Negli ultimi anni la Formula 1 ha raggiunto un livello di maturità tecnica tale da rendere l’affidabilità quasi una variabile inerte. Non del tutto assente, ma certamente più marginale di altre ere. I numeri lo certificano in modo inequivocabile: le stagioni 2024 e 2025 sono state le meno “cagionevoli” per i motori nella storia dei Gran Premi, con un tasso di ritiro fermo intorno al 10%.
La maggior parte dei ritiri delle ultime stagioni non è infatti riconducibile a cedimenti meccanici, ma a errori del pilota, incidenti o contatti. Il motore che esplode, lo scarico che cede, l’impianto ibrido che va in protezione sono diventati eventi rari, quasi anomali. Un paradosso se si pensa alla complessità estrema delle moderne power unit e al numero impressionante di componenti che ogni monoposto integra.

In questo contesto, quindi, l’affidabilità non è più stata un fattore discriminante. Non ha deciso campionati, non ha spostato equilibri, non ha inciso in modo strutturale sulle gerarchie. È diventata una baseline: qualcosa che tutti devono avere, ma che nessuno riesce più a usare come leva competitiva. Ed è proprio qui che il regolamento 2026 rischia di rompere una delle certezze più consolidate dell’era moderna.
F1 2026: torna il fattore affidabilità
Andrew Shovlin, capo degli ingegneri di pista della Mercedes, descrive questo nuovo passaggio storico. Negli ultimi due anni, i test invernali sono scivolati via senza veri campanelli d’allarme. Le monoposto hanno girato fin dal primo giorno con una solidità impressionante, segno di un ecosistema tecnico che ha imparato a controllare il rischio in modo che non si presenti come un fardello.
Un livello di eccellenza che la Formula 1 ha costruito nel tempo, affinando processi, simulazioni, prove al banco e validazioni incrociate. Ma reso presente anche grazie al legislatore che, a un certo punto, ha deciso di congelare gli sviluppi per contenere i costi tenendo a bada una guerra tecnica che avrebbe prodotto una nuova escalation competitiva.
Il 2026, però, cambia radicalmente il perimetro del problema. Non si tratta di un’evoluzione, ma di una discontinuità. Nuove unità motrici, nuove architetture energetiche, un diverso equilibrio tra motore endotermico e MGU-K, sistemi più stressati e un’integrazione ancora più profonda tra telaio, aerodinamica e gestione della potenza con nuove modalità operative che andranno apprese e registrate. La portata del cambiamento è tale da rendere irrealistico pensare di replicare fin da subito i livelli di affidabilità riscontrati fino all’ultimo Gp del 2025.

Ed è qui che l’affidabilità torna prepotentemente nel discorso tecnico della Formula 1. Non come elemento folkloristico o nostalgico, ma come variabile strategica. Nei primissimi anni del nuovo ciclo regolamentare, il rischio aumenterà inevitabilmente. Rischio di progettazione, rischio di integrazione, rischio operativo. E dove aumenta il pericolo, aumenta anche la possibilità di differenziazione.
Chi riuscirà a trovare prima il giusto compromesso tra prestazione e robustezza avrà un vantaggio concreto. Non solo in termini di punti, ma di sviluppo. Perché un progetto affidabile consente di spingere prima sull’evoluzione, di esplorare soluzioni più aggressive, di accumulare dati senza dover continuamente rincorrere la sopravvivenza del sistema. Al contrario, chi sarà costretto a gestire fragilità strutturali perderà tempo, risorse e inevitabilmente terreno.
Non torneremo ai numeri degli anni ‘90 quando, sovente, metà del gruppo non vedeva la bandiera a scacchi. Quel mondo non esiste più, non esistono più neppure le tolleranze regolamentari e operative di allora. Ma l’epoca dell’affidabilità “scontata” è destinata a finire. Almeno nella fase iniziale del nuovo ciclo per poi trovare probabilmente nuovi punti di equilibrio.
Il 2026 riporta dunque la Formula 1 su un terreno che sembrava dimenticato: quello in cui finire la gara non è un fatto scontato. In un campionato sempre più compresso e con più competitor anche questo può fare la differenza tra vincere, inseguire o restare fatalmente attardati. L’affidabilità torna ad essere una voce di bilancio tecnico. E questa, per chi sa leggerla, è già una notizia enorme.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Scuderia Ferrari HP, Alpine
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