In Cina si è disputata la prima Sprint Race stagionale, a Miami vi sarà la seconda. Un 1-2 che mette in chiaro come questo format piaccia parecchio alla proprietà americana.
A Shanghai si è consumato anche il primo weekend con la nuova regola del Parco Chiuso che sicuramente ha contribuito ad eliminare alcune variabili nell’equazione visto che i team hanno potuto lavorare alle vetture anche dopo la shootout.
Poco è cambiato in termini di risultati sportivi considerando che è stato Max Verstappen a fare man bassa di punti sia al sabato che alla domenica. Ma questo è un problema marginale per Liberty Media.
I fine settimana sprint offrono un grande vantaggio: la vendibilità del prodotto. Più sessioni ufficiali, più punti assegnati (a proposito di questo è allo studio l’allargamento della zona punti), più spettacolo, più ricavi commerciali.
Crescita del numero delle Sprint Race in F1: l’apertura di Domenicali
Per questo motivo Stefano Domenicali, CEO della Formula Uno, non ha escluso che, pur mantenendo le 24 gare in calendario, possa aumentare il numero delle Sprint Race che è fermo a sei da qualche anno.
“Più Sprint Race in futuro? Perché no? Direi che è fantastico perché mantiene alta la tensione ogni giorno. È qualcosa di cui discuteremo in futuro, ma è sicuramente un punto controverso”. Queste le osservazioni del dirigente imolese.
Le controversie riguardano chiaramente le necessità dei team che chiederebbero, nel caso, maggiore elasticità sul numero delle power unit utilizzabili. E forse qualche soldo in più per affrontare spese potenzialmente in aumento a causa dei danni che potrebbero nascere da sessioni ufficiali suppletive.
Anche la FIA chiederebbe più risorse per gestire meglio le fasi di gara tramite i commissari e gli addetti alla pista che non sono mai abbastanza. Limiti assolutamente superabili visto che il sistema è sano e produce utili.
La sensazione è che la Formula Uno, negli anni, possa estendere il format della Sprint Race fino a farlo diventare lo standard.
Crediti foto: F1