A metà febbraio Audi ha completato il processo di acquisizione della Sauber accaparrandosi il 100% del pacchetto azionario. Una mossa che aveva il fine di accelerare il processo di crescita che potrebbe essere ulteriormente velocizzato grazie all’introduzione di una figura di spicco come quella di Mattia Binotto. Quella suggestione che rilanciavamo a inizio marzo (leggi qui) sta per diventare una notizia ufficiale.
La casa tedesca ha schiacciato sul tasto del fast forward per impostare alcuni investimenti pesanti col fine di presentarsi nel 2026 già pronta e a un livello di competitività più elevato. Quello della controllata Volkswagen è stato un vero e proprio atto di forza che ha allontanato, in maniera radicale e definitiva, quelle voci che alludevano ad un fantomatico disimpegno in un’avventura nemmeno cominciata.
Il chiacchiericcio si era alimentato per l’addio di Markus Duesmann, l’uomo che aveva firmato il programma F1 della Audi. Gernot Döllner, il nuovo n°1 del gruppo, aveva subito sgomberato il campo dai dubbi e ha stabilito una road map che prevede cospicui investimenti mirati a potenziare la storica struttura di Hinwil.
Audi ha impostato un programma a due rami. Da un lato la creazione del suo motore che gira al banco in una versione monocilindrica da qualche mese; dall’altro ha preso le redini del team svizzero per rivoluzionare le strutture e le dinamiche operative.
Questo mondiale e quello prossimo serviranno per impostare il sistema e per mandarlo a regime. James Key, arrivato dalla McLaren, attende di poter lavorare alle regole 2026 (possibile farlo dal 1° Gennaio 2025, ndr) e nel frattempo sta contribuendo a definire lo staff che lo deve supportare nel lavoro.
Binotto – Audi: i motivi della scelta
Proprio per definire la line-up aziendale la figura di Mattia Binotto è tornata utile per i propositi dell’Audi. L’ingegnere di Losanna – fino ad ora impiegato in TEXA Spa – porta in dote un bel po’ di elementi potenzialmente utili per la casa di Ingolstadt.
- Esperienza. Binotto è stato assunto in Ferrari come motorista nel 1995. Ha poi scalato tutte le posizioni fino ad arrivare ai vertici. L’ingegner Mattia ha servito con abnegazione per la causa rossa per 20 anni accanto a gente del calibro di Michael Schumacher, Jean Todt, Ross Brawn, Rory Byrne, Paolo Martinelli accumulando capacità di problem solving di primo livello.
- Capacità di governo. Binotto sa prendere decisioni, cosa che servirebbe in una realtà in cui Alessandro Alunni Bravi è in discussione e nella quale Andreas Seid è stato di fatto allontanato. Mattia Binotto ha caratura decisionale comprovata per imporsi e per imporre il suo credo.
- È un motorista. L’occhialuto ingegnere nasce come motorista. E una figura del genere sarebbe preziosa per chi sta realizzando una power unit nuovissima e senza riferimenti tecnici pregressi
- Ha voglia di rimettersi in discussione. Il lavoro in TEXA era evidentmente qualcosa di temporaneo, un passaggio per rilanciarsi in grande stile. Un palliativo, un impegno per tenersi vivo ed evitare di passare troppo tempo nella vigna di famiglia. Binotto, in realtà, punta al rientro a pieno regime in Formula Uno.
L’ingegnere italiano, stando a quanto riferito da AMuS, prenderà il posto di Andres Seidl che non ha soddisfatto i vertici della casa di Inglostadt. Insieme a quella dell’ex McLaren dovrebbe cadere anche la testa di Oliver Hoffmann, presidente del consiglio di Amministrazione.