I dubbi erano concreti e li avevamo espressi un paio di giorni fa. Ieri è arrivata la conferma che le nostre valutazioni non erano incorrette: Hamilton – Ferrari è stata una partita molto più lunga di quanto i protagonisti abbiano fatto intendere; un match che Frédéric Vasseur ha vinto giocando di fino, in punta di fioretto, battendo sul suo campo un fuoriclasse come Toto Wolff.
Il team principal del Cavallino Rampante, a RMC Sport, ha fornito alcuni particolari del cammino che ha portato il sette volte iridato alla corte di Maranello confermando che quelle fatte dalla nostra redazione erano tutt’altro che congetture. In poche parole, l’idea dell’intesa lampo è da considerarsi definitivamente superata.
Leggere per credere: “Questo tipo di trattativa può fallire all’ultimo minuto. Come potete immaginare, si tratta di contratti grandi e complessi, quindi non mi sono mai detto che non sarebbe successo. Mi sono detto solo che si trattava di un’opportunità straordinaria per la squadra e che dovevamo lavorarci nello stesso modo in cui sviluppiamo la vettura“.
“Fino all’ultimo ho cercato di far sì che tutto andasse bene – ha proseguito il dirigente di Draveil – Ho percepito in Lewis una vera motivazione perché era convinto che, forse dopo la Red Bull, noi fossimo la sua migliore possibilità di vincere il titolo. E questa era la motivazione numero uno per lui“.
Hamilton – Ferrari: un accordo troppo complesso per essere chiuso in pochi giorni
La complessità dell’accordo, confermata da Vasseur, lascia intendere che siano servite diverse sedute per avvicinare le parti e farle sedere allo stesso tavolo per siglare le centinaia di pagine redatte dai notai e ora depositate negli uffici legali.
Lewis, in prima battuta, ha dovuto attivare la liberatoria che aveva fatto introdurre in un contratto sottoscritto con Mercedes che, a questo punto, non era un biennale secco come si era detto l’anno scorso, bensì un 1+1. Bisogna tornare proprio alla lunga trattativa che il pilota e la scuderia anglotedesca hanno impostato per trovare i semi che sono poi germogliati nel matrimonio con la Ferrari.
Hamilton chiedeva un legame più lungo e un ruolo da ambasciatore della Stella a Tre Punte nel post carriera in pista. Possibilità negate dalla direzione tricefala Wolff-Kallenius-Ratcliffe. Nell’insoddisfazione che ne è scaturita Lewis ha preteso una clausola rescissoria sulla quale il placido Vasseur si è fiondato convincendo con solidi argomenti un conducente che da sempre era attratto dal rosso.
Ancora, le cifre blu alla base delle negoziazioni inducono a pensare che le discussioni siano partite da lontano e siano durate a lungo. La conferma di questo ulteriore elemento era arrivata dal rinnovo di Leclerc e dallo stop a quello di Sainz che già sul finire del mondiale 2023 non si esprimeva più pubblicamente su un prolungamento in rosso. E il pre contratto non vincolante che lo spagnolo avrebbe firmato con Audi confermava che in Ferrari non c’era più posto per lui. Segno che s’era aperto quello spazio che avrebbe presto occupato Hamilton.
Un altro elemento spiega come siano andate davvero le cose. Leclerc, a margine della presentazione della SF-24, aveva demolito con innocente candore la narrazione dell’accordo improvviso: “Questo tipo di accordo non si stipula in un giorno. Ci vuole tempo ed ero consapevole di questa trattativa prima di firmare il mio contratto . Quindi non è stata una sorpresa per me. Con Lewis abbiamo parlato specialmente dopo che tutto è stato annunciato ed è diventato ufficiale“.
Tessere di un puzzle che si è finalmente composto e che rilascia un’immagine forte: quella di un Frédéric Vasseur che, con astuzia e capacità di muoversi nell’ombra, si è dimostrato un grande stratega battendo un vecchio volpone come Toto Wolff che ora è alle prese con la non semplice individuazione del pilota che deve sostituire quello più vincente di sempre.
Crediti foto: Scuderia Ferrari, Mercedes AMG F1