Alpine: cosa succede alla scuderia francese?

Una parabola discendente apparentemente inarrestabile quella di Alpine F1. C'è possibilità di ripresa per il team francese?

Alpine è stata protagonista di un inizio mondiale disastroso, il peggiore dal 2016, anno in cui è rientrata in F1, e sembra che in ogni Gran Premio, i due piloti Pierre Gasly ed Esteban Ocon prima di lottare con gli avversari diretti, debbano combattere con la propria vettura.

Alpine, allora Renault, era ritornata in Formula come team ufficiale e non più come solamente fornitrice di motori. Dal 2016 in poi si è pure assistito ad una crescita esponenziale, visto che il gruppo ha segnato degli ottimi piazzamenti nel campionato costruttori. Il massimo risultato è stato il quarto posto nelle stagioni 2018 e 2022.

Pierre Gasly - Esteban Ocon, Alpine
Pierre Gasly ed Esteban Ocon: la coppia di piloti dell’Alpine che Bruno Famin vorrebbe riconfermare anche dopo il 2024

I veri problemi di Alpine vengono dall’alto

Dopo 5 stagioni passate insieme, il team principal Cyril Abiteboul lascia la squadra a fine 2020. Dopodiché il team di Enstone ha visto un susseguirsi di leader al comando, tra cui Davide Brivio, Omar Szafnauer e l’attuale Bruno Famin.

Sarà mica un caso che il caos che viene dall’alto si stia adesso riflettendo in pista? Lungi da noi difendere l’operato di Cyril Abiteboul (in effetti aveva perso due team clienti importanti, tra cui Red Bull e McLaren), ma grazie a lui la compagine francese sembrava aver trovato una posizione stabile tra il quarto e il quinto posto.

Ciò sottolinea quanto sia importante avere una stabilità in Formula 1, basti pensare al duo Horner-Newey in Red Bull.

Quali sono invece i problemi di Alpine in pista?

Ocon e Gasly sono costretti a guidare una vettura probabilmente ancora in sovrappeso, con poca trazione e con un posteriore non stabile.

Questi problemi rendono difficile la ricerca di un set up ideale, perché più si prova a settare la macchina per far emergere prestazioni accettabili, più le performance, già non competitive, vanno a diminuire.

È il classico meccanismo della coperta corta per risolvere il quale i vertici hanno approntato una direzione tricefala che non è detto possa risolvere le difficoltà in poco tempo.

Il futuro di Alpine è ormai segnato?

Sarà sicuramente arduo per il team di Enstone riuscire a trovare la quadra, visto il calendario fitto di impegni e il divieto di effettuare test privati se non con vetture di almeno due anni fa, ma si può ancora aggiustare questa stagione con i giusti aggiornamenti, dando magari la possibilità a Ocon e Gasly di poter lottare contro gli avversari diretti tipo Williams, Stake e Haas.

Magra consolazione, ma almeno un punto da cui ripartire in vista del futuro. In ottica 2026, infatti, si dovrebbero aggiustare i problemi del management costruendo magari un gruppo forte e stabile con a capo Bruno Famin.

Serve tempo ai transalpini e bisogna capire se i nuovi investitori di Otro Capital saranno disposti ad attenderne. Nel frattempo Renault si guarda intorno con mentalità aperta: la cessione della squadra, anche se sono arrivate le smentite di rito, non è da escludere del tutto. In tal senso sarà importante capire i termini del nuovo Patto della Concordia che entrerà in vigore nel 2026.

Se dovesse essere troppo penalizzante per chi arranca non sarebbero da escludere scenario ad oggi chiusi.


Crediti foto: Alpine Racing

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