Ferrari SF-24, buona la prima. Anzi, le prime due.
Tempo di primissimi bilanci a Maranello in una settimana di silenzio sportivo che non coincide però col fermo operativo. Negli uffici e nei reparti della Gestione Sportiva il lavoro ferve senza sosta. I dati raccolti nei primi due appuntamenti iridati sono oggetto di analisi e rappresentano la base conoscitiva per impostare e correggere la traiettoria di sviluppo che deve seguire la monoposto.
L’suo delle gomme e la gestione delle stesse sono il focus principale dei tecnici italiani che stavolta, a differenza di quanto accadeva l’anno passato, possono partire da una base più solida. “Quando eravamo a un secondo di distacco era inutile. Ma ora, con una buona partenza, possiamo essere lì, possiamo lottare”. Queste le prime riflessioni a freddo di Frédéric Vasseur; parole che danno speranza ai tifosi e alla F1 che vogliono credere che questo 2024 non sia una copia esatta di un 2023 di avare soddisfazioni e di inscalfibili altrui domini.
Dal quartier generale di Via Abetone si ritiene che il disavanzo della Ferrari SF-24 dalla Red Bull RB20 sia, in qualifica, di due tre decimi, mentre in gara la quota è più elevata. Anche se difficile fare una stima perché, osserva Vasseur, non è chiaro quanto Red Bull stesse davvero spingendo sia in Bahrain che a Jeddah. In generale, però, “[…] la sensazione è più positiva, si può mettere un po’ di pressione su di loro“.
46 a 25. Questa la fotografia del progresso rosso dal 2023 al campionato in corso. Quasi il doppio dei punti messi in carniere dopo l’1-2 d’avvio mondiale nonostante la defezione di Carlos Sainz che, pur essendo stato ben sostituito da Oliver Bearman, ha prodotto una condizione tecnica sicuramente meno vantaggiosa per il Cavallino Rampante.
Ferrari SF-24: una vettura semplice da guidare
L’ha sottolineato Vasseur: “Credo che la macchina, oggi, sia più semplice da guidare rispetto a un anno fa. Questa è una buona base per lo sviluppo, perché la monoposto è molto più semplice da leggere per i piloti”. Non solo. La SF-24 è più comprensibile per i tecnici che la devono migliorare. Detta semplice: a Maranello oggi sanno dove mettere le mani. Un netto e deciso passo avanti rispetto a dodici mesi fa quando, agli albori del mondiale, era già chiaro che la SF-23 non avrebbe avuto un futuro roseo.
Ne ebbe a parlare Charles Leclerc di questa situazione definendo la vettura 2023 un mezzo difficile da condurre, non sincero, quasi traditore. Poca fiducia, scarse prestazioni. Ciò che quest’anno, di converso, non si verifica. Su questo si proverà ad impostare una campagna di recupero prestazionale nei confronti della Red Bull RB20 che, senza illudere nessuno, va considerata oggi ancora un oggetto che fa gara a sè.
Ferrari SF-24: i particolari per esaltare il complesso
Su cosa si concentreranno gli ingegneri? Vasseur non parla di ambito specifico, ma di crescita di tutte le aree della monoposto. “Le prestazioni arrivano da ogni parte. Non è una singola componente che fa recuperare cinque decimi. Se vogliamo rimontare terreno dobbiamo migliorare in ogni singola area. Questo è stato il nostro approccio l’anno scorso”.
Strategia che fino a questo momento ha pagato e che può dare altri frutti se lo staff tecnico sarà in grado di spingere con costanza senza perdersi come troppo spesso accadeva in passato. Uno dei problemi atavici della Ferrari è stata l’incapacità di individuare i target di sviluppo e di centrarli efficacemente. Oggi si ritiene che la correlazione tra l’ambito simulativo e la pista sia efficace e su questa ritrovata efficienza vanno basati i programmi futuri.
Nell’era del budget cap e di limiti allo sviluppo è necessario introdurre aggiornamenti “pronti all’uso”, che la pista validi immediatamente. La Ferrari deve imparare – e lo sta facendo – ad usare la galleria del vento non come mezzo di semplice testing ma come uno strumento confermativo. Si entra nel wind tunnel per trovare conferma delle linee guida impostate nelle analisi computazionali.
Solo così si può risparmiare tempo, restando entro i limiti dell’Aerodynamic Test Regulation, e soldi, rispettando il tetto di spesa. La F1 virtualizzata impone nuove sfide. Produrre una macchina efficace dipende dalla capacità di saperle vincere. Ferrari pensa di poterlo fare.
Crediti foto: Scuderia Ferrari