
L’operazione Alpine, fino a questo momento, è stata un flop totale e la cura Briatore non ha sortito effetti. Anzi, ha contribuito a creare altro caos nocivo. Il prossimo sarà un anno zero, se le cose non dovessero cambiare bisognerebbe aprire una profonda riflessione sul ruolo del team transalpino in F1 e sulla presenza di un manager come Briatore che deve dimostrare di saper incidere ancora. Perchè di storia non si può campare per sempre.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Alpine F1
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