L’ Adria International Raceway, situato ad Adria, in provincia di Rovigo, sarebbe vicino alla riapertura dopo un lungo periodo di inattività. Il circuito, lungo 3,749 km con 11 curve , inaugurato nel 2002, ha ospitato in passato competizioni di rilievo come il Campionato FIA GT, il DTM e la Formula 3 Euroseries, oltre a test di Formula 1. Il suo paddock è l’unico al mondo completamente coperto. All’interno del complesso si trova anche un kartodromo di 1,302 km.
Adria International Raceway – La chiusura e il degrado della pista
L’Autodromo è stato chiuso in seguito al fallimento della società F&M, dichiarato nel 2020 dal Tribunale di Rovigo, a causa di un passivo di circa 53 milioni di euro. Dopo il fallimento, l’impianto è stato posto sotto sequestro e i curatori fallimentari hanno proceduto alla vendita all’asta di arredi, macchinari e altri beni mobili, lasciando la struttura in uno stato di progressivo degrado.
Senza manutenzione, la pista, gli spalti e le infrastrutture sono stati invasi dalle erbacce e danneggiati dall’abbandono. Tuttavia, di recente sono stati avvistati mezzi per lo sfalcio dell’erba, un primo segnale di attività dopo anni di immobilità.
Adria International Raceway – La disputa tra Bioitalia e il Fondo Darma
La situazione dell’autodromo è stata al centro di una lunga controversia legale che ha visto coinvolti diversi attori:
- Bioitalia, ultimo gestore dell’autodromo, nel 2016 aveva siglato un preliminare d’acquisto con F&M, versando una caparra di 1,5 milioni di euro. L’azienda ha investito circa 10 milioni di euro per la gestione e l’ampliamento della pista, trasformando Adria in un circuito omologato per competizioni di alto livello. Tuttavia, il fallimento di F&M e la gestione dei beni da parte dei curatori hanno impedito a Bioitalia di completare l’acquisto o di recuperare gli investimenti.
- Il Fondo Darma, proprietario legale dell’autodromo, è un fondo in liquidazione che detiene l’impianto tra i suoi cespiti. Vanta un credito di 7,6 milioni di euro nei confronti di F&M, riconosciuto in appello nel 2019, e si oppone alle rivendicazioni di Bioitalia.
- I curatori fallimentari, che hanno venduto i beni mobili dell’autodromo senza considerare il preliminare d’acquisto di Bioitalia, avrebbero causato, secondo quest’ultima, un danno di circa 5 milioni di euro , a cui si aggiungono ulteriori 5 milioni necessari per il ripristino della struttura.
Il contenzioso tra Bioitalia e Darma è culminato in un’udienza chiave l’ 8 marzo 2025 presso il Tribunale di Milano. Bioitalia reclama i diritti sull’autodromo sulla base del preliminare d’acquisto e degli investimenti effettuati, mentre Darma difende la propria posizione di proprietario e il diritto di disporre dei beni per soddisfare i creditori.
Adria International Raceway – Un possibile accordo per la riapertura
Dopo anni di stallo, si starebbe profilando un accordo tra Bioitalia e Darma, potenzialmente mediato in sede giudiziaria. Questo compromesso potrebbe portare al dissequestro della struttura e consentire la riapertura dell’autodromo, con la ripresa delle attività sportive e turistiche.
Il 17 marzo, l’avvistamento di mezzi per la manutenzione dell’area ha alimentato le speranze di un ritorno alla normalità, suggerendo che siano già iniziati i primi lavori in vista di una possibile intesa definitiva.
Il valore dell’Adria International Raceway
L’Adria International Raceway ha rappresentato per anni un importante motore economico per il Polesine, generando un significativo indotto grazie agli eventi motoristici, al turismo e alle attività collegate. La sua chiusura ha avuto un impatto negativo per gli appassionati e per le imprese locali, che ora guardano con ottimismo alla possibilità di una riapertura.
Se riportato in funzione, l’autodromo potrebbe tornare a ospitare gare di kart, auto e moto, oltre a eventi di rilievo internazionale, a patto che vengano affrontati i costi di ripristino e le questioni legali residue.