Gp Bahrain – Dopo quattro gare la Ferrari non ha ancora assaporato la gioia del podio. A Sakhir ci è giunta vicina, ma una safety car ha probabilmente spezzato l’incastro magico che avrebbe potuto permettere a Charles Leclerc di accomodarsi sul gradino più basso. Il monegasco si è dovuto accontentare della proverbiale medaglia di legno: soddisfazione molto blanda che però certifica piccoli passi in avanti dopo l’introduzione del nuovo pacchetto aerodinamico che non tutti i difetti ha corretto, ma che almeno ha definito una base su cui poter concretamente lavorare.
A un certo punto sembrava che il podio potesse concretizzarsi. Le immagini TV avevano mostrato l’ala mobile della Mercedes W16 di George Russell aprirsi laddove non era consentito. In effetti la cosa si è verificata e la stessa FIA ci ha voluto veder chiaro interrogando i presunti rei e arrivando a un verdetto di incolpevolezza che ha convinto nel merito ma che ha reso insoddisfatti i complottisti d’accatto che affollano questo sport. Leggete pure, poi vi fate un’idea.

Caso Russell, il comunicato della FIA
I Commissari hanno ascoltato il pilota della vettura n. 63 (George Russell), i rappresentanti del team e il Sig. Pearson, e hanno esaminato i dati del sistema di posizionamento/marshal, la telemetria e le comunicazioni radio del team.
Il collegamento tra il sistema automatico di attivazione del DRS e la vettura ha avuto un malfunzionamento a causa di problemi con un sistema di rilevamento temporale fornito da una parte esterna. Pertanto, la FIA ha autorizzato l’attivazione manuale del DRS in conformità con l’Articolo 22.1 h). In quel momento il pilota stava affrontando un problema al sistema brake-by-wire e altre difficoltà elettroniche. Gli è stato quindi consigliato di utilizzare un pulsante ausiliario nell’abitacolo, che funge da pulsante radio di emergenza ma anche da attivatore manuale del DRS.
Sul rettilineo tra le curve 10 e 11 ha cercato di comunicare con il team tramite questo pulsante, ma ha attivato accidentalmente il DRS. Il DRS è stato attivato per una distanza di 37 metri su un rettilineo di circa 700 metri. Sebbene abbia guadagnato 0,02 secondi, ha perso 0,28 secondi alla curva successiva per compensare. Questo è stato confermato dalla telemetria.
Pertanto, sebbene tecnicamente vi sia stata una violazione, i Commissari Sportivi hanno deciso che, non essendoci stato alcun vantaggio sportivo ottenuto, nessuna penalità verrà applicata.

Gp Bahrain, Ferrari – Il complottismo all’attacco
Una nota che parla chiaro e che fuga ogni dubbio. Ma non è bastato. La TV che detiene i diritti di trasmissione della Formula 1 ci ha costruito un post gara intero sobillando un pubblico forcaiolo con quel giustizialismo tipico di chi ha necessità di far consenso senza nemmeno togliersi il cappellino del tifoso. Atteggiamenti che alimentano quella fastidiosa dietrologia che intasa l’aria dai miasmi del complotto su cui troppi personaggi che imperversano nel web hanno costruito la propria carriera.
A volte il destino sa essere beffardo. Proprio quando impazzava la polemica ordita dai soliti noti con la paralisi al dito indice sempre puntato con fare accusatorio, escono le immagini che mostrano la vettura di Leclerc, quello che avrebbe dovuto beneficiare dell’atto grave (risate) di cui sopra, aprire il DRS quando non doveva. Chiariamo: nessun vantaggio per Charles, visto che il sistema si è attivato in curva e la cosa poteva essere molto pericolosa. Una frazione di secondo ma che, come nel caso Russell, rappresenta una sostanziale deviazione dalle norme scritte.
Se si applicasse la stessa ferocia interpretativa che non tiene contro delle più normali attenuanti del caso, anche il monegasco sarebbe dovuto essere oggetto di indegni strali figli di tifosi frustrati che forse sfogano le delusioni derivanti dell’incapacità della Ferrari nell’ottenere buoni risultati. Questo episodio dovrebbe fungere da monito e ricordare a chi di dovere che il fucile della critica, come asseriva Benedetto Croce (non l’ultimo dei fessi), deve sparare molto poco.
In chiusura, sorge un quesito dal senso chiaro e sportivamente drammatico: se pure la FIA avesse penalizzato Russell, cosa sarebbe cambiato? Un podio ottenuto per un vantaggio mai concretizzatosi avrebbe portato godimento? A questo si è ridotto il tifo rosso? Sperare in una terza piazza considerandola quasi come l’eldorado dopo un avvio stentato che seguiva proclami invernali che ancora rimbombano a devastare le meningi di noi tutti?
Ferrari sia ambiziosa. E lo siano i suoi tifosi. Sia quelli da casa che quelli che raccontano il motorsport che, deontologicamente parlando, dovrebbero avere la forza di essere terzi come un giudice e non emotivamente coinvolti come il primo degli ultras da stadio. Si esigano podi e vittorie dai vertici di Maranello, non da Place de la Concorde che, un volta tanto, agisce col buon senso nell’evitare di penalizzare Russell e, se proprio vogliamo fare la punta alla matita, pure Leclerc che l’ala della SF-25 ha visto aprirsi dove non doveva.

Questa storia, marginale per portata, sarà ahinoi tirata in ballo per tutta la stagione. Nella speranza che non sia eterna scusa per giustificare fallimenti tecnici inattesi. Sì, perché dopo quattro gare nemmeno il più pessimista dei tifosi si aspettava una Rossa sempre fuori dal podio. Questa è la cosa veramente grave.
Una piccola nota finale: bisognerebbe dare un plauso a Fred Vasseur che, intervenuto nella tribuna in cui si stava eseguendo un processo in contumacia, ha messo tutti a tacere scagionando i rivali. Un signore. Chapeau.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Scuderia Ferrari