Per Fernando Alonso quella 2026 non è solo una nuova stagione all’orizzonte, ma probabilmente l’ultimo grande cambio regolamentare della sua carriera in Formula 1. Ed è proprio questa discontinuità tecnica a riaccendere ambizioni che non si sono mai davvero spente: tornare a lottare stabilmente per i podi, inseguire quella vittoria numero 33 e, perché no, provare ad avvicinare una terza corona mondiale che da anni aleggia come un’idea sospesa.
In Aston Martin lo sanno bene. Da tempo il vero baricentro del progetto non è il presente, ma il futuro regolamentare del 2026. La scuderia di Silverstone ha impostato il proprio percorso con l’obiettivo dichiarato di farsi trovare pronta quando il quadro tecnico sarà completamente riscritto. La svolta più evidente è l’addio allo status di team cliente: per la prima volta nella sua storia, Aston Martin sarà una squadra ufficiale Honda, un passaggio che cambia radicalmente peso politico, tecnico e prospettive a medio termine.
Molto, se non tutto, ruoterà attorno a questa alleanza. Il 2026 arriva con un carico di aspettative alimentato da investimenti imponenti: infrastrutture all’avanguardia, nuove strutture operative, strumenti di simulazione e sviluppo di primissimo livello, innesti tecnici di spessore assoluto (superfluo citare Adrian Newey, Enrico Cardile, Andy Cowell) e, al volante, un due volte campione del mondo che a 44 anni continua a rappresentare un riferimento per sensibilità, visione e capacità di lettura delle gare. Alonso non è lì per accompagnare un progetto: è lì per guidarlo.

Non è un caso che lo stesso pilota asturiano abbia spiegato come il focus interno si sia spostato in maniera decisa già dalla primavera. Da aprile, Aston Martin ha iniziato a concentrare risorse ed energie sul 2026, accettando implicitamente di sacrificare parte del presente per massimizzare il potenziale del futuro. In Formula 1, ripartire da zero è sempre un rischio, ma è anche una delle poche vere occasioni per ribaltare le gerarchie.
“Abbiamo cambiato l’attenzione più o meno ad aprile, e sono ottimista perché è come un reset. Tutti hanno l’opportunità di fare un lavoro migliore degli altri. Abbiamo iniziato da zero, e questo dà sempre speranza”, ha spiegato Alonso in dichiarazioni riportate da GPBlog.
L’idea è chiara: Aston Martin è una delle squadre che può ambire a un salto di qualità netto lasciandosi definitivamente alle spalle il centro gruppo per puntare a un ruolo da protagonista. Non si tratta solo di risultati immediati, ma di costruire una base solida per essere competitivi con continuità, aumentando il proprio peso specifico in ogni weekend.
Alonso, però, invita alla calma. Un cambiamento regolamentare di questa portata richiede tempo, lettura, adattamento. La stagione sarà lunga e complessa e l’inizio non dirà necessariamente tutta la verità. La storia recente insegna che il percorso più efficace non è sempre quello più rapido, ma quello più coerente. Red Bull nel 2022 ne è stato l’esempio più evidente.
Partire bene, naturalmente, aiuterebbe. Una vettura subito competitiva potrebbe spalancare scenari interessanti già dalle prime gare, magari anche dal GP d’Australia 2026 (leggi l’allocazione delle gomme). Ma più che l’exploit iniziale, Alonso guarda alla struttura complessiva del progetto.

“Sono calmo. Abbiamo un lungo campionato davanti a noi. Penso che molto accadrà nei primi tre o quattro mesi dell’anno, quando scopriremo le auto, la direzione e la filosofia che ciascuna ha preso”, ha spiegato. “Si imparano molte cose nelle prime due o tre gare. Penso che abbiamo le persone giuste, le strutture giuste e l’ambiente giusto per vivere una buona stagione. È un vantaggio”, ha concluso Fernando.
Il 2026, per Alonso, non è una semplice opportunità. È una scommessa finale, lucida e consapevole, giocata con l’esperienza di chi sa che le finestre, a un certo punto, smettono di riaprirsi.
Crediti foto: Aston Martin
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