Chi l’avrebbe mai detto? Dopo mesi di voci, sogni e fotomontaggi su Adrian Newey in casacca Ferrari – magari pronto a rivoluzionare la SF-25, a firmare il progetto 2026, o a sorseggiare espresso con Fred Vasseur facendo la spola tra il suo tavolo da disegno, i computer che gestiscono le analisi computazionali e la galleria del vento – il genio dell’aerodinamica ha davvero “abbracciato” la Rossa. Sì, ma con un dettaglio non proprio secondario: non a Maranello. E neanche in fabbrica. E nemmeno in F1.
È successo a Goodwood durante il celebre Festival of Speed. E non è la prima volta che il mago della matita lo fa perché la passione per la guida lo ha spesso invitato a indossare casco, tuta e guanti. Tra bolidi storici, gentlemen driver, ex piloti di grido come Riccardo Patrese e Nigel Mansell e ovazioni del pubblico britannico, Adrian Newey si è calato in una Ferrari.
Una 312 del 1969 che fu condotta, con non troppe fortune in quell’annata, da Chris Amon che mollò a metà stagione e da Pedro Rodriguez che ne prese il posto. La vettura, che in Formula 1 girò dal 1966 al 1969, fu progettata da un’altra icona della tecnica: Mauro Forghieri. Oggi è un capolavoro vintage con ruote sottili, seduta da carrozza per quanto lascia esposto il corpo e una potenza brutale e difficilmente gestibile senza i moderni controlli elettronici.

Newey – Ferrari: un matrimonio che non si consumerà mai
Era sorridente Adrian, col casco in testa e occhi da bambino, al volante della gloriosa monoposto del Cavallino Rampante. Una scena suggestiva, certo. Ma anche un colpo al cuore per chi ha cullato il sogno di vederlo alle prese con CFD e simulazioni vestendo il rosso, non con una tuta verde dell’Aston Martin (sì, si è presentato proprio così) in un abitacolo di una Rossa vintage.
C’è chi ha subito condiviso l’immagine sui social network con frasi tipo “Finalmente in Ferrari!” o “L’inizio di una nuova era!”, ma la realtà è più terra-terra (anzi, ghiaia-ghiaia): Newey era lì per divertirsi, mica per riscrivere la storia tecnica di Maranello. Nessun annuncio. Nessun contratto. Nessun trasferimento. Solo tanta nostalgia, un po’ di olio bruciato e una passerella motoristica. Divertimento e passione. Il lavoro, quello vero, lo sta svolgendo per Lawrence Stroll che è arrivato laddove John Elkann non è saputo giungere. Bravo Mr. Strulovitch!
E allora sì, possiamo dirlo: Newey è salito su una Ferrari. Ma non è salito a bordo del progetto Ferrari. Una sottile differenza che però cambia tutto. È un po’ come dire che un fan dei Beatles è entrato negli Abbey Road Studios, ma solo per farsi una foto ricordo nell’atrio.
Nessun segnale, non è l’inizio di qualcosa. Nemmeno si è trattato di una romantica scappatella d’epoca, tra una AMR e l’altra. Per ora, è solo un bell’aneddoto da Goodwood, Gran Bretagna. Ai tifosi Ferrari non resta che continuare (vanamente) a sognare… magari aspettando che Adrian arrivi a Maranello con il trolley carico di progetti e di idee. Non con gli occhialoni da pilota d’epoca.
Crediti foto: Reddit
Seguici sul nostro canale YouTube: clicca qui