Il Campionato di F1 2025 ha da scrivere il suo ultimo capitolo che prevede anche l’epilogo nel duello tra i Costruttori. Una stagione caratterizzata da tante storie, tra cui le solite polemiche che stavolta hanno toccato anche le ali flessibili di alcune monoposto. Un meccanismo, quello dell’aeroelasticità, a cui si vuole dare un giro di vite definitivo per evitare ulteriori discussioni e per rendere il quadro chiaro onde evitare che qualcuno sfrutti le aree grigie che rischiano di sfociare in vere e proprie infrazioni normative.
A Spa-Francorchamps la FIA ha introdotto il sistema dei marker, degli adesivi adagiati su punti strategici delle superfici riflettenti osservati da telecamere piazzate sulle parti fisse della monoposto. Si è trattato di una grande raccolta dati per poi deliberare un quadro normativo più coerente, all’interno del quale verranno stabilite le quote da rispettare e gli eventuali margini di tolleranza. Quel momento pare essere arrivato. Ma non mancano le solite lotte di potere per tutelare interessi particolaristici.
La battaglia sull’aeroelasticità in F1 potrebbe raggiungere un punto di svolta tra pochi giorni. Oltre alla verifica dinamica, è in fase di definizione un inasprimento dei test statici per impedire l’uso di soluzioni aerodinamiche basate sulla flessibilità controllata delle ali. L’argomento è stato discusso durante l’ultima riunione della F1 Commission (ecco come nascono le regole in F1) e una decisione definitiva è attesa entro gennaio per evitare ripercussioni sullo sviluppo delle vetture per il 2025.

L’aeroelasticità in F1: un’arma a doppio taglio
Il fenomeno dell’aeroelasticità è stato usato con successo dalla McLaren, che ha sviluppato un’ala anteriore capace di piegarsi sotto carico. Questa soluzione innovativa ha consentito di migliorare il bilanciamento della vettura: nelle curve lente, l’ala generava il massimo carico aerodinamico, mentre a velocità elevate il carico diminuiva, spostando la deportanza verso il retrotreno.
La soluzione è stata poi adottata da altri team, come Mercedes, Ferrari e Haas, e successivamente da Red Bull e Alpine. Tuttavia, non tutti hanno sfruttato questa tecnologia con la stessa efficacia e profondità. Ferrari, ad esempio, ha esitato a lungo per timore che la FIA imponesse un divieto, preoccupata di sprecare risorse economiche nello sviluppo di un componente potenzialmente inutilizzabile nel breve periodo.
L’aeroelasticità non si è limitata alle ali anteriori. Durante il Gran Premio dell’Azerbaijan, le riprese onboard hanno mostrato come i flap delle ali posteriori della McLaren si piegassero verso l’alto oltre i 280 km/h, riducendo la resistenza aerodinamica.
Simili deformazioni sono state osservate anche su altri team, con la Red Bull particolarmente attenta a segnalare tali comportamenti alla FIA. Pierre Waché ha addirittura affermato che Red Bull ha perso il costruttori per via di questo espediente. Ricostruzione abbastanza fantasiosa, ad essere onesti.
Come detto, la FIA ha adoperato le telecamere per analizzare il comportamento delle ali a velocità elevate. I dati raccolti serviranno per definire nuovi limiti nei test di stress, che saranno implementati nel 2025 per ridurre al minimo le possibilità di flessione intenzionale.

Aeroelasticità F1: i team sono spaccati
Red Bull vorrebbe un inasprimento delle regole poiché beneficerebbe della nuova normativa. Al contrario, team come McLaren, Mercedes, Ferrari e Alpine rischiano di perdere terreno, avendo investito ingenti risorse nello sviluppo di queste soluzioni. Un punto di sintesi non è stato trovato ma serve velocità nel definire il quadro di riferimento perché le ali per le vetture del 2025 entreranno presto in produzione.
Una stretta sembra comunque inevitabile anche se non si sa quanto sarà duro il giro di vite. In ogni caso, l’introduzione di regole più severe potrebbe segnare la fine di una fase di sviluppo particolarmente innovativa in Formula 1, favorendo un ritorno a soluzioni più tradizionali. Saranno giorni frenetici quelli che ci dividono da qua ai primi di gennaio.
Illustrazioni: Chiara Avanzo
La flessibilità di alcuni elementi aereodinamici (le ali), è stata notata già alcuni anni or sono, il divieto di tale pratica doveva essere normato allora inducendo chi ne volesse usufruire a trovarne i limiti di utilizzo. Ora, chi ha sfruttato questa tecnologia ha trovato il classico “buco nero” del regolamento ed ha i conseguenza investito in tale direzione traendone vantaggio, non ha quindi violato nessuna norma, gli altri team ora non possono che rincorrere per cercare di colmare il gap creatosi, non si possono tarpare le ali all’inventiva.