Molto si è detto nei giorni scorsi delle regole che amministreranno la F1 dal 2026 in poi. Aerodinamica, meccanica e propulsione gli ambiti coinvolti nella rivoluzione scritta a due mani dalla FIA e da Liberty Media che che ha ancora bisogno di una registrata che probabilmente sarà data nel prossimo Consiglio Mondiale del Motorsport che si terrà il 28 Giugno.
Queste novità quali effetti avranno sulle gomme? In primo luogo va specificato che le coperture 2026 saranno più piccole ma, nell’idea del legislatore, dovrebbero fornire un grado di aderenza simile a quello offerto oggi.
F1 2026: gomme più strette e leggere ma sempre da 18”
La larghezza dello pneumatico anteriore sarà ridotta di 25 mm; quella posteriore di 30 mm. Il diametro calerà dagli attuali 720 mm a 705-710 mm pur mantenendo l’impostazione a 18 pollici.
Jan Monchaux, da poco nominato direttore tecnico della FIA dopo l’esperienza in Sauber, ha sottolineato che l’aderenza meccanica generale dovrebbe essere invariata. L’idea iniziale era quella di portare i diametri a 16 pollici, ma i decisori hanno convenuto che non sarebbe stato saggio aggiungere un’altra variabile alla mole di incognite tecniche che saranno introdotte tra meno di due anni.
“La riduzione delle gomme è sicuramente inferiore a quella che tutti avremmo sperato, ma non volevamo un allontanamento troppo grande dal prodotto noto”, ha spiegato Monchaux.
![Jan monchaux](https://www.formulacritica.it/wp-content/uploads/2024/02/Jan-Monchaux-jpg.webp)
F1, gomme 2026: la sfida termica che Pirelli intende vincere
La scelta di mantenere gli attuali diametri dei cerchioni si spiega con la necessità di gestire il surriscaldamento delle gomme e, contestualmente, con la possibilità di ridurre il peso grazie (circa 4-5 kg totali) alla compattazione degli ingombri sopra introdotta.
In questa chiave va letto il fitto programma di test che ha visto la Ferrari protagonista la settimana scorsa sul circuito del Mugello. I primi prototipi fisici frutto delle prove arriveranno entro settembre e saranno testati sulle attuali monoposto che, in termini di spinta verticale prodotta, saranno certamente più esigenti delle auto 2026. Un buon banco di prove per metterle sotto stress.
“Avremo mule car, ma saranno più grandi, più pesanti, senza aerodinamica attiva e con un carico aerodinamico che deriva da un concetto diverso”, ha sottolineato Mario Isola, n°1 di Pirelli Motorsport. I dati raccolti andranno quindi incrociati con le simulazioni per capire se Pirelli sta andando nella giusta direzione. I test in pista non saranno quindi pienamente probatori.
Le vetture attuali avranno più resistenza e non saranno in grado di simulare la modalità X e Z (aero attiva attivata/disattivata). Da queste delicate analisi dipenderanno le tipologie di compound: “Possiamo correggere o mettere a punto con una gamma diversa di mescole e non è detto che gli obiettivi saranno centrati immediatamente”, ha spiegato Isola.
Nei prossimi 12-14 mesi Pirelli è chiamata presentare il prodotto definitivo. Non molto tempo, quindi. Ma la cosa non spaventa il costruttore italo-sinico che ha fatto della flessibilità e dell’adattività la sua mission aziendale.
“Se non sono perfette il primo anno, lavoreremo per perfezionarci l’anno successivo, come facciamo sempre”. Questo il commento finale di Mario Isola che forse paga lo scotto di una FIA troppo lenta nel definire nel merito il quadro giuridico entro il quale muoversi.
Crediti foto: Pirelli Motorsport