F1 – Sull’addio di Adrian Newey alla Red Bull e sulle sue scelte si sono dette molte cose e si sono fatte molte ricostruzioni che, via via che emergono i fatti, risultano anacronistiche e generalmente inutili a raccontare come siano davvero andati i fatti. Christian Horner ha fornito qualche dettaglio in più su una vicenda che ha tenuto banco troppo a lungo dopo l’annuncio ufficiale del divorzio, avvenuto il primo maggio di quest’anno.
Il team principal della scuderia anglo-austriaca ha rivelato che il percorso tracciato era il seguente: Newey avrebbe rispettato il suo contratto, in scadenza a dicembre 2025, per poi diventare una sorta di super rappresentante della scuderia, ma sostanzialmente in veste di pensionato.
Insomma, l’idea era quella di ritirarsi dalla classe regina del motorsport per poi apparire saltuariamente come uomo immagine della scuderia, e magari come ingegnere incaricato di seguire il progetto stradale RB17.

Red Bull – Newey: percorso interrotto in maniera brusca
Ma qualcosa è andato storto, visto che il tecnico più vincente nella storia della Formula 1 ha deciso di interrompere anzitempo la collaborazione con il team. Si è detto che il tutto è avvenuto nella massima intesa tra le parti, ma è evidente che anticipare di oltre 12 mesi la chiusura di un rapporto che doveva sfociare in una diversa collaborazione è indicativo del fatto che, a un certo punto, l’incanto si sia spezzato.
Probabilmente, hanno contribuito a questa decisione le vicende che hanno coinvolto Christian Horner e le tensioni interne al team che ne sono derivate, oltre ai contrasti tra la parte thailandese e quella austriaca della scuderia. L’ambiente non era evidentemente più sano, e questo ha portato Newey a maturare la decisione di lasciare, valutando altri contesti.
Ed è qui che arriva la notizia. Horner ha affermato che l’offerta fatta da Aston Martin – che comprende anche azioni della scuderia – non poteva essere pareggiata da Red Bull, che evidentemente pensava di poter proseguire dopo il 2025 grazie a accordi verbali già presi in precedenza.
Questo fatto ci dice non solo che Aston Martin ha una forza economica e una capacità attrattiva senza precedenti (anche grazie alle strutture realizzate da Lawrence Stroll e dal suo team), ma probabilmente rivela che l’unica vera opzione per l’ingegnere di Stratford-upon-Avon era proprio quella che conduceva ai cancelli di Silverstone, e non le altre opzioni narrate e romanzate fino alla nausea, che lo vedevano promesso sposo di una Ferrari che, invece, stava lavorando su altri progetti e muovendo altre figure.

Aston Martin e quell’attrattiva inarrestabile che ha fatto breccia in Adrian Newey
L’ammissione di Horner riflette una grande verità: Aston Martin è, in questo momento, una scuderia percepita come un approdo sicuro, una realtà in grado di riscrivere le dinamiche che abbiamo osservato negli ultimi anni.
Se il tecnico più vincente di sempre snobba la Ferrari (che a un certo punto ha mollato, avendo capito che non c’erano i margini per l’ingaggio) e si affretta a chiudere un rapporto quasi ventennale con un team che gli ha dato gran parte della gloria che si è costruito in carriera, significa che ha visto nella franchigia di Silverstone quegli elementi per impostare qualcosa di grande.
Aston Martin ha letteralmente strappato Newey alla pensione. Il programma era quello – e non abbiamo motivo di dubitare delle parole di Horner – e questo dà la misura di cosa potrà rappresentare, soprattutto a partire dal 2026, un pacchetto che comprende altri tecnici di rilievo assoluto e un motorista come Honda, che dal 2021 ha praticamente fatto il bello e il cattivo tempo. Sì, Aston Martin fa e deve fare paura: non si può sottovalutare un gruppo così ambizioso e in grado di attrarre le competenze più raffinate della Formula 1.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, Aston Martin