La Formula 1 è sull’orlo di una vera e propria guerra tra la GPDA e la FIA. Da un lato, troviamo l’associazione dei piloti, che difende a spada tratta le superstar del circus, dall’altro c’è la federazione che regolamenta tutte le competizioni motoristiche. Quali sono le motivazioni dietro il conflitto? Le parolacce.
Stop alle parolacce
La recente presa di posizione della FIA sull’argomento “linguaggio scurrile” ha acceso un forte dibattito in Formula 1. Dopo l’introduzione del giro di vite sulle parolacce, Max Verstappen è stato il primo a pagarne le conseguenze: l’olandese ha dovuto scontare alcune ore di servizi sociali dopo aver pronunciato una parolaccia in conferenza stampa. Sorte simile per Charles Leclerc, il quale ha pronunciato un “fuck” di troppo e ha ricevuto 10000 euro di multa, di cui 5000 sospesi con la condizionale.
L’intervento della GPDA
A seguito di questi avvenimenti, la Grand Prix Drivers’ Association ha preso una posizione netta, difendendo la categoria dei piloti. Dopo aver creato un account Instagram, l’associazione ha inaugurato il suo canale social con un comunicato stampa, indirizzato direttamente alla FIA. Nel testo si evince che i piloti pretendono di essere trattati da adulti e non come bimbi da bacchettare quando dicono parole sconvenienti.
Una battaglia molto importante
Tutto molto interessante, ma la domanda che viene da porsi è: sono queste le grandi battaglie da portare avanti? Possibile mai che, con così tanti problemi che affliggono la Formula 1, la priorità siano le cazzo di parolacce in conferenza stampa? Tra le migliaia di stronzate che si possono recriminare alla FIA, la GPDA ha deciso di puntare i riflettori su una minchiata colossale.
Uno spreco di energie e di credibilità
In tanti anni di esistenza, la GPDA raramente si era mobilitata in una tale maniera, al punto da attaccare direttamente “il palazzo”. La nobiltà del gesto viene (ahimè) compensata al 100% dell’inutilità della causa. Se i piloti chiedono rispetto dalla FIA, possono pretendere ben altro come, per dire proprio una cazzata a caso, la libertà di parola? FIA vuole la politica fuori dalla F1, imponendo ai piloti di non lanciare messaggi politici, salvo tramite autorizzazione scritta da FIA stessa. Questa non sembra una puttanata da combattere strenuamente? No, meglio il diritto ai bestemmioni in conferenza stampa.
Così ci fate cadere le palle
In una fase storica in cui la FIA è in chiara combutta col management della F1 e c’è una battaglia aperta tra federazione e Liberty Media, è estremamente facile attaccare FIA. Ad esempio, si può colpire la federazione criticando:
- direzione gara spesso confusa e incoerente;
- regolamenti tecnici ballerini;
- quella cagata chiamata budget cap;
- gestione ridicola delle gare bagnate;
- i capelli di Ben Sulayem.
Questi sono solo alcuni dei punti che fanno ben comprendere quanto a FIA freghi un cazzo dei piloti.
I fan fomentati perché non capiscono un cazzo
La cosa più assurda di questa storia è che sui social il caso è diventato virale. Tutti i fan sono d’accordo con i piloti ergendosi a difensori del sacro diritto alla parolaccia. Il tutto, senza rendersi conto che la GPDA ha deciso di sganciare la bomba su un argomento che riguarda una marea di contesti, tranne la pista.
Per l’ennesima volta, l’attenzione della Formula 1 non si rivolge al suo core business (per chi non lo sapesse, sono le corse di automobili) ma al contorno. Quindi di che cazzo ci lamentiamo se le gare passano in secondo piano?
Dunque ora mi ritrovo qui a scrivere una caterva di parolacce in un articolo che leggeranno in pochi, perché devo necessariamente aggiungere il tag noindex, altrimenti quei stronzi di Google penalizzano tutta la baracca.
E poi chi lo sente al direttore.
Vaffanculo.