Il weekend ungherese ha confermato ancora una volta la supremazia tecnica e strategica della scuderia di Woking che conquista il settimo uno-due del 2025 grazie a una prestazione di altissimo livello su tutti i fronti. All’Hungaroring, teatro di una gara caratterizzata da scelte tattiche audaci (per quanto riguarda Norris) e duelli ravvicinati potenzialmente pericolosi (nel finale si è corso il rischio impatto tre i due papaya), la McLaren ha dimostrato di possedere non solo una monoposto competitiva, ma anche una solidità organizzativa che ne fa la squadra da battere in questo mondiale ma anche in questo scorcio storico visto che a Budapest il team britannico marca anche la 200esima vittoria complessiva in una storia straordinaria nella quale non sono mancati i momenti difficili.

Strategia vincente: quando l’azzardo paga
La chiave del successo di Lando Norris risiede in una mossa strategica che ha ribaltato le gerarchie iniziali. Partito dalla terza casella e scivolato in P5 dopo lo spegnimento dei semafori, il pilota di Bristol ha sfruttato una tattica alternativa a singola sosta che gli ha permesso di scavalcare Oscar Piastri, inizialmente secondo alle spalle di Charles Leclerc dopo le prime fasi di gara.
La decisione del muretto McLaren si è rivelata vincente nonostante le gomme dure di Norris abbiano mostrato evidenti – e normali visto lo stint lungo – segni di degrado negli ultimi giri. Piastri, penalizzato dalla strategia a due soste, ha recuperato terreno su Leclerc dopo il secondo cambio pneumatici ma non è riuscito a trovare il varco giusto per attaccare il compagno di squadra nei momenti finali.
Eccellenza operativa ai massimi livelli
L’aspetto più impressionante della prestazione McLaren è stata la precisione chirurgica dimostrata durante i pit stop. Il team ha registrato due interventi da 1,9 secondi ciascuno, mancando per appena un decimo il record interno di 1,8 secondi stabilito in Qatar nel 2023. Una prestazione che testimonia il livello di preparazione raggiunto dalla squadra britannica in ogni reparto.
Zak Brown, amministratore delegato del gruppo inglese, ha sottolineato come questa combinazione di velocità pura, strategia e affidabilità rappresenti “il più vicino possibile alla perfezione” in una gara di Formula 1. Un giudizio che riflette la fiducia di una squadra consapevole delle proprie potenzialità.
Equilibrio interno: una risorsa preziosa
Il confronto serrato tra Norris e Piastri ha generato uno spettacolo di alto livello senza degenerare in episodi rischiosi. E questo sarà il tema delle ultime dieci gare in calendario visto che il titolo costruttori è ormai diretto a Woking e quello piloti è affare tra i due papaya. Nonostante alcuni momenti di tensione nelle fasi conclusive, quando l’australiano ha tentato l’attacco decisivo commettendo un errore che ha vanificato la sua unica vera occasione, i due conducenti hanno rispettato i codici di comportamento interni ribaditi in un team radio fermo ma non eccessivo.
Andrea Stella, team principal della scuderia, ha evidenziato come entrambi i piloti stiano esprimendo un livello qualitativo elevatissimo. “Lando e Oscar guidano ad altissimi standard assoluti per la Formula 1“, ha dichiarato il dirigente italiano, sottolineando come la competizione interna rappresenti un valore aggiunto per lo sviluppo tecnico.
Nonostante il dominio mostrato all’Hungaroring, la McLaren non può permettersi di sottovalutare la concorrenza. Charles Leclerc ha dimostrato per metà gara di possedere il passo per lottare alla pari, cedendo posizioni solo a causa di problemi tecnici al telaio della SF-25. Anche se la versione rossa non convince: leggi qui. Diciamolo in tutta onestà: la Ferrari in 14 gare non ha mai minacciato concretamente la McLaren. Ci è riuscita solo la Red Bull che è letteralmente sparita in Ungheria, persa ormai in una crisi tecnica irreversibile. Ma a Woking preferiscono pensare che la concorrenza possa ancora dar fastidio e per questo tengono alta l’asticella dell’attenzione.
La classifica piloti si riaccende
Con questa vittoria, la lotta per il titolo mondiale assume contorni sempre più definiti. Oscar Piastri mantiene la leadership della classifica piloti con nove punti di vantaggio su Lando Norris dopo quattordici round stagionali, una situazione che potrebbe riservare sviluppi imprevedibili nelle ultime gare del calendario.
La McLaren è giunta nella pausa estiva con la consapevolezza di aver trovato la formula vincente, ma anche con la pressione di dover confermare questo standard nelle prove che contano davvero: quelle che assegnano i titoli mondiali. Ma potrà farlo con serenità e lavorando con grande dispendio di risorse al progetto 2026 visto che il margine sui concorrenti è ampio.

Il meccanismo perfetto di Woking
Quello che emerge dall’Hungaroring è il ritratto di una McLaren trasformata in un cronometro di precisione. Ogni componente dell’organizzazione funziona in sincronia perfetta: dalla strategia ai pit stop, dalla gestione piloti allo sviluppo tecnico. La scuderia britannica è diventata il nuovo benchmark della Formula 1, il metro di paragone con cui tutte le altre squadre devono confrontarsi.
Questa metamorfosi non è frutto del caso, ma il risultato di un percorso doloroso e metodico. Gli anni bui di Woking, caratterizzati da false partenze e delusioni cocenti, appartengono ormai al passato. La svolta è arrivata attraverso il lavoro di cesello di Zak Brown e Andrea Stella, una coppia dirigenziale che ha saputo ricostruire dalle fondamenta una struttura vincente.
Brown ha portato la visione strategica e la capacità di attrarre risorse, mentre Stella ha rappresentato la garanzia tecnica e organizzativa, l’uomo giusto per tradurre le ambizioni in risultati concreti. La loro leadership complementare ha creato un ambiente di lavoro sereno e produttivo, dove ogni reparto può esprimere il proprio potenziale senza pressioni controproducenti. Il binomio ha dimostrato che in Formula 1 la competenza manageriale può fare la differenza tanto quanto la potenza dei motori o l’aerodinamica delle monoposto. E ciò è un valore aggiunto in vista della rivoluzione normativa del 2026.
Crediti foto: McLaren F1
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