“Ora vediamo cosa succederà domani e quale sarà il nostro passo gara”. Così si era espresso Fred Vasseur dopo le qualifiche e il GP di Abu Dhabi, ha consegnato una Ferrari finalmente più vicina alla versione vista ad Austin e in Messico, con qualche spiraglio di luce dopo settimane complesse.
La SF-25, soprattutto con Charles Leclerc, ha mostrato un passo sufficiente per puntare al podio, anche se la superiorità delle McLaren e di Max Verstappen ha rapidamente definito i valori in pista. Il team si aspettava una competitività più alta in gara che in qualifica e il doppio approccio strategico – gomme rosse per Hamilton e gialle per Leclerc al via, poi una doppia sosta verso hard e infine media – ha finito per convergere nel corso dei 58 giri.
Alla vigilia, Vasseur aveva dichiarato di voler fare “il massimo per la squadra e ottenere il miglior risultato possibile per concludere bene la stagione”. E come al solito, Leclerc ci ha provato fino all’ultimo, ma anche Hamilton ha portato a casa un risultato solido.
Il GP d’Abu Dhabi è solido ma non significativo
Una gara da parte della Ferrari che non riassume l’intera stagione 2025. Sono poche le gare positive, che verranno surclassate da quelle negative, uniche – purtroppo – che ricorderemo nei prossimi anni. Emerge il rammarico di una squadra che poteva fare di più. Restano le parole dei piloti, in grado di dar fastidio anche ai piani alti. Al termine della gara, Charles Leclerc con le sue dichiarazioni ha provato a darci una risposta, ammettendo come tra gli errori ci sia stato quello della comunicazione che ha generato aspettative.
Un grande hype attorno a Maranello, dovuto soprattutto per l’arrivo di un sette volte campione del mondo come Lewis Hamilton. Ma a prescindere da tutto, non può essere una giustificazione. Ad inizio anno, Fred Vasseur pronunciava le famose parole “quest’anno possiamo vincere il titolo piloti e costruttori”, che non possono essere dettate solo dalla situazione.
Certo, vedere Lewis vestito di rosso per la prima volta ha avuto il suo fascino, ma ciò che resta al termine di una stagione, deludente, non è il suo arrivo, ma le parole. Restano intatte tutte le promesse fatte e non mantenute.

A cosa è chiamata Ferrari adesso?
Ferrari è chiamata a guardarsi dentro. Ferrari è chiamata a fare un mea culpa. Ferrari è chiamata a mettere le basi solide per il 2026 e costruire passo dopo passo una grande stagione. Per il nuovo anno, dovrà necessariamente imparare dagli errori, ma soprattutto dovrà essere cauta: nelle dichiarazioni, nel creare aspettative e nello stabilire obiettivi concreti e possibili.
Il trionfo di Lando Norris ha suscitato emozione e deve essere lo stesso effetto che Maranello deve creare. Anzi, ricreare. Nessuno mette in dubbio delle possibilità. Come diceva Piero Ferrari, il team ha delle eccellenze e, tra queste, i due i piloti. Due piloti che ci credono, che lottano, che vogliono riportare la squadra in alto. Due piloti diversi ma con un unico obiettivo: vincere. E non importa se per la prima o ottava volta. Il concetto, resta lo stesso.
Ed ora è tempo di prendere una pausa. Lo ha detto Lewis Hamilton, che per la prima volta staccherà il telefono per restare lontano da tutto e tutti e lo ha detto Charles Leclerc. Il monegasco, attraverso i profili social della Scuderia Ferrari, ringrazia i tifosi per tutto il supporto per una stagione complicata.
“Tornare al top il più presto possibile“, dice Charles. Non una promessa, ma una speranza alla quale non può che unirsi la nostra.
Crediti foto: Scuderia Ferrari
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