F1 – Suzuka, 8 ottobre 2000 e 12 ottobre 2003. Interlagos, 21 ottobre 2007. C’è un’altra data del decimo mese dell’anno che la Ferrari e i suoi tifosi faranno fatica a dimenticare: domenica 17 ottobre (scusate le ripetizioni) 1999 andava in scena la prima edizione del Gran Premio della Malesia.
Una gara ricordata non solo per il debutto di Sepang nel calendario, ma anche per il ritorno di Michael Schumacher tre mesi dopo l’incidente di Silverstone. Vinse Irvine davanti al compagno di scuderia e a Mika Hakkinen e per Eddie si trattò dell’ultimo successo, non solo al volante del Cavallino Rampante.
Una vittoria, quella del nordirlandese, sofferta…Al termine della corsa le rosse vennero squalificate per presunte irregolarità aerodinamiche: la Ferrari fece ricorso, accolto sei giorni dopo dalla Corte d’Appello Internazionale della FIA. E così il Mondiale si sarebbe deciso in Giappone. 17 e 23 ottobre 1999, le ‘altre’ passioni in rosso.

Malesia 1999, Ferrari: una vicenda che fece discutere
La Ferrari venne riconosciuta colpevole di montare dispositivi aerodinamici irregolari (le bandelle laterali posizionate prima delle prese d’aria del motore) e venne estromessa dall’ordine d’arrivo della gara. Qualcuno parlò addirittura di una spia interna alla base della soffiata; una versione rigettata da Jean Todt, allora numero uno della Gestione Sportiva, ma della quale non furono mai fugate del tutto le perplessità.
Tra gli uomini della rossa ci furono ammissioni di colpa per la non conformità del pezzo “incriminato”. Ferrari, nonostante ciò, decise di ricorrere in appello. Dopo sette giorni (a una sola settimana dalla gara decisiva per il mondiale) le vetture italiane vennero riammesse a pieno titolo con una sentenza che incredibilmente ammise che le misurazioni effettuate erano errate. Quel titolo andò comunque a Mika Hakkinen che dovette diluire la sua gioia in attesa che una controversia storica della Formula Uno si concludesse. Passano gli anni, certe dinamiche restano.
Crediti foto: Scuderia Ferrari