In occasione del Napoli Motor Show i cui dettagli e programma potete reperire sul sito NapoliNetwork (a questo indirizzo: clicca qui), ripercorriamo la storia di un evento che un tempo poneva il Mezzogiorno d’Italia come fulcro motoristico di un paese che oggi è sbilanciato sull’asse centro-settentrionale.
Gp di Napoli: cenni storici
Il Gran Premio di Napoli si è disputato tra il 1933 ed il 1962 evolvendosi da gara di granfondo a evento basato su una lunghezza più contenuta. È nata come Coppa Principessa di Piemonte in onore della moglie di Umberto di Savoia, Maria José.
La prima pista utilizzata fu il “Circuito delle Province Meridionali”, un tracciato da granfondo di ben 761 km che attraversava l’Italia meridionale in senso antiorario.
La partenza era fissata a Napoli in un percorso che si dipanava tra Salerno e Potenza fino a giungere a Bari per poi rientrare nel capoluogo campano attraversando Foggia, Campobasso, Benevento e Avellino.
L’evento si tenne nel 1933, 1934, 1937, 1938 e 1939 per fermarsi, poi, a causa della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1948 ripresero le competizioni. Chiusa la stagione del granfondo si passò su un layout più contenuto.
Gp di Napoli: la ripresa e la nuova chiusura
Si giunse così alla delibera del cittadino di Posillipo (di 4,1 km). Con esso arriva anche il cambio toponomastico. Spariscono i riferimenti regi per approdare a un più semplice “Gran Premio di Napoli”.
Le prime vetture che vi presero parte partecipavano al campionato di Formula 2. Seguirono, dal 1954 , competizioni di sport prototipi e vetture di Formula 1, anche se l’evento non era valido per il campionato mondiale di questa categoria.
L’ultima edizione fu disputata nel 1962, poi un lungo vuoto tra difficoltà logistiche, mancanza di fondi e reticenze della politica locale a investire su uno sport che si ė allontanato sempre di più dal Sud e dalla sua città più rappresentativa.
GP di Napoli: occasione per il mezzogiorno per tornare a essere un polo attrattivo per il motorsport?
Quello che parte domani e che si protrarrà per tre giorni non è un evento che ha i crismi della competizione ufficiale. Si tratta di un’esibizione che ha comunque il compito di riaccendere la passione di una fetta di pubblico che non ha molte possibilità di osservare competizioni sportive del genere.
Non che il Sud non ne offra, ma spesso i canali nazionali e gli organi di informazione più quotati non dedicano il giusto spazio ad attività che vengono colpevolmente considerate di nicchia.
Con un baricentro economico e produttivo sempre più spostato verso il settentrione, è necessario insistere con eventi del genere che possano supportare il movimento nel suo complesso.
Il patrocinio dell’ACI ha grande importanza in tal senso, nella speranza che nel tempo ciò che è uno spettacolo si trasformi in una competizione riconosciuta a livello federale.
In questo modo si potrebbero attirare nomi di calibro. Come quelli che si possono leggere nell’albo d’oro sotto riportato.
Anno | Pilota | Vettura |
---|---|---|
Circuito di Napoli | ||
1920 | Luigi Angelini | SCAT |
Coppa Principessa di Piemonte | ||
1933 | Franco Comotti | Alfa Romeo 8C |
1934 | Tazio Nuvolari | Maserati 6C 34 |
1937 | Nino Farina | Alfa Romeo 12C |
1938 | Aldo Marazza | Maserati 4CS |
1939 | John Peter Wakefield | Maserati 6CM |
Gran Premio di Napoli | ||
1948 | Luigi Villoresi | Osca MT4 |
1949 | Roberto Vallone | Ferrari 166C |
1950 | Franco Cortese | Ferrari 166 F2 |
1951 | Alberto Ascari | Ferrari 166 F2 |
1952 | Nino Farina | Ferrari 500 F2 |
1953 | Nino Farina | Ferrari 500 F2 |
1954 | Luigi Musso | Maserati A6 GCS |
1955 | Alberto Ascari | Lancia D50 |
1956 | Robert Manzon | Gordini T16 |
1957 | Peter Collins | Lancia D50 |
1958 | Joakim Bonnier | Maserati 200S |
1959 | Tony Settember | WRE Maserati |
1960 | Mennato Boffa | WRE Maserati |
1961 | Giancarlo Baghetti | Ferrari 156 F1 |
1962 | Willy Mairesse | Dino 156 F2 |
Crediti foto: Napoli Racing Show, infosibari