Nel presentare sui propri canali social il campionato del mondo di F1 2024 che apre i battenti giovedì prossimo con la prima sessione di prove libere (il programma intero è stato anticipato di un giorno per consentire lo svolgersi dei riti di avvicinamento al Ramadan), la Ferrari ha dato la parola a Matteo Togninalli, head of track engineering, che avrà il compito di curare in pista, in prima persona, la SF-24.
Tre le domande a cui il tecnico ha risposto che aiutano a capire quali riscontri il team cercava e quali risposte ha ottenuto dopo tre giorni di attività sul tracciato di Sakhir. La vettura si è ben comportata e per molti osservatori è la seconda forza alle spalle della Red Bull. Giudizio che la pista deve confermare, ma di certo alcuni difetti del modello precedente sono apparentemente spariti.
La gestione delle gomme è parsa molto più efficace, così come la risposta più prevedibile ai cambi di setup. Enrico Cardile, direttore tecnico della franchigia modenese, aveva sottolineato un altro aspetto importante: la ritrovata correlazione pista-simulatore. Un clima di ritrovata fiducia che trova conferma anche nelle parole di Leclerc e Sainz che hanno trovato nella SF-24 un’auto più sincera, a tutto vantaggio della guidabilità e della facoltà di avvicinarsi al limite.
Ferrari: parla Matteo Togninalli
(Il testo seguente è integralmente ripreso dal sito ufficiale della Scuderia Ferrari)
Puoi tracciare un bilancio della tre-giorni di test della scorsa settimana dal punto di vista ingegneristico?
“Nel test ci siamo concentrati sulla mappatura e la comprensione della nuova vettura, con particolare focus sugli aspetti di guidabilità e passo gara. La specifica delle gomme non è cambiata rispetto al 2023 quindi è stata messa meno enfasi sulle attività di analisi e comprensione degli pneumatici e ci siamo concentrati maggiormente sulla vettura nel suo insieme”.
“Nonostante il tempo delle sessioni si sia ridotto a causa delle interruzioni dovute ai problemi con le grate pioggia della pista, abbiamo raccolto i dati che volevamo e percorso il chilometraggio che ci eravamo dati come obiettivo, per noi molto importante per consolidare anche alcuni aspetti legati all’affidabilità. Ovviamente il lavoro di comprensione e ottimizzazione di una nuova monoposto non si esaurisce nell’arco dei tre giorni di test, che non sono chiaramente sufficienti, ma siamo stati comunque in grado di avere un primo quadro complessivo”.
“La correlazione con simulazioni e simulatore, nonché con la galleria del vento, è risultata sufficientemente buona. Questo, ovviamente, è un aspetto positivo. Abbiamo ritrovato sulla SF-24 quello che ci aspettavamo dopo le sessioni virtuali svolte con entrambi i piloti, sia in termini assoluti che relativi rispetto al 2023. Abbiamo anche validato la risposta della macchina alle diverse modifiche e opzioni”.
“Questo aspetto è fondamentale per poter utilizzare i vari strumenti che ci aiutano nell’ottimizzazione del pacchetto e per gli sviluppi a venire. In termini di feedback da parte dei piloti la macchina è risultata buona relativamente a guidabilità e solidità al variare delle condizioni. Questo era uno degli obiettivi che ci eravamo posti e crediamo possa aiutarci soprattutto per passo gara e gestione gomme“.
Sulla base di quanto visto ai test che scenario ti aspetti alla prima gara della stagione?
“Da quanto visto ai test è molto complesso avere un quadro chiaro: ogni team ha un approccio diverso in termini di carico di carburante, utilizzo delle gomme e approccio in generale al lavoro in pista. Inoltre, il circuito del Bahrain è caratterizzato da variazioni delle condizioni di pista (temperatura e vento) piuttosto rilevanti durante la giornata con effetti sul laptime tutt’altro che trascurabili. Quindi giri ottenuti in momenti diversi non sono del tutto confrontabili”.
“In generale mi aspetto una situazione non troppo diversa da quella di fine stagione 2023, con i campioni in carica che hanno mostrato un ottimo potenziale, al pari dei nostri diretti rivali dello scorso anno. Definire un vero ordine non credo sia ancora opportuno, ma probabilmente i gap tra una squadra e l’altra saranno ridotti a pochi decimi“.
C’è un aspetto che più degli altri credi che possa fare la differenza in vista del Gran Premio di sabato?
“A inizio stagione le variabili fondamentali sono la comprensione della vettura e l’affidabilità. Siamo agli inizi quindi chi ha fatto un lavoro migliore per comprendere bene l’utilizzo della monoposto e ha un’idea chiara di come estrarre il potenziale può avere un vantaggio. Più si procede nella stagione più questo aspetto tende a livellarsi e le differenze si traducono nelle differenze di potenziale puro”.
“Gli aspetti affidabilistici allo stesso modo vengono compresi e irrobustiti grazie al chilometraggio che man mano aumenta; quindi ad inizio stagione tutti sono maggiormente esposti. Il Bahrain è anche caratterizzato da cambiamenti di condizioni ambientali, in particolare temperatura dell’asfalto e vento, piuttosto impattanti su prestazione e bilancio vettura. Quindi la capacità di seguirli ed adattarsi sarà fondamentale”.
“Pensando a sabato, invece, il Gran Premio del Bahrain presenta un degrado gomme piuttosto elevato (rispetto alla media stagionale) per cui la gestione degli pneumatici sarà un punto chiave per il passo gara”.
Crediti Foto: Scuderia Ferrari