Era nato il 30 settembre 1946. Un lunedì, giorno successivo all’esordio in Serie A di Mario Rigamonti. ‘Ci dev’essere qualcosa’ è -anche- il titolo di un capitolo del libro di Pecci ‘Il Toro non può perdere’. L’Eraldo mise a segno il secondo gol nel massimo campionato il 26 gennaio 1975. Quella domenica andava in scena anche il Gran Premio del Brasile, nel quale ‘lui’ salì per la prima volta sul podio. ‘Ci dev’essere qualcosa’, scusate la ripetizione.
Un giorno in Catalogna
Jochen Mass se n’è andato nel giorno del 76° anniversario della tragedia di Superga. Forse qualcosa di particolare, per uno sportivo. “Ma i destini degli uomini a volte sembrano storie già scritte, copioni dai quali non si può uscire in alcun modo’, scrive Franco Ossola Junior (figlio di…) nel volume ‘I campioni che hanno fatto grande il Torino’. E allora era destino che il tedesco non doveva andarsene sette giorni fa: ovvero esattamente mezzo secolo dopo la sua unica vittoria in Formula 1. Al Montjuic, in quel Gran Premio…statistico e maledetto.
Quel giorno a Detroit
Furono quattro i podi totali per Mass in quel 1975: dopo la gara in Catalogna arrivò terzo in Francia e a Long Beach. Nella sua carriera in Formula 1 ne ottenne otto: il numero che di solito portava Pecci sulle spalle. Settantuno i punti totalizzati. Chiediamo scusa se oggi abbiamo mescolato due sport differenti. Ma ‘ci dev’essere qualcosa’ anche perché Jochen Mass se n’è andato nel giorno di un Gran Premio degli Stati Uniti su un circuito cittadino. Lui che…il 6 giugno 1982 ottenne l’ultimo miglior piazzamento (anche se settimo). In America. A Detroit.