24 ore di Le Mans, analisi Hypercar – Dopo aver ampiamente parlato del dominio Ferrari lungo i 13,6 chilometri del circuito de la Sarthe, è ora di concentrarsi sugli sconfitti della classe regina Hypercar. Le 24 Ore di Le Mans 2025 hanno visto una netta differenza tra chi ha eseguito una gara perfetta e chi, invece, ha accumulato errori decisivi.
24 ore di Le Mans, analisi Hypercar: Porsche una gara esemplare, ma non basta
Porsche si è presentata alla 24 Ore con quattro vetture: tre ufficiali schierate dal team Penske e una privata affidata al team Proton. La terza vettura ufficiale proveniva dal campionato IMSA, equipaggio incluso. Fin dalle prime sessioni di prova, compreso il test della domenica precedente alla gara, le Porsche hanno mostrato un ottimo stato di forma, con prestazioni costantemente al vertice della classifica.
Un netto passo avanti rispetto all’inizio stagione nel FIA WEC, dove le difficoltà tecniche avevano fruttato pochi punti e ancor meno soddisfazioni. Le 963 si sono dimostrate ben bilanciate e performanti sia con poco carburante che nei long run a pieno carico.
La qualifica è stata nel complesso molto positiva per tutte e quattro le vetture. Tuttavia, la #6 è stata squalificata per una difformità sul peso minimo ed è stata costretta a partire dal fondo. In Hyperpole, la Porsche ha comunque piazzato due vetture in terza e quinta posizione, dietro a Cadillac ma davanti alle BMW: un risultato che conferma la bontà del pacchetto tecnico e l’equilibrio complessivo delle prestazioni.

Il capolavoro della #6: ritmo, costanza, zero errori
In gara, il Team Penske ha sfiorato l’impresa. L’equipaggio della #6 – Kevin Estre, Matt Campbell e Laurens Vanthoor – ha eseguito una prova senza sbavature: ritmo elevato, gestione impeccabile e nessun errore strategico. Kevin Estre, in particolare, ha firmato stint di altissimo livello, mettendo pressione continua alle tre Ferrari ufficiali.
Nonostante una prestazione impeccabile, la Porsche #6 non è riuscita a contenere la superiorità di Ferrari, protagonista di una gara tecnicamente ineccepibile. Il secondo posto finale lascia l’amaro in bocca, ma conferma il ritorno competitivo di Porsche dopo un inizio di campionato difficile.

24 ore di Le Mans, analisi Hypercar: Toyota una disfatta su tutta la linea
Discorso diametralmente opposto per Toyota. Alla vigilia, la GR010 Hybrid era indicata da molti – Ferrari inclusa – come la principale antagonista per la vittoria. Le premesse c’erano tutte: nel 2024, la squadra giapponese aveva guidato per lunghi tratti la corsa, soprattutto durante la notte, e il pacchetto tecnico era rimasto sostanzialmente invariato.
I problemi sono iniziati già dalle qualifiche. La #7 non è riuscita a rientrare tra le migliori 15 vetture per accedere all’Hyperpole. La #8, invece, ha fallito il giro veloce nella seconda fase dell’Hyperpole con Sébastien Buemi, chiudendo solamente in decima posizione.

Durante la gara, la GR010 #8 (Buemi, Hartley, Hirakawa) ha cercato un lento ma costante recupero. Tuttavia, il ritmo non è mai stato competitivo quanto quello delle Ferrari e delle Porsche. In particolare, il confronto con la Porsche #6 – soprattutto nei primi stint di Estre – ha evidenziato un chiaro gap prestazionale.
Il colpo di grazia è arrivato nella mattinata di domenica: dopo un pit stop con cambio gomme, la #8 ha perso il bullone della ruota anteriore sinistra poco dopo l’uscita dai box. Il danno ha causato una foratura, obbligando l’equipaggio a percorrere un intero giro – oltre 13 chilometri – a velocità ridotta. Questo episodio ha messo fine a qualsiasi ambizione di podio.
Un progetto che non regge più il confronto
Toyota, che nelle prime gare della stagione era riuscita a sopperire a una mancanza di competitività con una condotta di gara perfetta, marcando sempre punti importanti, questa volta non è riuscita nell’impresa. Anzi, tra qualifiche e gara ha accumulato più di una sbavatura.

Purtroppo, la casa giapponese paga più il fatto di avere un progetto datato che un reale handicap tecnico. La GR010 Hybrid, sostanzialmente invariata dal 2023, non è più in grado di reggere il confronto con i prototipi più recenti, sviluppati secondo logiche più attuali e capaci di garantire costanza e velocità in tutte le condizioni.
Non basta più essere perfetti
La 24 Ore di Le Mans 2025 ha confermato una regola tanto semplice quanto crudele: per vincere a La Sarthe, non basta essere perfetti. Bisogna anche avere il miglior pacchetto tecnico, la miglior strategia e – a volte – quel pizzico di velocità in più nei momenti chiave.
Porsche ha fatto tutto il possibile, ma Ferrari ha fatto qualcosa di più. Toyota, invece, ha perso terreno non solo in classifica, ma anche nella convinzione tecnica. La rincorsa al vertice ripartirà da qui, e da qui dovranno ripartire anche le risposte in vista della prossima sfida del WEC.
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