Pedro de la Rosa conosce dall’interno il mondo Aston Martin. Il suo sguardo, dunque, è privilegiato e dà contezza di quanto sta accadendo in un team in continua evoluzione. L’ex pilota spagnolo ha evidenziato come la scuderia britannica abbia compiuto passi avanti ponendola ben oltre a quanto inizialmente previsto nel proprio piano di crescita in Formula 1. In un’intervista rilasciata durante il weekend del Gran Premio di Spagna, il consulente sportivo ha spiegato come la franchigia di Silverstone stia rispettando, e in alcuni casi addirittura superando, le promesse fatte ai suoi membri al momento del loro ingresso nel progetto.
Quando l’ex driver si è unito al team, alla fine del 2022, Aston Martin era ancora alle prese con una delicata fase di trasformazione strutturale. La squadra non disponeva di una galleria del vento operativa (si appoggiava a quella Mercedes di Brackley, ndr) né di un simulatore all’altezza degli standard attuali. Oggi, entrambe le infrastrutture sono diventate realtà, diventando addirittura un punto di riferimento per la Formula 1.

“All’epoca nessuno poteva immaginare che Adrian Newey sarebbe entrato a far parte di questo progetto”, ha dichiarato de la Rosa. “Non era nemmeno disponibile sul mercato. Il fatto che oggi sia con noi dimostra quanto il team sia andato oltre quanto promesso. Le infrastrutture sono pronte, la galleria del vento è completata, ed è esattamente ciò che mi era stato illustrato con modelli che oggi sono diventati concreti”.
Aston Martin: l’importanza dell’operazione Adrian Newey
L’operazione Newey ha avuto un impatto che va ben oltre il valore tecnico del singolo ingegnere. Secondo de la Rosa, la sua presenza ha reso Aston Martin una delle mete più ambite nel paddock non solo per i tecnici affermati, ma anche per i giovani ingegneri in cerca di un ambiente stimolante.
“Da quando si è saputo dell’arrivo di Adrian, c’è stato un cambio di percezione radicale”, ha spiegato l’ex McLaren. “Molti ingegneri, sia provenienti da altri team sia appena usciti dalle università, ci considerano ora un’opzione molto attraente. Vogliono lavorare con lui per crescere più in fretta, per apprendere da vicino il metodo Newey”.
Nel cuore della “Motorsport Valley” inglese, dove i principali team di Formula 1 convivono nel raggio di poche decine di chilometri, la capacità di attrarre talenti è cruciale. La figura di Newey, per de la Rosa, è un potente catalizzatore per la prossima generazione di progettisti.
“A volte ci si dimentica del valore simbolico di certe figure. Pensiamo ad Adrian come al genio dietro vetture vincenti, ma per noi è anche un punto di riferimento per quei giovani tecnici che un giorno guideranno il team. La sua presenza rappresenta un investimento nel futuro”.

De la Rosa ha anche sottolineato il cambiamento culturale in atto all’interno della struttura: “Quando sono arrivato eravamo circa 600 persone. Oggi superiamo le 900 unità. È una trasformazione profonda, tangibile. Il progetto non si limita a costruire auto competitive, ma sta creando un’identità solida e coerente”.
La recente visita di Newey al box Aston Martin durante il weekend di Monaco ha rappresentato un ulteriore passo nel suo processo di integrazione all’interno del team. “Vederlo a bordo pista è stato importante. Adrian conosce già il lavoro in fabbrica, ma ora ha osservato da vicino il funzionamento della squadra in un contesto di gara. Questo gli permette di identificare aree critiche e opportunità di sviluppo”.
La sua semplice presenza nel garage ha avuto un impatto immediato sul personale. “Non c’è bisogno che parli. La sua figura impone rispetto. Quando interviene in riunione, tutti ascoltano. È una persona competitiva, e questo spirito si trasmette a chi lavora accanto a lui”.
Sul fronte motoristico, de la Rosa ha confermato il perfetto allineamento tra Aston Martin e Honda in vista del 2026, anno in cui il costruttore giapponese tornerà a fornire power unit al team britannico. “La collaborazione è già molto stretta. Il nostro capo progettista, Luca Furbatto, lavora quotidianamente con Honda. Abbiamo progettato internamente il nuovo cambio, che dovrà integrarsi perfettamente con il motore. La sinergia è così profonda che, in fabbrica, spesso non è nemmeno chiaro chi appartenga a quale azienda: si lavora davvero come un’unica squadra”.
Un’integrazione, quella tra infrastrutture, talenti e visione tecnica, che secondo de la Rosa rappresenta la vera forza di una Aston Martin in piena trasformazione e che intende farsi trovare pronta al mutare della cornice regolamentare. Il 2026 è dietro l’angolo, la scuderia di Lawrence Stroll corre veloce verso la cima della Formula 1.
Crediti foto: Aston Martin F1
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