C’è ben poco da salvare delle qualifiche del Gran Premio di Gran Bretagna della Ferrari. La cosa paradossale è che il settimo e l’undicesimo posto sono forse il male minore. Quel che regna sovrano nel box della rossa è la confusione e le parole dei protagonisti non fanno che confermarlo.
Basterebbe recuperare quanto detto da Carlos Sainz nella conferenza di giovedì. Lo spagnolo, sintetizzando, parlava di clima di fiducia e di un velato ottimismo. Dopo due giorni di azione in pista anche il più speranzoso degli uomini ha dovuto cambiare registro e adeguarsi al disastro tecnico che la Ferrari sta affrontando.
“Ho fatto del mio meglio ma sapevamo che per noi quello di Silverstone sarebbe stato un circuito difficile”, ha detto lo spagnolo cambiando la versione offerta giovedì. “In aggiunta a questo le condizioni ambientali erano molto complicate e questo ha reso la qualifica ancora più insidiosa. Col senno di poi a fine Q3 saremmo dovuti uscire dai box un po’ prima perché l’ultimo tentativo è stato caotico e ci siamo trovati a dover lottare per la posizione in pista con altre macchine compromettendo la corretta preparazione della gomma”.
Ferrari: poche idee ma ben confuse
Quello della preparazione del giro è un ritornello che ha intonato anche Fred Vasseur. “La scelta è stata di tornare al vecchio pacchetto aerodinamico dopo che abbiamo constatato che c’era molto saltellamento nelle curve da alta velocità tipiche di Silverstone e dunque gli svantaggi degli upgrade erano superiori ai vantaggi. Ma la nostra prestazione di oggi è stata insufficiente per il livello al quale abbiamo gestito le varie situazioni non riuscendo a mettere in atto l’esecuzione perfetta che ci avrebbe aiutato a fare meglio”, ha spiegato Fred.
“In Q2 c’erano nove vetture in un decimo e una grande evoluzione della pista. Carlos è stato in grado di passare il turno, mentre Charles ha commesso un errore in curva 13 che gli è costato l’accesso al Q3. Anche l’ultima fase è stata caotica: Carlos è riuscito a ottenere un tempo dignitoso al primo tentativo ma nel secondo siamo stati rallentati dal traffico in uscita box, così ha dovuto lottare con Oscar Piastri e Fernando Alonso per la posizione in pista e non ha potuto preparare le gomme nella maniera corretta”.
Teorie che non convincono, che non bastano a spiegare il momento di difficoltà che stanno attraversando gli uomini del Cavallino Rampante. Concetti che, in ogni caso, incastrano la Ferrari alle proprie responsabilità perché, nel generale caos tecnico, hanno pure gestito malissimo i momenti chiave delle qualifiche: aggravante.
Per la gara ci si affida al classico fatalismo che viene invocato nel momento del bisogno. Ancora Vasseur: “Per quanto riguarda la gara, credo che considerate le nostre posizioni sulla griglia potremmo beneficiare di una corsa caotica sotto l’acqua più che di una nella norma in condizioni di asciutto. Dobbiamo fare meglio di oggi sia a livello strategico che di esecuzione se vogliamo portare a casa un bottino di punti dignitoso”.
Ferrari: Leclerc è sconsolato
Charles Leclerc, che ormai è la sintesi della rassegnazione (lo si vede anche da come ha guidato in qualifica), ha fatto spallucce ammettendo che l’obiettivo del weekend inglese non era competere, ma analizzare per capire. Le valutazioni sono state fatte, la comprensione dei difetti non pare essere riuscita vedendo quanto sta accadendo. “Non è stata di certo una qualifica facile, anche considerato che il nostro obiettivo principale questo weekend è stato per buona parte comprendere le ragioni per le quali stiamo faticando nelle ultime gare”.
“Abbiamo fatto la cosa giusta nel differenziare le configurazioni delle due vetture perché così siamo riusciti a raccogliere molti dati che ci torneranno utili a lungo termine”. In soldoni: vediamo cosa fare nei prossimi tempi senza avere uno straccio di schema operativo.
“Dobbiamo continuare a lavorare per definire in quale direzione tecnica andare per recuperare terreno il più presto possibile”, ha chiuso Charles. “Dobbiamo continuare a lavorare per chiudere il gap che ci separa dai nostri avversari perché nel complesso oggi il livello della nostra performance non è stato adeguato”. Gli ha fatto eco Sainz.
I ferraristi sanno che devono lavorare e lo stanno facendo. Ma dall’esterno si percepisce confusione e approssimazione. Il pacchetto Barcellona per ora è bocciato e forse si rivedrà in Ungheria, laddove mancano curve ad alta percorrenza. Ma queste torneranno a Spa Francorchamps che rischia di trasformarsi in una Caporetto sportiva se le cose non verranno presto sistemate.
Ferrari, che rischia di diventare orfana della persona che ha dato i natali alla SF-24 (ieri Vasseur ha sviato in maniera piuttosto maldestra la domanda sul futuro di Enrico Cardile), va avanti a tentoni. E questo modo di fare, in Formula Uno, non ha mai pagato.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP