Basta poco per stravolgere le prospettive. Carlos Sainz, il “Normal one” della Formula Uno, si è presto trasformato nello “Special one”. Senza lanciarsi in paralleli con altri mondi, anche perchè il “proprietario” di questo soprannome se la passa sportivamente maluccio ultimamente, è evidente che nelle ultime settimane la narrazione intorno allo spagnolo si sia ribaltata.
Uno stravolgimento in piena regola. Quello da molti considerato l’underdog che, anche acciaccato dopo l’appendicectomia, sale in macchina, guida da dio e vince battendo un certo Charles Leclerc che la platea rossa ha designato essere l’uomo che deve portare il titolo a Maranello dopo lustri di vacche magre. Pesante fardello che fa incurvare la schiena e riempire la testa di pensieri e responsabilità.
Quelle da cui Carlos si è liberato essendo stato sciolto dal vincolo rosso da Frédéric Vasseur che ha puntato le fiches su Lewis Hamilton che se la sta passando piuttosto male con una Mercedes W15 capricciosa e un team che, dopo anni di fasti e glorie, sta cadendo nell’anonimato più nero: nemesi spietatissima in un destino beffardo.
Lavorare con la mente sgombra da pressioni può essere un vantaggio. Se lo sai sfruttare. Cosa in cui l’ex McLaren sta riuscendo alla grande. Certo, il difficile viene ora visto che tutti gli occhi saranno puntati sul box della Ferrari n°55. Ma Carlos ha dimostrato di avere le spalle larghissime e di poter tenere lo sguardo fisso su chi prova a penetrare le retine per scrutare all’interno della sua anima.
Carlos Sainz 2025: un poker sul tavolo da gioco
Se fino a poco fa, quindi, Carlos sembrava dover elemosinare un posto in un team diverso dalla Ferrari, ora si è trasformato nell’oggetto del desiderio di tanti. L’aveva detto il figlio d’arte: “Devo partire bene per trovare la miglior sistemazione possibile”.
Scatto migliore non si poteva immaginare al netto dello stop saudita imposto da un’appendice birichina. Quattro le scuderie che, da lontano, battagliano per ottenerne le prestazioni.
- Audi. L’opzione più scontata. La più chiacchierata che, per tale natura, rischia di essersi già bruciata. Nei mesi scorsi era girata voce che Sainz avesse firmato un precontratto con la casa di Ingolstadt. Nulla di vincolante, un atto figlio di un contesto storico diverso nel quale si provava a far pressione sulla Ferrari per un rinnovo che poi non è giunto.
Sauber resta un’idea concreta, ma nella testa del madrileno si fanno spazio scenari che portano a soluzioni più concrete e che siano compatibili con la voglia di un quasi trentenne (il compleanno il primo settembre, ndr) di laurearsi campione del mondo. La casa dei Quattro Anelli è ambiziosa, ma potrebbe servire troppo tempo per portarla in cima alla F1. E allora i Sainz, guidati da papà Carlos nelle vesti di intermediario speciale, hanno aperto altre trattative per capire fattibilità e prospettive. - Aston Martin. Il piano che prende corpo in queste ore. Lo switch col connazionale Fernando Alonso che potrebbe entrare nel mirino di Mercedes e della Red Bull. In questo caso si parla di un sodalizio in piena fase espansiva: nuove strutture, una galleria del vento pronta per il primo run, tecnici di primo livello strappati alla Red Bull (e non solo) e soprattutto quel motore Honda in uso esclusivo dal 2026.
Quelli di Silverstone vengono da molti considerati come i possibili sostituti della Red Bull nella scala dei valori della Formula Uno del futuro imminente. Carlos lo sa e ammicca alla “Verdona” anglo-canadese dove troverebbe un compagno di squadra tutt’altro che irresistibile. Insomma, potrebbe essere finalmente il leader indiscusso della compagine. Pensiero stupendo. - Mercedes, la nobile decaduta ma che sta lavorando per tornare grande. Forse, però, non dal 2025 in cui potrebbe ancora scontare il ritardo e le difficoltà che si sono sommate nell’era a effetto suolo. Non è un mistero che Wolff e i suoi possano fare all-in sulle nuove regole che entreranno in corso di validità nel 2026. La Stella a Tre Punte non è in Formula Uno per partecipare, i ricavi commerciali ad alto voltaggio si realizzano solo se si trionfa.
Senza Lewis Hamilton, con Andrea Kimi Antonelli ancora acerbo e da svezzare e con George Russell la cui parabola di crescita sembra essersi appiattita, Sainz potrebbe rappresentare un colpo di rilievo. Anche perché sono note la sua sensibilità di guida e la capacità di indirizzare lo sviluppo. Elementi che fanno gola a un team che ha perso la bussola sul fronte tecnico e che non può contare sull’esperienza di un sette volte iridato che ormai ha testa solo al rosso Ferrari. - Red Bull: il rischioso ritorno all’ovile. Se l’orizzonte post 2025 è meno definito nei contorni, per l’anno prossimo si configurerebbe la possibilità di accomodarsi in un abitacolo di primissimo livello. Probabilmente ancora il migliore del lotto. Ma Carlos dovrebbe affrontare un problema enorme: vedersela con lo squalo di Hasselt. Accettare, quindi, di essere una spalla o di certo non il riferimento tecnico-sportivo della realtà austriaca che ha fatto di Verstappen il suo pivot. Insomma, un colpo secco sperando di battere il più forte di tutti e con prospettive future meno intriganti.
Christian Horner ha aperto all’idea di ingaggiare lo spagnolo perché si rende conto che gli avversari stanno arrivando. Serve definire una line-up più solida di quella attuale in cui la distanza tecnica tra i conducenti sia più esigua. Sainz potrebbe offrire questa possibilità. Ma non è detto che sia disposto a farlo.
Le opzioni sopra proposte mostrano come il pallino del gioco sia nelle mani del ferrarista che può prendere tempo e valutare per bene le offerte che gli arriveranno in una casella di posta elettronica sempre più intasata. Potere di ricatto si definisce nelle scienze politiche.
Quella facoltà di determinare anche se si è un soggetto più piccolo di chi solitamente muove i fili. Carlos ne ha di forza contrattuale e la farà valere al momento buono. Nel frattempo si gode la sua posizione da “Normal one” vincendo gare in maniera clamorosa.
Crediti foto: Scuderia Ferrari